Da
UB al Khenti quindi sud fino al Gobi
Raramente
ci è capitato di tornare con i nostri viaggi negli stessi luoghi,
mai due anni consecutivi! Al mondo ci sono ancora talmente tanti paesi
da visitare..... Per la Mongolia abbiamo fatto un’eccezione, e
sicuramente
torneremo ancora! Il perchè di questa passione è presto spiegata:
con i suoi spazi immensi incontaminati e l’assoluta mancanza di strade
asfaltate e traffico la Mongolia si presta perfettamente per essere
girata
in mountain bike, per non dire poi della splendida cultura nomade che
anacronisticamente
resiste ovunque al di fuori della capitale! E’ così che dopo la
pedalata dello scorso anno dall’Hovsgol Lake, confine nord-ovest con la
Sibera, fino a Ulaanbaatar, quest’anno decidiamo di partire dalla
capitale
per raggiungere dapprima Dadal, al confine nord-est con la Siberia, e
poi
scendere all’estremo sud fino al deserto del Gobi. Nessuna mira
agonistica
o comunque di performance sportiva, piuttosto uno spirito goliardico e
di scoperta hanno sempre animato queste nostre esperienze mongole! La
bicicletta
è stato il mezzo perfetto per assaporare appieno questi spazi infiniti,
sicuramente noiosi se percorsi interamente su 4x4, non il fine ultimo
dei
nostri viaggi. E’ così che in questo resoconto non ritroverete tappe
forzate in sella, ma i chilometri sufficienti per godere del luogo, e
poi
completare le tappe più lunghe sul van a supporto. Le distanze sono
veramente notevoli, e per percorrerle completamente in sella
bisognerebbe
prevedere forse il doppio del tempo, oppure forzare senza poter
visitare
i luoghi e la gente. Con il nostro spirito invece quest’avventura si
può
prestare a molti bikers, più o meno allenati, basta dosare
correttamente
i km in bici... PV
Le
tappe del viaggio
Domenica
9/9 - Day 1 Ulaanbaatar
Abbiamo
solo un pomeriggio da passare nella capitale, Raffaele non era con noi
lo scorso anno, così lo accompagnamo a visitare le poche principali
attrattive: la piazza Sukhbaatar, il museo di Choijin Lama, il
monastero
Gandantegchinlen Khiid, il palazzo d’inverno di Bogd Khan, e
aggiungiamo
il museo di storia naturale, dove rimaniamo affascinati dall’enorme
scheletro
di dinosauro pressochè intero ritrovato nel Gobi da Andrews negli
anni 20! Cresce in noi la voglia di arrivarci..... Prima di sera
montiamo
finalmente i nostri mezzi, delle American Eagle acquistate in Korea. Il
telaio non è male, peccato che per via della statura dei koreani
non siano riusciti a recuperare bici oltre i 17 pollici... dovremo
adattarci!
Montiamo bici e materiale sul solito UAZ, e notiamo che l’altro mezzo,
il Mitsubishi Delica, ha una gomma “all’osso” ed una con delle brutte
ernie....
lo facciamo notare agli autisti, ma pare tutto OK!!.... in Italia non
saremmo
mai partiti neanche per Milano con quelle gomme....
Lunedì
10/9 - Day 2 - Ulaanbaatar-Har Zurhkh Hoh Nuur
217
km (37 bike + 180 4x4) Q.max 1734m
Percorriamo
un un lungo tratto di strada asfaltata da UB sulla direttiva principale
verso est (una delle due strade asfaltate!) con sosta ad una un’enorme
statua in inox ancora in costruzione all’immancabile Gengis Khan, a
dire
il vero un po’ stonata con l’ambiente circostante! Nel pomeriggio
finalmente
montiamo in sella ai nostri bolidi e la pedalata comincia! Abbandonata
l’asfaltata l’ambiente si fa subito entusiasmante, tratturi appena
tracciati
si snodano in sali e scendi per colline imprevedibilmente verdi! Amos
Lele
ed io ci attardiamo per delle foto e perdiamo contatto con Sergio Sonja
Elide ed i mezzi di appoggio.... mancano solo un paio d’ore al tramonto
e grazie a dei pastori realizziamo di aver imboccato la pista
sbagliata!
Non abbiamo scelta, cominciamo a percorrere a ritroso la pista sperando
di raggiungere prima del buio delle gher avvistate, per chiedere
ospitalità
per la notte.... l’idea di bivaccare fuori in calzoncini corti non è
allettante!! Per fortuna, al limite del buio incrociamo i mezzi che
erano
tornati alla nostra ricerca proprio in prossimità delle gher!!
Raggiungiamo
così il campo previsto al lago di Har Zurhkh Hoh, dove il pasto
caldo seduti ad un tavolo e la branda ci sembrano ancora più belli
di quel che sono.....
Martedì
11/09 - Day 3 - Har Zurhkh Hoh Nuur-Bayangol
45 km
(bike) Q.max 1650m
Il
piccolo lago alle cui sponde ci risvegliamo è il famoso luogo
dell’incoronazione
di Temugin in Gengis Khan, fa un certo effetto immaginare qui raccolti
i 100.000 guerrieri mongoli! Pedalando per queste colline abbiamo tutto
il tempo di assaporarne appieno il paesaggio, non ci pesa neppure
l’errore,
questa volta dei nostri autisti, che ci porta completamente fuori via
...
è grazie al GPS che rintracciamo la pista giusta, e raggiungiamo
il campo gher di Bayangol... il luogo è talmente bello e le gher
accoglienti che la fatica della giornata si vanifica sotto qualche
goccia
di doccia faticosamente riscaldata!
Mercoledì
12/09 - Day 4 - Bayangol-Binder
148
km (42 bike + 106 4x4) Q.max 1507m
A
pochi chilometri da Bayangol facciamo tappa al lago di Khangal, che di
anno in anno va ritirandosi, quindi un passo montano ci conduce alle
rovine
del monastero di Baldan Baraivan Khiid, il cui restauro è stato
purtroppo arrestato per beghe “burocratiche”, e rischia di riprendere
solo
in favore di uno sviluppo speculativo turistico! Un monaco ci ospita
nella
sua gher, l’ospitalità è sempre un’abitudine molto rispettata!
Il tratto successivo in direzione di Binder si sviluppa per pascoli
verdissimi
in quota, un ambiente da favola, lo ricorderemo come “la valle dei 7
orgasmi”....
sicuramente fra i chilometri più belli!!
Giovedì
13/09 - Day 5 - Binder-Dadal
110
km (57 bike + 53 4x4) Q.max 1180m
Assistiamo
al disassemblaggio di una gher e poi partiamo alla volta di Dadal,
terra
natale di Gengis Khan. Consumiamo la solita zuppa con carne nel
villaggio
di Bayan Adarga, più divertiti dall’interesse dei ragazzi per le
nostre bici che non interessati al pasto. Batbileg ci mette premura
nella
pedalata per arrivare “in orario” al “traghetto”... quando raggiungiamo
la rustica chiatta sulle rive dell’Onon ci vien da sorridere! Caronte è
a spasso con le pecore ed io mi tuffo in acqua per raggiungere l’altra
riva e condurre a noi la chiatta!... questa è Mongolia!
Venerdì
14/09 - Day 6 - Dadal-Binder
110
km (40 bike + 70 4x4) Q.max 1180m
Appuntamento
alle 9 con un pastore per un giro a cavallo verso il confine della
Siberia.....
attendiamo pazienti presso una baita isolata ai bordi della foresta...
alle 10 ancora nessuno! Desistiamo... anche questa è Mongolia. Torniamo
quindi verso Dadal, questa volta Caronte è sul ponte, ben 2 altri
furgoni attendono il passaggio, mai visto tanto traffico! Prima del
tramonto
proviamo a pescare, questi fiumi richiamano pescatori da tutto il
mondo,
stiamo per abbandonare quando qualcosa di enorme si attacca al mio
cucchiaino....
qualche minuto di lotta e poi si stacca... che emozione!
Sabato
15/09 - Day 7 - Binder-Henty-Omnodelgher
120
km (57 bike + 63 4x4) Q.max 1371m

Da Binder
puntiamo ora decisamente
a sud, la pista è sempre buona e nessun dislivello importante. Passiamo
il villagio di Henty, segnato sulle carte e sul GPS, ma non vediamo
anima
viva! Batbileg ci dice che ormai ci vivono solo tre famiglie...
scendiamo
di sella appena in tempo per evitare una violenta grandinata, evento
alquanto
raro, e mettiamo le nostre tende poco oltre Omnodelgher, godendoci un
bellissimo
tramonto con arcobaleno.
Domenica
16/09 - Day 8 - Omnodelgher-Delgerhaan
98 km
(bike) Q.max 1345m
Una
piacevole giornata in bici per la pianura mongola.... la mattina il
paesaggio
è ancora verdeggiante, poi passato il vilaggio di Jargalthaan
(incrociamo
per la prima volta una strada asfaltata!) si fa via via più brullo.
Cominciamo a farci un’idea della settimana che ci aspetta prima di
raggiungere
il deserto del Gobi! Per alcune ore un leggero vento ci soffia alle
spalle,
riusciamo così a pedalare tutti i 98 km di sterrata fino a Hodoo
Aral, dove però troviamo il campo gher deserto e chiuso! Idem al
decrepito campo di Dekgerhaan e le sue fantomatiche pool … poi dal
nulla
compare una signora su elegante suv, che ci indica una famiglia che ci
può ospitare in gher, l’improvvisazione fa parte del gioco!
Lunedì
17/09 - Day 9 - Delgerhaan-Choir (Sumber)
167
km (60 bike + 107 4x4) Q.max 1425m
Il
vento a favore di ieri è solo un piacevole ricordo... oggi si parte
controvento e tale rimarrà per tutta la faticosa giornata! Il primo
tratto è pure in salita fino al Passo “Four Devils”, da cui una
lunga discesa ci conduce allo sparutio villaggio di Kherlen Bayan.
Ancora
una volta ci domandiamo come sia possibile vivere in questi luoghi per
tutto l’anno, per tutta la vita!!... come passeranno il lungo inverno!?
Oltrepassiamo un grosso ponte, poi puntiamo alla città di Choir,
che non riesco a trovare sul GPS; solo quando ci avviciniamo realizzo
che
sulla nuova cartografia questa prende il nome di Sumber! Non possiamo
però
entrare nella città perchè blindata da militari in mascherina...
c’è la PESTE!! Nessuno dei nostri amici mongoli sembra però
impressionato dalla cosa, semplicemente ci accampiamo qualche
chilometro
prima, e domani dovremo fare una deviazione per evitare la città!
Martedì
18/09 - Day 10 - Choir-Ih Garzin Chulu
185
km (30 bike + 155 4x4) Q.max 1412m
Il
mattino seguente ci allontaniamo velocemente in furgone dalla città
malata, scopriremo poi che era solo un caso e per precauzione era stata
isolate l’area. Quando cominciamo a pedalare realiziamo che sarà
un’altra faticosa giornata controvento! In qualche tratto la pista si
perde
e fatichiamo a trovare la direzione, troviamo una gher con due ragazze
a cui chiedere indicazioni, e come sempre l’ospitalità mongola ci
impone una sosta per il pranzo con loro... i nostri autisti sembrano
gradire
particolarmente! La strada è ancora lunga per Ih Garzin Chulu (La
grande roccia), dove arriviamo al tramonto.
Mercoledì
19/09 - Day 11 - Ih Garzin Chulu-Mandalgovi
114
km (40 bike + 74 4x4) Q.max 1471m
Il
campo gher è in un bello spiazzo nel mezzo di due catene di antiche
roccie granitiche. La mattina una ragazza del campo ci accompagna
faticosamente
in bicicletta ad un giro della catena, alcune grotte, un monumento
ovoo,
ed un teatro naturale in una conca dova evidentemente l’acustica è
ottima. Nel pomeriggio lasciamo il campo alla volta di Mandalgovi,
oltre
il quale su un bel promontorio montiamo le tende per la
notte. Amos,
con grande meraviglia dei nostri amici mongoli, si corica fuori dalla
tenda
con il sacco a pelo per una notte sotto il tetto di stelle!... la
smettesse
almeno di cantare!....
Giovedì
20/09 - Day 12 - Mandalgovi-Tsaagan Suvraga
178
km (50 bike + 128 4x4) Q.max 1411m
Il
panorama è ormai decisamente “desertico”, l’orizzonte è talmente
ampio che ci sembra addirittura di intuire la curva del globo! La pista
continua ad alternare leggere salite a interminabili spianate, ma la
ripetitività
del paesaggio non ci pesa per niente, affascinati dallo “spazio”
infinito.
Siamo sulla pista principale che porta al Deserto del Gobi, eppure
incontriamo
sicuramente molti più cammelli che mezzi! Per raggiungere il lontano
campo di Tsaagan Suvraga dobbiamo percorrere ancora molti km sui 4x4, e
la pista è tutt’altro che scontata! I nostri autisti hanno difficoltà
a trovare la via, e con molte difficoltà riesco a convincerli sulla
bontà delle indicazioni che ricavo dal GPS!
Venerdì
21/09 - Day 13 - Tsaagan Suvraga-Tsogt Ovoo
117
km (57 bike + 60 4x4) Q.max 1380m
Il
campo si trova in una zona denominata “deserto dipinto”, una volta
sommerso
dal mare, a circa 25 km vi sono delle splendide incisioni rupestri che
meritano senz’altro una visita. Da questo luogo veramente fuori dal
mondo,
sulla strada per ritornare alla “pista principale” per il Gobi,
passiamo
dalle Flamming Cliffs, ovvero una falesia di sedimenti calcarei con
variazioni
cromatiche notevoli. Poi la pista si fa piatta e ci godiamo la pedalata
fino a mettere le nostre tende oltre il villaggio di Tsogot Ovoo.
Ancora
una notte nel silenzio assoluto sotto la luce della via lattea!
Sabato
22/09 - Day 14 - Tsogt Ovoo-Dalanzadgad
150
km (50 bike + 100 4x4) Q.max 1575m
Siamo
ormai in piena regione del Gobi meridionale, eppure su questa terra
desertica
così arida riesce a crescere una sparuta erbetta, sufficiente ad
alimentare greggi di capre e cammelli che ogni tanto incrociamo sulla
pista.
Nessun rilievo si oppone fra noi e l’orizzonte, in nessuna direzione!
Affascinante!
Facciamo
due compere a Dalanzadgad,
il capoluogo della provincia, poi proseguiamo direttamente fino al
campo
gher di Juulchin Govi 1, il primo campo così grosso ed organizzato
che troviamo, segno evidente del turismo toccata e fuga vicino
all’aereporto.
Domenica
23/09 - Day 15 - Dalanzadgad-Bayan Zag
70
km (bike) Q.max 1500m
Una
tranquilla pedalata nel
deserto del Gobi... sarà che siamo ormai abituati all’ambiente,
ma non ci pare più neppure tanto desertico!! Bayan Zag è
il luogo dove il palaeontologo Roy Chapman Andrews scoprì nel 1922
il più grande deposito di fossilii di dinosauro del mondo; fra questi
il Velociraptor, reso famoso dal film Jurassic Park, e i resti
pressochè
completi di un enorme esemplare che abbiamo ammirato al museo di UB.
Giriamo
a lungo rapiti dal fascino di di queste terre rosse!
Lunedì
24/09 - Day 16 - Bayan Zag-Halzangyin Els-Bayan Zag
64 km
(bike) Q.max 1268m
Una
mezza giornata a cammello è una soluzione un po’ turistica, ma comunque
esperienza diversa e da provare se ti trovi nel bel mezzo del Gobi! Il
nostro stato d’animo è alle stelle, tutto sta andando per il verso
migliore, i cammellanti si divertono un mondo nell’ascoltare Lele che
per
l’euforia canta in brianzolo al cammello... Nel pomeriggio partiamo in
bici alla volta delle dune di sabbia di Halzangyin Els, una trentina di
chilometri. A metà tragitto comincia a piovigginare, evento del
tutto straordinario qui, ma da buoni mongoli non ce ne curiamo e
raggiungiamo
le dune, dove ci divertiamo in improbabili discese!
Martedì
25/09 - Day 17 - Bayan Zag-Bayandalay Pass
62 km
(bike) Q.max 2195m
Una
lunga salita con pendenza regolare conduce verso la catena di montagne
che divide in due da est a ovest tutta la regione di Omnogov. L’ultimo
tratto al Passo di Bayandalay (2200m) si fa ripido, peccato solo che la
nuvolosità non rende merito alla cromaticità del luogo! Speriamo
la meteo migliori domani, daltronde non abbiamo mai visto tre giorni
consecutivi
nuvolosi! Piazziamo le tende appena oltre il passo, in una bella conca
prativa... niente farebbe pensare al deserto! Ci godiamo quest’ultima
sera
in tenda, forse non Lele, che con il suo leggerissimo piumino deve
ingegniarsi
per scaldare questa fredda notte!
Mercoledì
26/09 - Day 18 - Bayandalay Pass-Han Bogd
132
km (72 bike + 60 4x4) Q.max 2220m
Ci
svegliamo con una fredda ma splendida alba, il cielo è di nuovo
blu cobalto! La mattina trascorre pedalando su questo fantastico quanto
inaspettato altopiano, e poi la lunga discesa fino a Bayandalay.
Pranziamo
sperduti in questo fantastico deserto. Poi di nuovo una lunga piacevole
pedalata fino a Mutsog Els, dove avrebbero dovuto esserci delle dune,
che
però non ci sono più.... non importa, l’incontro con una
donna che raccoglie l’acqua ad un pozzo e poi l’ospitalità
nell’ennesima
gher ci ripagano appieno. Il tragitto è ancora lungo per raggiungere
il campo di Han Bogd, e a fatica con il fiuto degli autisti e il GPS
ritroviamo
la pista all’ultimo chiaro di luna!
Giovedì
27/09 - Day 19 - Han Bogd-Eagle Crek-Han Bogd
54 km
(bike) Q.max 2438m
Ultimo
giorno in bicicletta: andiamo fino all’imbocco della Valle delle
Aquile,
quindi abbandoniamo la bici per percorrere questa incredibile forra a
piedi!
Qui fino ad inizio estate resiste il ghiaccio, ed ancora adesso la
temperatura
è molto fresca! E pensare che siamo nel Gobi! Numerose aquile ci
sorvolano, e nell’uscire incrociamo diversi roditori poco intimoriti
dalla
nostra presenza. Chiudiamo la splendida giornata con una cavalcata in
un
altra valle... e sognamo una traversata a cavallo invece che in
mountain
bike....
Venerdì
28/09 - Day 20 - Han Bogd-Dalanzadgad-UB
32
km (4x4) Q.max 1950m
E’ ora di
lasciare questo
sogno... all’alba scendiamo dall’altura del campo all’aeroporto di
Dalanzadgad,
dove voliamo alla triste Ulaanbaatar. La donna che attinge l’acqua nel
bel mezzo del deserto del Gobi è così vicina eppure già
così lontana.....
Ultima
visita all’immenso
mercato Zak Market, infine la sera ci rilassiamo in un “bagnoturco”
Koreano
ed è finita anche per quest’anno.... ma in aereo già fantastichiamo
per un possibile “tris”!.... PV |
Informazioni
generali
Il
gruppo che ha realizzato
questo viaggio era composto da Paolo Vitali, Sonja Brambati, Amos
Locatelli,
Sergio Brambilla, Elide Scaccabarozzi, Raffaele Comi.
Ci
hanno accompagnato:Batbileg,
Densmaa, Davaa e Ganaa.
Agenzie:
pedalare senza
un supporto, con borse, acqua, e senza conoscere quali piste imboccare
è molto difficile e sicuramente bisogna prevedere almeno il doppio
del tempo, facendo affidamento anche sulle famiglie di nomadi per
ospitalità
e qualche rifornimento.
Su
web potrete trovare numerose
agenzie che organizzano viaggi in bici a prezzi simili, fatevi fare
alcuni
preventivi prima di scegliere.
Periodo
consigliato:
Fino a Giugno fa ancora molto freddo ed al nord non manca il ghiaccio.
Luglio ed agosto sono sicuramente i mesi più caldi, ma anche quelli
più piovosi, specie agosto. Settembre sembra essere il periodo migliore
in quanto piove poco e le temperature sono ancora miti. Da ottobre
riprende
il freddo e molte località chiudono.
Quota:
i punti più
alti raggiunti a piedi o in bici sono intorno ai 2400m, per il resto si
pedala tra i 2200 ed i 1300 metri, per lo più sui 1600-1800.
Temperatura:
di notte
e la mattina verso fine settembre si arriva già a zero. Fin mezzo
giorno l’aria è sempre frizzante, poi nel pomeriggio con il sole
si scalda decisamente fin superare ampiamente i 20°C. Appena tramonta
il sole si passa dalla canottiera al piumino.
Visto:
è necessario
il visto turistico valido 30 giorni. Si può richiedere il
modulo che va rispedito compilato con una foto al consolato onorario in
Italia (Torino) scrivendo all’indirizzo (mongolia@consolatodimongolia.it)
o al consolato di Ginevra (mongolie@bluewin.ch
).
Viaggio
aereo: La compagnia
di bandiera mongola MIAT ha dei voli diretti estivi da Milano a
Ulaanbaatar,
ma fino all’ultimo è quasi impossibile avere certezza dei giorni
orari e prenotazioni. Alternativa, volare AEROFLOT via Mosca o Pechino.
Cambio:
In settembre
2007 ad un Euro corrispondevano T1650, Tugrik mongoli. Il costo della
vita
è molto più basso che in Italia.
Bike:
Il terreno si
presta particolarmente per la mountain bike: al di fuori di
Ulaanbaatar,
e le due direttive principali nord-sud ed est-ovest, non esistono
strade
asfaltate. Le strade principali sono sterrate simili alle nostre, ma
tutte
le altre sono spesso solo dei tratturi: due tracce di pneumatico nella
steppa, percorribili solo da robusti 4x4, cavalli o bici.
Portarle
o noleggiarle:
Il limite di 20 kg del bagaglio sui voli internazionali rappresenta un
grosso vincolo per portare le proprie bici! In alcuni voli interni il
limite
di peso è di 15 kg, bagaglio a mano compreso, ma La tassa per il
sovrappeso è bassa (T2000 per kg); non è detto però
che vi imbarchino un bagaglio così ingombrante. Alcune agenzie hanno
bici da noleggiare, ma non aspettatevi la stessa qualità delle vostre
bici in Italia! In Mongolia la bicicletta è pochissimo diffusa,
importate da Korea o Cina anche se vi diranno che sono americane!
Forature:
nella zona
del Gobi capita di forare, specialmente se si esce dalle piste, per via
delle spine degli arbusti secchi!
Cartografia:
esiste
una cartografia russa al 500.000, forse reperibile su qualche sito web;
sul luogo (grandi magazzini di stato) si possono trovare alcune carte
turistiche
al 2.000.000 molto vaghe, e la ROAD ATLAS al 1.000.000, che è
sicuramente
la cosa migliore.
Dormire:
La sistemazione
migliore è nelle Gher fisse dei campi, che servono a turisti e
viaggiatori.
Si tratta di campi simili ai nostri campeggi, con bagni e docce comuni,
e solitamente una Gher più grossa che funge da ristorante. Le Gher
dove si dorme hanno un diametro di circa cinque metri, ed ospitano due
o tre letti, una rudimentale stufetta a legna e un mobiletto. Sono
molto
accoglienti e piacevoli.
Tende
proprie: Nelle
tappe più lunghe non sempre si raggiungono questi campi, quindi
bisogna avere con se tendine, sacchi a pelo, e materiale per
cucinarsi.
Elettricità:
220V come da noi, e le prese sono come le nostre vecchie a due poli
senza
terra. Solo i campi Gher più grossi e vicini alle città sono
però collegati alla rete 220; per lo più usano pannelli solari,
e raramente ci sono prese nelle Gher a cui attaccarsi. Per ricaricare
le
proprie batterie può a volte tornare utile un pannellino solare.
Telefono:
al di fuori
della capitale e delle rarissime cittadine non vi è mai segnale.
In queste in vece si può usare il proprio GSM, ma con contratto,
con quelli a ricarica non siamo mai riusciti a chiamare.
Indumenti:
normali indumenti
da bici, con l’aggiunta di una felpa pesante per le giornate nuvolose,
una giacca leggera impermeabile, e indumenti caldi per mattina e sera.
Sacco a pelo caldo per la notte, tende e materiale da cucina è
generalmente
fornito dalla agenzia se ne fate uso, altrimenti attrezzatevi!
Cibo:
a meno che siate
vegetariani, non vi è nessun problema per l’alimentazione, che è
varia ma a base prevalentemente di carne (manzo, pecora, cavallo, yak).
Qualche verdura, un po’ di pasta, cioccolato, latte, yogurt, pane ...
non
vi mancherà nulla!
Hot
Springs: su questo
percorso non abbiamo purtroppo trovato sorgenti termali. Ci siamo
dovuti
accontentare del bagno/sauna koreano di UB prima e dopo!
GPS:
la cartografia WORLDMAP
della GARMIN
riporta incredibilmente,
anche se con grossa approsimazione, le direttive delle principali
piste.
La guida Lonely Planet riporta invece le coordinate di molte località.
L’insieme delle due cose ci è tornata spesso molto utile per ritrovare
la retta via! Noi abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx. Potete
richiederci
via mail il database GARMIN dei nostri due viaggi. |
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