Kyrgyzstan 2023 -
Tra Narin e Issyk-Kul
Ogni viaggio riserva grandi
emozioni,
ogni
paese merita almeno una visita,
ma ci
sono luoghi di cui ti innamori e ci devi tornare.
La
Mongolia ci aveva letteralmente folgorati e ci siamo andati ben sei
volte, per pedalare e anche per sciare. In Kyrgyzstan siamo al quarto
viaggio, prima a scalare in Ak-su (1998), poi a sciare in At Bash
(2016-2017), quest’anno è la volta della mountain bike tra la regione
di Naryn ed il lago Issyk-Kul.
La formula è ormai collaudata, se nei paesi piu' caldi ci piace
viaggiare indipendenti, con il pochissimo materiale necesssario nelle
due borse laterali alla bici, in queste regioni preferiamo pedalare
leggeri, con un mezzo al seguito che trasporta viveri e bagagli e
fornisce tutta la logistica.
Nessuna impresa quindi, ma vere vacanze in sella, che permettono di
visitare il paese con la lentezza della bici, godendosi la pedalata
senza sovraccarichi.
Bishkek ci accoglie il 15 di Luglio con una temperatura torrida, la
lasciamo molto volentieri per raggiungere in furgone l'Ashuu tunnel,
sotto il passo Тео-Ашуу 3586m. Questa strada è la principale direttiva
nord-sud in Kyrgyzstan, trafficatissima da macchine e camion di ogni
dimensione e fattura.Decidiamo quindi di cominciare a pedalare solo
dopo il tunnel, e da qui in poi "in sella" praticamente tutto
l'itinerario.
Lasciamo la strada principale per seguire a sinistra una strada minore
che segue il corso del fiume Kökömeren fino al villaggio di Kyzyl-Oi,
dove passiamo la nostra prima notte ospiti in una famiglia.
Molte famiglie offrono questo tipo di sistemazione, liberando un paio
delle stanze piu' spaziose della loro abitazione, qualche materasso per
terra e la stanza degli ospiti è pronta. I pasti che offrono sono
sempre vari ed abbondandanti, sulla tavola mettono tutto sin
dall'inizio del pasto, si fa fatica a trovare lo spazio per le posate
... in genere una minestra di verdure per cominciare, poi della carne
cucinata in svariati modi, tra queste i ravioloni simili a quelli
mongoli (Buuz) o Russi (Piroshki), con verdure come contorno. Il pane è
molto buono, in genere delle ciambellone rotonde simili alle nostre
focacce, e per chiudere marmellate artigianili di frutti di bosco. Il
the' è servito in continuazione, mentre il caffe' (ahimè per noi
Italiani) è quasi sconosciuto ...
Lasciamo questa
cordiale famiglia per discendere tutta la vallata,
purtroppo torniamo fino a 1500m di quota, dove il caldo torna a farsi
sentire. Con qualche chilometro di strada asfaltata passiamo i villaggi
di Kok-Oi e Chek, quindi torniamo a salire in direzione sud
su strada bianca. Nel primo pomeriggio, a 2000m di quota
raggiungiamo la temperatura record di 40,2°C, e la salita è lunga! Non
avevo mai padalato a questa temperatura, il massimo lo avevo raggiunto
in Myanmar con 37,6°C, ma qui per fortuna è secco, altrimenti sarebbe
impossibile.
Comunque non dura molto, nuvoloni neri si avvicinano velocemnte, prima
di raggiungere la piana dove passeremo la notte in tenda un forte
temporale ci investe, abbassando la tmperatura fino a 16°C, una botta
di 24° in meno nell'arco di pochi minuti!
Passato il temporale troviamo ancora un po' di legna asciutta, per
allietare questa prima sera sotto le stelle Kyrgyze, come sempre in
questi luoghi privi di inquinamento luminoso il mio passatempo
preferito è osservare la via Lattea, talmente evidente ed
impressionante, che non sembra vero non possa piu' essere vista dalle
nostre parti!
La vallata si fa sempre piu' bella man mano che saliamo, nella sezione
centrale belle foreste, poi dei picchi di roccia sedimentaria che
sembrerebbe ben prestarsi alla scalata, già mi immagino di accamparmi
qui per qualche giorno per aprire qualche via ... ma riapro gli occhi e
continuo a pedalare!...
Purtroppo la parte piu' alta della valle è completamente deturpata da
una enorme cava di carbone, che ha completamente cambiato orografia e
colori, vengono alla mente le ciminiere di Bishkek, scaldata per lo
piu' da centrali a carbone ...
La
salita è ancora lunga fino a Kara-Keche pass 3484m, oltre il quale
sconfinate e stupende praterie ci fanno subito scordare la bruttura del
carbone, con una fantastica discesa fino al lago Son-Kol a 3000m esatti
di quota, un piccolo gioiellino incastonato tra queste montagne e
praterie.
Passiamo la prima notte nelle loro Yurte, confortevoli come quelle
Mongole, le piu' lussuose hanno anche dei lettini, altrimenti le solite
coperte sul pavimento, che integriamo con in nostri materassini, ed i
nostri sacchi a pelo.
Ogni gruppo di Yurte si inventa in qualche modo dei servizi, spesso
all'aperto in mezzo ai prati, e un locale con due secchi, uno di acqua
calda ed uno fredda da miscelare per lavarsi. C'è tutto quel che serve!
Passiamo anche il giorno successivo a pedalare intorno al lago, e
riusciamo a fare anche una breve cavalcata, dormendo in un altro gruppo
di Yurte, qualcuno si riesce pure a fare una nuotata nel lago, che per
la quota non è per nulla freddo.
Si riparte in salita per scavalcare il Kalmak-Ashuu pass 3446m di
quota, lo raggiungiamo un po' infreddoliti nella nebbia fitta, poi per
nostra fortuna quando cominciamo la discesa le nebbie si diradano, la
strada sul versante opposto è impressionante, ci godiamo la discesa
nella bellissima Tolok Valley fino al primo villaggio, indicato sulle
carte come Keng-Suu, ma che i locali chiamano in modo completamente
diverso, e non avendolo segnato, impossibile ricordare!
Alloggiamo presso un'altra famiglia, ancora una bella stanzona con
tappetti dove dormire, ancora una orribile turca dove ...., ma niente
doccia, pero' scopriamo nel villaggio una sorta di "sauna pubblica",
uno stanzino dove a due a due ci si riesce a docciare in ambiente caldo
con il solito catino di acqua miscelata. Siamo come nuovi!
Il
giorno successivo approfittiamo dei mezzi per passare qualche
chilometro di strada asfaltata, ricominciamo a pedalare sulla sterrata
per il Dolon Pass 3195m, a malapena segnato sulle carte, in una vallata
senza nome (almeno sulle carte), che si rivelerà di una bellezza
stupefacente, lo sguardo si perde in montagne e pascoli verdi in ogni
direzione, nessuna casa o villaggio, solo i pastori con le loro Yurte,
spesso appaiate da piu' recenti "mobil-home", probabilmente introdotte
nell'era del dominio russo, delle rudimentali roulotte con le ruote,
che una volta arriavate a destinazione vengono lasciate fisse per tutto
l'anno, anche se l'inverno queste valli diventano inaccessibili. Intere
famiglie di pastori vivono in queste Yurte e mobil-home da Giugno a
Settembre, in questa sorta di semi-nomadismo, tornando ai paesi per la
stagione piu' fredda. Quando passiamo spesso i ragazzi ci raggiungono
al galoppo sui loro cavalli, spesso cavalcando "a pelo", sono di una
bravura sbalorditiva, e sembrano tutti immensamente felici.
Scesi fin verso 2900m una bella piana con un caratteristico laghetto è
il luogo perfetto per il nostro successivo campo, peccato dover
istallare le tende proprio nel momento in cui arriva il temporale, ma
poi la serata migliora con arcobaleni stelle.
Ci fa visita il solito pastore dalle Yurte piu' vicine, pecore mucche e
soprattutto cavalli sono infiniti in questa vallata.
In
lontananza sul lato opposto della valle intravediamo una grossa
costruzione bianca, che ci dicono essere una miniera d'ora gestita dai
cinesi.
Lasciamo un po' a malincuore questa bellissima vallata per salire sul
quinto passo oltre i 3000 m di questo viaggio, un passo a 3400 m senza
neppure nome, l'unica referenza trovata sulle carte è in Kyrgyzso
"Чамалдилга", per poi scendere nella valle di Kara-Kudjur, che
percorriamo per intero in bici fino alla prima vera città sul nostro
percorso, Kochkor.
Siamo ormai tornati alla "civiltà", le strade qui sono asfaltate o in
via di asfaltatura, ma con una bella secondaria raggiungiamo il
villaggio di Kara-Tala sulle sponde del lago salato Issyk-Kul. Su una
spiaggetta, insieme ai locali come fosse una rinomata località
marittima, ci concediamo un bagno, il sale si sente poco, di fronte a
noi, sull'altra sponda del lago, ammiriamo le montagne innevate che
fanno da confine con il Kazakhstan, e la mente vola già a possbili
viaggi futuri invernali con gli sci...
La famiglia dove alloggiamo ci accoglie con il pasto forse migliore da
quando siamo arrivati, per contro i servizi lasciano alquanto a
desiderare...non si può avre tutto!
La prima cresta di montagne sopra il lago è arida, un effetto cromatico
dal blu del lago al rosso della terra, appena oltre questa prima cresta
entriamo nella Kongur Olung, che di nuovo si presenta verdeggiante con
lo sfondo di montagne innevate di 4000m.
Nei
giorni seguenti abbiamo l'occasione di pernottare in un gruppo di
Yurte dove non arriva alcuna strada, Temir-Kanat a 2450m di quota, e
spendere una giornata a piedi nelle interminabili vallate che danno
accesso alla catena di montagne innevate di oltre 4000m, in fondo a una
di queste raggiungiamo l'ultima famiglia di pastori che vive in un
rudimentale box, e che ci accoglie offrendoci il latte salato (immagino
di capra), un po' strano al nostro palato, ma gradevole, dissetante, e
senza conseguenze!...
Siamo ormai agli sgoccioli del nostro viaggio, a Bokonbayevo assistiamo
alle evoluzioni di un'acquila ammaestrata alla caccia da uno dei 50
cacciatori Kyrgysi rimasti, proseguiamo quindi per la valle
Boz-Salkin fino a discendere nelle gole di Tosor raggiungendo
nuovamente l' Issyk-Kul.
Ci godiamo l'ultima notte in Yurta, il giorno successivo sarà solo
viaggio in minivan sulla strada principale per tornare alla calura di
Bishkek.
Paolo
Vitali

Mappa
ricavata da openmtbmap.org
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