Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Mongolia
Biking 2007
8-28 September 2007
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 Altimetria e mappe ricavate da MapSource® MetroGuide® Europe rappresentano la traccia GPS rilevata usando Garmin® GPSMA60CSx
Da UB al Khenti quindi sud fino al Gobi
Raramente ci è capitato di tornare con i nostri viaggi negli stessi luoghi, mai due anni consecutivi! Al mondo ci sono ancora talmente tanti paesi da visitare..... Per la Mongolia abbiamo fatto un’eccezione, e sicuramente torneremo ancora! Il perchè di questa passione è presto spiegata: con i suoi spazi immensi incontaminati e l’assoluta mancanza di strade asfaltate e traffico la Mongolia si presta perfettamente per essere girata in mountain bike, per non dire poi della splendida cultura nomade che anacronisticamente resiste ovunque al di fuori della capitale! E’ così che dopo la pedalata dello scorso anno dall’Hovsgol Lake, confine nord-ovest con la Sibera, fino a Ulaanbaatar, quest’anno decidiamo di partire dalla capitale per raggiungere dapprima Dadal, al confine nord-est con la Siberia, e poi scendere all’estremo sud fino al deserto del Gobi. Nessuna mira agonistica o comunque di performance sportiva, piuttosto uno spirito goliardico e di scoperta hanno sempre animato queste nostre esperienze mongole! La bicicletta è stato il mezzo perfetto per assaporare appieno questi spazi infiniti, sicuramente noiosi se percorsi interamente su 4x4, non il fine ultimo dei nostri viaggi. E’ così che in questo resoconto non ritroverete tappe forzate in sella, ma i chilometri sufficienti per godere del luogo, e poi completare le tappe più lunghe sul van a supporto. Le distanze sono veramente notevoli, e per percorrerle completamente in sella bisognerebbe prevedere forse il doppio del tempo, oppure forzare senza poter visitare i luoghi e la gente. Con il nostro spirito invece quest’avventura si può prestare a molti bikers, più o meno allenati, basta dosare correttamente i km in bici... PV
Le tappe del viaggio
Domenica 9/9 - Day 1  Ulaanbaatar
Abbiamo solo un pomeriggio da passare nella capitale, Raffaele non era con noi lo scorso anno, così lo accompagnamo a visitare le poche principali attrattive: la piazza Sukhbaatar, il museo di Choijin Lama, il monastero Gandantegchinlen Khiid, il palazzo d’inverno di Bogd Khan, e aggiungiamo il museo di storia naturale, dove rimaniamo affascinati dall’enorme scheletro di dinosauro pressochè intero ritrovato nel Gobi da Andrews negli anni 20! Cresce in noi la voglia di arrivarci..... Prima di sera montiamo finalmente i nostri mezzi, delle American Eagle acquistate in Korea. Il telaio non è male, peccato che per via della statura dei koreani non siano riusciti a recuperare bici oltre i 17 pollici... dovremo adattarci! Montiamo bici e materiale sul solito UAZ, e notiamo che l’altro mezzo, il Mitsubishi Delica, ha una gomma “all’osso” ed una con delle brutte ernie.... lo facciamo notare agli autisti, ma pare tutto OK!!.... in Italia non saremmo mai partiti neanche per Milano con quelle gomme....

Lunedì 10/9 - Day 2 - Ulaanbaatar-Har Zurhkh Hoh Nuur
217 km (37 bike + 180 4x4) Q.max 1734m
Percorriamo un un lungo tratto di strada asfaltata da UB sulla direttiva principale verso est (una delle due strade asfaltate!) con sosta ad una un’enorme statua in inox ancora in costruzione all’immancabile Gengis Khan, a dire il vero un po’ stonata con l’ambiente circostante! Nel pomeriggio finalmente montiamo in sella ai nostri bolidi e la pedalata comincia! Abbandonata l’asfaltata l’ambiente si fa subito entusiasmante, tratturi appena tracciati si snodano in sali e scendi per colline imprevedibilmente verdi! Amos Lele ed io ci attardiamo per delle foto e perdiamo contatto con Sergio Sonja Elide ed i mezzi di appoggio.... mancano solo un paio d’ore al tramonto e grazie a dei pastori realizziamo di aver imboccato la pista sbagliata! Non abbiamo scelta, cominciamo a percorrere a ritroso la pista sperando di raggiungere prima del buio delle gher avvistate, per chiedere ospitalità per la notte.... l’idea di bivaccare fuori in calzoncini corti non è allettante!! Per fortuna, al limite del buio incrociamo i mezzi che erano tornati alla nostra ricerca proprio in prossimità delle gher!! Raggiungiamo così il campo previsto al lago di Har Zurhkh Hoh, dove il pasto caldo seduti ad un tavolo e la branda ci sembrano ancora più belli di quel che sono.....
Martedì 11/09 - Day 3 - Har Zurhkh Hoh Nuur-Bayangol

45 km (bike) Q.max 1650m
Il piccolo lago alle cui sponde ci risvegliamo è il famoso luogo dell’incoronazione di Temugin in Gengis Khan, fa un certo effetto immaginare qui raccolti i 100.000 guerrieri mongoli! Pedalando per queste colline abbiamo tutto il tempo di assaporarne appieno il paesaggio, non ci pesa neppure l’errore, questa volta dei nostri autisti, che ci porta completamente fuori via ... è grazie al GPS che rintracciamo la pista giusta, e raggiungiamo il campo gher di Bayangol... il luogo è talmente bello e le gher accoglienti che la fatica della giornata si vanifica sotto qualche goccia di doccia faticosamente riscaldata!
Mercoledì 12/09 - Day 4 - Bayangol-Binder 

148 km (42 bike + 106 4x4) Q.max 1507m
A pochi chilometri da Bayangol facciamo tappa al lago di Khangal, che di anno in anno va ritirandosi, quindi un passo montano ci conduce alle rovine del monastero di Baldan Baraivan Khiid, il cui restauro è stato purtroppo arrestato per beghe “burocratiche”, e rischia di riprendere solo in favore di uno sviluppo speculativo turistico! Un monaco ci ospita nella sua gher, l’ospitalità è sempre un’abitudine molto rispettata! Il tratto successivo in direzione di Binder si sviluppa per pascoli verdissimi in quota, un ambiente da favola, lo ricorderemo come “la valle dei 7 orgasmi”.... sicuramente fra i chilometri più belli!!
Giovedì 13/09 - Day 5 - Binder-Dadal 

110 km (57 bike + 53 4x4) Q.max 1180m
Assistiamo al disassemblaggio di una gher e poi partiamo alla volta di Dadal, terra natale di Gengis Khan. Consumiamo la solita zuppa con carne nel villaggio di Bayan Adarga, più divertiti dall’interesse dei ragazzi per le nostre bici che non interessati al pasto. Batbileg ci mette premura nella pedalata per arrivare “in orario” al “traghetto”... quando raggiungiamo la rustica chiatta sulle rive dell’Onon ci vien da sorridere! Caronte è a spasso con le pecore ed io mi tuffo in acqua per raggiungere l’altra riva e condurre a noi la chiatta!... questa è Mongolia!

Venerdì 14/09 - Day 6 - Dadal-Binder
110 km (40 bike + 70 4x4) Q.max 1180m
Appuntamento alle 9 con un pastore per un giro a cavallo verso il confine della Siberia..... attendiamo pazienti presso una baita isolata ai bordi della foresta... alle 10 ancora nessuno! Desistiamo... anche questa è Mongolia. Torniamo quindi verso Dadal, questa volta Caronte è sul ponte, ben 2 altri furgoni attendono il passaggio, mai visto tanto traffico! Prima del tramonto proviamo a pescare, questi fiumi richiamano pescatori da tutto il mondo, stiamo per abbandonare quando qualcosa di enorme si attacca al mio cucchiaino.... qualche minuto di lotta e poi si stacca... che emozione!

Sabato 15/09 - Day 7 - Binder-Henty-Omnodelgher
120 km (57 bike + 63 4x4) Q.max 1371m

Da Binder puntiamo ora decisamente a sud, la pista è sempre buona e nessun dislivello importante. Passiamo il villagio di Henty, segnato sulle carte e sul GPS, ma non vediamo anima viva! Batbileg ci dice che ormai ci vivono solo tre famiglie... scendiamo di sella appena in tempo per evitare una violenta grandinata, evento alquanto raro, e mettiamo le nostre tende poco oltre Omnodelgher, godendoci un bellissimo tramonto con arcobaleno. 

Domenica 16/09 - Day 8 - Omnodelgher-Delgerhaan
98 km (bike) Q.max 1345m
Una piacevole giornata in bici per la pianura mongola.... la mattina il paesaggio è ancora verdeggiante, poi passato il vilaggio di Jargalthaan (incrociamo per la prima volta una strada asfaltata!) si fa via via più brullo. Cominciamo a farci un’idea della settimana che ci aspetta prima di raggiungere il deserto del Gobi! Per alcune ore un leggero vento ci soffia alle spalle, riusciamo così a pedalare tutti i 98 km di sterrata fino a Hodoo Aral, dove però troviamo il campo gher deserto e chiuso! Idem al decrepito campo di Dekgerhaan e le sue fantomatiche pool … poi dal nulla compare una signora su elegante suv, che ci indica una famiglia che ci può ospitare in gher, l’improvvisazione fa parte del gioco!
Lunedì 17/09 - Day 9 - Delgerhaan-Choir (Sumber)

167 km (60 bike + 107 4x4) Q.max 1425m
Il vento a favore di ieri è solo un piacevole ricordo... oggi si parte controvento e tale rimarrà per tutta la faticosa giornata! Il primo tratto è pure in salita fino al Passo “Four Devils”, da cui una lunga discesa ci conduce allo sparutio villaggio di Kherlen Bayan. Ancora una volta ci domandiamo come sia possibile vivere in questi luoghi per tutto l’anno, per tutta la vita!!... come passeranno il lungo inverno!? Oltrepassiamo un grosso ponte, poi puntiamo alla città di Choir, che non riesco a trovare sul GPS; solo quando ci avviciniamo realizzo che sulla nuova cartografia questa prende il nome di Sumber! Non possiamo però entrare nella città perchè blindata da militari in mascherina... c’è la PESTE!! Nessuno dei nostri amici mongoli sembra però impressionato dalla cosa, semplicemente ci accampiamo qualche chilometro prima, e domani dovremo fare una deviazione per evitare la città!
Martedì 18/09 - Day 10 - Choir-Ih Garzin Chulu

185 km (30 bike + 155 4x4) Q.max 1412m
Il mattino seguente ci allontaniamo velocemente in furgone dalla città malata, scopriremo poi che era solo un caso e per precauzione era stata isolate l’area. Quando cominciamo a pedalare realiziamo che sarà un’altra faticosa giornata controvento! In qualche tratto la pista si perde e fatichiamo a trovare la direzione, troviamo una gher con due ragazze a cui chiedere indicazioni, e come sempre l’ospitalità mongola ci impone una sosta per il pranzo con loro... i nostri autisti sembrano gradire particolarmente! La strada è ancora lunga per Ih Garzin Chulu (La grande roccia), dove arriviamo al tramonto. 
Mercoledì 19/09 - Day 11 - Ih Garzin Chulu-Mandalgovi

114 km (40 bike + 74 4x4) Q.max 1471m
Il campo gher è in un bello spiazzo nel mezzo di due catene di antiche roccie granitiche. La mattina una ragazza del campo ci accompagna faticosamente in bicicletta ad un giro della catena, alcune grotte, un monumento ovoo, ed un teatro naturale in una conca dova evidentemente l’acustica è ottima. Nel pomeriggio lasciamo il campo alla volta di Mandalgovi, oltre il quale su un bel promontorio montiamo le tende per la notte.  Amos, con grande meraviglia dei nostri amici mongoli, si corica fuori dalla tenda con il sacco a pelo per una notte sotto il tetto di stelle!... la smettesse almeno di cantare!.... 
Giovedì 20/09 - Day 12 - Mandalgovi-Tsaagan Suvraga

178 km (50 bike + 128 4x4) Q.max 1411m
Il panorama è ormai decisamente “desertico”, l’orizzonte è talmente ampio che ci sembra addirittura di intuire la curva del globo! La pista continua ad alternare leggere salite a interminabili spianate, ma la ripetitività del paesaggio non ci pesa per niente, affascinati dallo “spazio” infinito. Siamo sulla pista principale che porta al Deserto del Gobi, eppure incontriamo sicuramente molti più cammelli che mezzi! Per raggiungere il lontano campo di Tsaagan Suvraga dobbiamo percorrere ancora molti km sui 4x4, e la pista è tutt’altro che scontata! I nostri autisti hanno difficoltà a trovare la via, e con molte difficoltà riesco a convincerli sulla bontà delle indicazioni che ricavo dal GPS!
Venerdì 21/09 - Day 13 - Tsaagan Suvraga-Tsogt Ovoo

117 km (57 bike + 60 4x4) Q.max 1380m
Il campo si trova in una zona denominata “deserto dipinto”, una volta sommerso dal mare, a circa 25 km vi sono delle splendide incisioni rupestri che meritano senz’altro una visita. Da questo luogo veramente fuori dal mondo, sulla strada per ritornare alla “pista principale” per il Gobi, passiamo dalle Flamming Cliffs, ovvero una falesia di sedimenti calcarei con variazioni cromatiche notevoli. Poi la pista si fa piatta e ci godiamo la pedalata fino a mettere le nostre tende oltre il villaggio di Tsogot Ovoo. Ancora una notte nel silenzio assoluto sotto la luce della via lattea!

Sabato 22/09 - Day 14 - Tsogt Ovoo-Dalanzadgad
150 km (50 bike + 100 4x4) Q.max 1575m
Siamo ormai in piena regione del Gobi meridionale, eppure su questa terra desertica così arida riesce a crescere una sparuta erbetta, sufficiente ad alimentare greggi di capre e cammelli che ogni tanto incrociamo sulla pista. Nessun rilievo si oppone fra noi e l’orizzonte, in nessuna direzione! Affascinante! 
Facciamo due compere a Dalanzadgad, il capoluogo della provincia, poi proseguiamo direttamente fino al campo gher di Juulchin Govi 1, il primo campo così grosso ed organizzato che troviamo, segno evidente del turismo toccata e fuga vicino all’aereporto.
Domenica 23/09 - Day 15 - Dalanzadgad-Bayan Zag

70 km (bike) Q.max 1500m
Una tranquilla pedalata nel deserto del Gobi... sarà che siamo ormai abituati all’ambiente, ma non ci pare più neppure tanto desertico!! Bayan Zag è il luogo dove il palaeontologo Roy Chapman Andrews scoprì nel 1922 il più grande deposito di fossilii di dinosauro del mondo; fra questi il Velociraptor, reso famoso dal film Jurassic Park, e i resti pressochè completi di un enorme esemplare che abbiamo ammirato al museo di UB. Giriamo a lungo rapiti dal fascino di di queste terre rosse!
Lunedì 24/09 - Day 16 - Bayan Zag-Halzangyin Els-Bayan Zag

64 km (bike) Q.max 1268m
Una mezza giornata a cammello è una soluzione un po’ turistica, ma comunque esperienza diversa e da provare se ti trovi nel bel mezzo del Gobi! Il nostro stato d’animo è alle stelle, tutto sta andando per il verso migliore, i cammellanti si divertono un mondo nell’ascoltare Lele che per l’euforia canta in brianzolo al cammello... Nel pomeriggio partiamo in bici alla volta delle dune di sabbia di Halzangyin Els, una trentina di chilometri. A metà tragitto comincia a piovigginare, evento del tutto straordinario qui, ma da buoni mongoli non ce ne curiamo e raggiungiamo le dune, dove ci divertiamo in improbabili discese!
Martedì 25/09 - Day 17 - Bayan Zag-Bayandalay Pass

62 km (bike) Q.max 2195m
Una lunga salita con pendenza regolare conduce verso la catena di montagne che divide in due da est a ovest tutta la regione di Omnogov. L’ultimo tratto al Passo di Bayandalay (2200m) si fa ripido, peccato solo che la nuvolosità non rende merito alla cromaticità del luogo! Speriamo la meteo migliori domani, daltronde non abbiamo mai visto tre giorni consecutivi nuvolosi! Piazziamo le tende appena oltre il passo, in una bella conca prativa... niente farebbe pensare al deserto! Ci godiamo quest’ultima sera in tenda, forse non Lele, che con il suo leggerissimo piumino deve ingegniarsi per scaldare questa fredda notte!
Mercoledì 26/09 - Day 18 - Bayandalay Pass-Han Bogd

132 km (72 bike + 60 4x4) Q.max 2220m
Ci svegliamo con una fredda ma splendida alba, il cielo è di nuovo blu cobalto! La mattina trascorre pedalando su questo fantastico quanto inaspettato altopiano, e poi la lunga discesa fino a Bayandalay. Pranziamo sperduti in questo fantastico deserto. Poi di nuovo una lunga piacevole pedalata fino a Mutsog Els, dove avrebbero dovuto esserci delle dune, che però non ci sono più.... non importa, l’incontro con una donna che raccoglie l’acqua ad un pozzo e poi l’ospitalità nell’ennesima gher ci ripagano appieno. Il tragitto è ancora lungo per raggiungere il campo di Han Bogd, e a fatica con il fiuto degli autisti e il GPS ritroviamo la pista all’ultimo chiaro di luna!
Giovedì 27/09 - Day 19 - Han Bogd-Eagle Crek-Han Bogd

54 km (bike) Q.max 2438m
Ultimo giorno in bicicletta: andiamo fino all’imbocco della Valle delle Aquile, quindi abbandoniamo la bici per percorrere questa incredibile forra a piedi! Qui fino ad inizio estate resiste il ghiaccio, ed ancora adesso la temperatura è molto fresca! E pensare che siamo nel Gobi! Numerose aquile ci sorvolano, e nell’uscire incrociamo diversi roditori poco intimoriti dalla nostra presenza. Chiudiamo la splendida giornata con una cavalcata in un altra valle... e sognamo una traversata a cavallo invece che in mountain bike.... 

Venerdì 28/09 - Day 20 - Han Bogd-Dalanzadgad-UB
32 km (4x4) Q.max 1950m
E’ ora di lasciare questo sogno... all’alba scendiamo dall’altura del campo all’aeroporto di Dalanzadgad, dove voliamo alla triste Ulaanbaatar. La donna che attinge l’acqua nel bel mezzo del deserto del Gobi è così vicina eppure già così lontana.....
Ultima visita all’immenso mercato Zak Market, infine la sera ci rilassiamo in un “bagnoturco” Koreano ed è finita anche per quest’anno.... ma in aereo già fantastichiamo per un possibile “tris”!.... PV
Informazioni generali
Il gruppo che ha realizzato questo viaggio era composto da Paolo Vitali, Sonja Brambati, Amos Locatelli, Sergio Brambilla, Elide Scaccabarozzi, Raffaele Comi. 

Ci hanno accompagnato:Batbileg, Densmaa, Davaa e Ganaa.

Agenzie: pedalare senza un supporto, con borse, acqua, e senza conoscere quali piste imboccare è molto difficile e sicuramente bisogna prevedere almeno il doppio del tempo, facendo affidamento anche sulle famiglie di nomadi per ospitalità e qualche rifornimento. 
Su web potrete trovare numerose agenzie che organizzano viaggi in bici a prezzi simili, fatevi fare alcuni preventivi prima di scegliere.

Periodo consigliato: Fino a Giugno fa ancora molto freddo ed al nord non manca il ghiaccio. Luglio ed agosto sono sicuramente i mesi più caldi, ma anche quelli più piovosi, specie agosto. Settembre sembra essere il periodo migliore in quanto piove poco e le temperature sono ancora miti. Da ottobre riprende il freddo e molte località chiudono.

Grandinata

Quota: i punti più alti raggiunti a piedi o in bici sono intorno ai 2400m, per il resto si pedala tra i 2200 ed i 1300 metri, per lo più sui 1600-1800.

Temperatura: di notte e la mattina verso fine settembre si arriva già a zero. Fin mezzo giorno l’aria è sempre frizzante, poi nel pomeriggio con il sole si scalda decisamente fin superare ampiamente i 20°C. Appena tramonta il sole si passa dalla canottiera al piumino.

Visto: è necessario il  visto turistico valido 30 giorni. Si può richiedere il modulo che va rispedito compilato con una foto al consolato onorario in Italia (Torino) scrivendo all’indirizzo (mongolia@consolatodimongolia.it) o al consolato di Ginevra (mongolie@bluewin.ch ).

Viaggio aereo: La compagnia di bandiera mongola MIAT ha dei voli diretti estivi da Milano a Ulaanbaatar, ma fino all’ultimo è quasi impossibile avere certezza dei giorni orari e prenotazioni. Alternativa, volare AEROFLOT via Mosca o Pechino.

Cambio: In settembre 2007 ad un Euro corrispondevano T1650, Tugrik mongoli. Il costo della vita è molto più basso che in Italia.

Bike: Il terreno si presta particolarmente per la mountain bike: al di fuori di Ulaanbaatar, e le due direttive principali nord-sud ed est-ovest, non esistono strade asfaltate. Le strade principali sono sterrate simili alle nostre, ma tutte le altre sono spesso solo dei tratturi: due tracce di pneumatico nella steppa, percorribili solo da robusti 4x4, cavalli o bici. 

Portarle o noleggiarle: Il limite di 20 kg del bagaglio sui voli internazionali rappresenta un grosso vincolo per portare le proprie bici! In alcuni voli interni il limite di peso è di 15 kg, bagaglio a mano compreso, ma La tassa per il sovrappeso è bassa (T2000 per kg); non è detto però che vi imbarchino un bagaglio così ingombrante. Alcune agenzie hanno bici da noleggiare, ma non aspettatevi la stessa qualità delle vostre bici in Italia! In Mongolia la bicicletta è pochissimo diffusa, importate da Korea o Cina anche se vi diranno che sono americane!

Forature: nella zona del Gobi capita di forare, specialmente se si esce dalle piste, per via delle spine degli arbusti secchi!

Cartografia: esiste una cartografia russa al 500.000, forse reperibile su qualche sito web; sul luogo (grandi magazzini di stato) si possono trovare alcune carte turistiche al 2.000.000 molto vaghe, e la ROAD ATLAS al 1.000.000, che è sicuramente la cosa migliore.

Dormire: La sistemazione migliore è nelle Gher fisse dei campi, che servono a turisti e viaggiatori. Si tratta di campi simili ai nostri campeggi, con bagni e docce comuni, e solitamente una Gher più grossa che funge da ristorante. Le Gher dove si dorme hanno un diametro di circa cinque metri, ed ospitano due o tre letti, una rudimentale stufetta a legna e un mobiletto. Sono molto accoglienti e piacevoli. 

Tende proprie: Nelle tappe più lunghe non sempre si raggiungono questi campi, quindi bisogna avere con se tendine, sacchi a pelo, e materiale per cucinarsi. 

Elettricità: 220V come da noi, e le prese sono come le nostre vecchie a due poli senza terra. Solo i campi Gher più grossi e vicini alle città sono però collegati alla rete 220; per lo più usano pannelli solari, e raramente ci sono prese nelle Gher a cui attaccarsi. Per ricaricare le proprie batterie può a volte tornare utile un pannellino solare.

Telefono: al di fuori della capitale e delle rarissime cittadine non vi è mai segnale. In queste in vece si può usare il proprio GSM, ma con contratto, con quelli a ricarica non siamo mai riusciti a chiamare.

Indumenti: normali indumenti da bici, con l’aggiunta di una felpa pesante per le giornate nuvolose, una giacca leggera impermeabile, e indumenti caldi per mattina e sera. Sacco a pelo caldo per la notte, tende e materiale da cucina è generalmente fornito dalla agenzia se ne fate uso, altrimenti attrezzatevi!

Cibo: a meno che siate vegetariani, non vi è nessun problema per l’alimentazione, che è varia ma a base prevalentemente di carne (manzo, pecora, cavallo, yak). Qualche verdura, un po’ di pasta, cioccolato, latte, yogurt, pane ... non vi mancherà nulla!

Hot Springs: su questo percorso non abbiamo purtroppo trovato sorgenti termali. Ci siamo dovuti accontentare del bagno/sauna koreano di UB prima e dopo!

GPS: la cartografia WORLDMAP della GARMIN riporta incredibilmente, anche se con grossa approsimazione, le direttive delle principali piste. La guida Lonely Planet riporta invece le coordinate di molte località. L’insieme delle due cose ci è tornata spesso molto utile per ritrovare la retta via! Noi abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx. Potete richiederci via mail il database GARMIN dei nostri due viaggi.
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Mappa generale d’inquadramento
Altimetria e mappe ricavate da MapSource® MetroGuide® Europe rappresentano la traccia GPS rilevata usando Garmin® GPSMA60CSx
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Mappa del percorso UB - Khenti - Gobi
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