Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Kyrgyzstan
biking
Luglio 2023


Gallery1 - Gallery2
by Paolo Vitali
 
Foto di gruppo
Sonia Brambati
Paolo Vitali
Cesare Mauri
Camillo Gerosa

Franz Carrara
Marc Lapierre
Pascal Tillard
Fabienne Chabert
Eric Chabert
Marylene Chabert
Charlene Chabert
Kyrgyzstan 2023 - Tra Narin e Issyk-Kul
Nella valle sotto il Dolon Pass 3195m
Ogni viaggio riserva grandi emozioni, 
ogni paese merita almeno una visita,
ma ci sono luoghi di cui ti innamori e ci devi tornare.

Eagle hunter
La Mongolia ci aveva letteralmente folgorati e ci siamo andati ben sei volte, per pedalare e anche per sciare. In Kyrgyzstan siamo al quarto viaggio, prima a scalare in Ak-su (1998), poi a sciare in At Bash (2016-2017), quest’anno è la volta della mountain bike tra la regione di Naryn ed il lago Issyk-Kul.
La formula è ormai collaudata, se nei paesi piu' caldi ci piace viaggiare indipendenti, con il pochissimo materiale necesssario nelle due borse laterali alla bici, in queste regioni preferiamo pedalare leggeri, con un mezzo al seguito che trasporta viveri e bagagli e fornisce tutta la logistica.
Nessuna impresa quindi, ma vere vacanze in sella, che permettono di visitare il paese con la lentezza della bici, godendosi la pedalata senza sovraccarichi.
Bishkek ci accoglie il 15 di Luglio con una temperatura torrida, la lasciamo molto volentieri per raggiungere in furgone l'Ashuu tunnel, sotto il passo Тео-Ашуу 3586m. Questa strada è la principale direttiva nord-sud in Kyrgyzstan, trafficatissima da macchine e camion di ogni dimensione e fattura.Decidiamo quindi di cominciare a pedalare solo dopo il tunnel, e da qui in poi "in sella" praticamente tutto l'itinerario.
Lasciamo la strada principale per seguire a sinistra una strada minore che segue il corso del fiume Kökömeren fino al villaggio di Kyzyl-Oi, dove passiamo la nostra prima notte ospiti in una famiglia.
Molte famiglie offrono questo tipo di sistemazione, liberando un paio delle stanze piu' spaziose della loro abitazione, qualche materasso per terra e la stanza degli ospiti è pronta. I pasti che offrono sono sempre vari ed abbondandanti, sulla tavola mettono tutto sin dall'inizio del pasto, si fa fatica a trovare lo spazio per le posate ... in genere una minestra di verdure per cominciare, poi della carne cucinata in svariati modi, tra queste i ravioloni simili a quelli mongoli (Buuz) o Russi (Piroshki), con verdure come contorno. Il pane è molto buono, in genere delle ciambellone rotonde simili alle nostre focacce, e per chiudere marmellate artigianili di frutti di bosco. Il the' è servito in continuazione, mentre il caffe' (ahimè per noi Italiani) è quasi sconosciuto ...
Yurta allestita per pranzoLasciamo questa cordiale famiglia per discendere tutta la vallata, purtroppo torniamo fino a 1500m di quota, dove il caldo torna a farsi sentire. Con qualche chilometro di strada asfaltata passiamo i villaggi di Kok-Oi e Chek, quindi torniamo a salire in direzione sud su  strada bianca. Nel primo pomeriggio, a 2000m di quota raggiungiamo la temperatura record di 40,2°C, e la salita è lunga! Non avevo mai padalato a questa temperatura, il massimo lo avevo raggiunto in Myanmar con 37,6°C, ma qui per fortuna è secco, altrimenti sarebbe impossibile.
Comunque non dura molto, nuvoloni neri si avvicinano velocemnte, prima di raggiungere la piana dove passeremo la notte in tenda un forte temporale ci investe, abbassando la tmperatura fino a 16°C, una botta di 24° in meno nell'arco di pochi minuti!
Passato il temporale troviamo ancora un po' di legna asciutta, per allietare questa prima sera sotto le stelle Kyrgyze, come sempre in questi luoghi privi di inquinamento luminoso il mio passatempo preferito è osservare la via Lattea, talmente evidente ed impressionante, che non sembra vero non possa piu' essere vista dalle nostre parti!
La vallata si fa sempre piu' bella man mano che saliamo, nella sezione centrale belle foreste, poi dei picchi di roccia sedimentaria che sembrerebbe ben prestarsi alla scalata, già mi immagino di accamparmi qui per qualche giorno per aprire qualche via ... ma riapro gli occhi e continuo a pedalare!...
Purtroppo la parte piu' alta della valle è completamente deturpata da una enorme cava di carbone, che ha completamente cambiato orografia e colori, vengono alla mente le ciminiere di Bishkek, scaldata per lo piu' da centrali a carbone ...
Discesa dal Kalmak-Ashuu pass 3446m
La salita è ancora lunga fino a Kara-Keche pass 3484m, oltre il quale sconfinate e stupende praterie ci fanno subito scordare la bruttura del carbone, con una fantastica discesa fino al lago Son-Kol a 3000m esatti di quota, un piccolo gioiellino incastonato tra queste montagne e praterie.
Passiamo la prima notte nelle loro Yurte, confortevoli come quelle Mongole, le piu' lussuose hanno anche dei lettini, altrimenti le solite coperte sul pavimento, che integriamo con in nostri materassini, ed i nostri sacchi a pelo.
Ogni gruppo di Yurte si inventa in qualche modo dei servizi, spesso all'aperto in mezzo ai prati, e un locale con due secchi, uno di acqua calda ed uno fredda da miscelare per lavarsi. C'è tutto quel che serve!
Passiamo anche il giorno successivo a pedalare intorno al lago, e riusciamo a fare anche una breve cavalcata, dormendo in un altro gruppo di Yurte, qualcuno si riesce pure a fare una nuotata nel lago, che per la quota non è per nulla freddo.
Si riparte in salita per scavalcare il Kalmak-Ashuu pass 3446m di quota, lo raggiungiamo un po' infreddoliti nella nebbia fitta, poi per nostra fortuna quando cominciamo la discesa le nebbie si diradano, la strada sul versante opposto è impressionante, ci godiamo la discesa nella bellissima Tolok Valley fino al primo villaggio, indicato sulle carte come Keng-Suu, ma che i locali chiamano in modo completamente diverso, e non avendolo segnato, impossibile ricordare!
Alloggiamo presso un'altra famiglia, ancora una bella stanzona con tappetti dove dormire, ancora una orribile turca dove ...., ma niente doccia, pero' scopriamo nel villaggio una sorta di "sauna pubblica", uno stanzino dove a due a due ci si riesce a docciare in ambiente caldo con il solito catino di acqua miscelata. Siamo come nuovi!
Discesa nella valle dopo il villaggio di Kyzyl-Oi
Il giorno successivo approfittiamo dei mezzi per passare qualche chilometro di strada asfaltata, ricominciamo a pedalare sulla sterrata per il Dolon Pass 3195m, a malapena segnato sulle carte, in una vallata senza nome (almeno sulle carte), che si rivelerà di una bellezza stupefacente, lo sguardo si perde in montagne e pascoli verdi in ogni direzione, nessuna casa o villaggio, solo i pastori con le loro Yurte, spesso appaiate da piu' recenti "mobil-home", probabilmente introdotte nell'era del dominio russo, delle rudimentali roulotte con le ruote, che una volta arriavate a destinazione vengono lasciate fisse per tutto l'anno, anche se l'inverno queste valli diventano inaccessibili. Intere famiglie di pastori vivono in queste Yurte e mobil-home da Giugno a Settembre, in questa sorta di semi-nomadismo, tornando ai paesi per la stagione piu' fredda. Quando passiamo spesso i ragazzi ci raggiungono al galoppo sui loro cavalli, spesso cavalcando "a pelo", sono di una bravura sbalorditiva, e sembrano tutti immensamente felici.
Scesi fin verso 2900m una bella piana con un caratteristico laghetto è il luogo perfetto per il nostro successivo campo, peccato dover istallare le tende proprio nel momento in cui arriva il temporale, ma poi la serata migliora con arcobaleni stelle.
Ci fa visita il solito pastore dalle Yurte piu' vicine, pecore mucche e soprattutto cavalli sono infiniti in questa vallata.
Ragazze in cucina
In lontananza sul lato opposto della valle intravediamo una grossa costruzione bianca, che ci dicono essere una miniera d'ora gestita dai cinesi.
Lasciamo un po' a malincuore questa bellissima vallata per salire sul quinto passo oltre i 3000 m di questo viaggio, un passo a 3400 m senza neppure nome, l'unica referenza trovata sulle carte è in Kyrgyzso "Чамалдилга", per poi scendere nella valle di Kara-Kudjur, che percorriamo per intero in bici fino alla prima vera città sul nostro percorso, Kochkor.
Siamo ormai tornati alla "civiltà", le strade qui sono asfaltate o in via di asfaltatura, ma con una bella secondaria raggiungiamo il villaggio di Kara-Tala sulle sponde del lago salato Issyk-Kul. Su una spiaggetta, insieme ai locali come fosse una rinomata località marittima, ci concediamo un bagno, il sale si sente poco, di fronte a noi, sull'altra sponda del lago, ammiriamo le montagne innevate che fanno da confine con il Kazakhstan, e la mente vola già a possbili viaggi futuri invernali con gli sci...
La famiglia dove alloggiamo ci accoglie con il pasto forse migliore da quando siamo arrivati, per contro i servizi lasciano alquanto a desiderare...non si può avre tutto!
La prima cresta di montagne sopra il lago è arida, un effetto cromatico dal blu del lago al rosso della terra, appena oltre questa prima cresta entriamo nella Kongur Olung, che di nuovo si presenta verdeggiante con lo sfondo di montagne innevate di 4000m.
Ospiti dei pastori in una remota valle
Nei giorni seguenti abbiamo l'occasione di pernottare in un gruppo di Yurte dove non arriva alcuna strada, Temir-Kanat a 2450m di quota, e spendere una giornata a piedi nelle interminabili vallate che danno accesso alla catena di montagne innevate di oltre 4000m, in fondo a una di queste raggiungiamo l'ultima famiglia di pastori che vive in un rudimentale box, e che ci accoglie offrendoci il latte salato (immagino di capra), un po' strano al nostro palato, ma gradevole, dissetante, e senza conseguenze!...
Siamo ormai agli sgoccioli del nostro viaggio, a Bokonbayevo assistiamo alle evoluzioni di un'acquila ammaestrata alla caccia da uno dei 50 cacciatori Kyrgysi rimasti,  proseguiamo quindi per la valle Boz-Salkin fino a discendere nelle gole di Tosor raggiungendo nuovamente l' Issyk-Kul.
Ci godiamo l'ultima notte in Yurta, il giorno successivo sarà solo viaggio in minivan sulla strada principale per tornare alla calura di Bishkek.

Paolo Vitali 

Mappa
Mappa Kyrgyzstan
Mappa ricavata da openmtbmap.org   

Sul lago Issyk-Kul

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