Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Dall’ Hovsgol Lake verso ovest a Olgiy
Primavera 2009, il nostro terzo viaggio in mountain-bike in Mongolia è già pianificato, partenza prevista ad inizio Settembre, manca solo di staccare il biglietto aereo, ma l’imprevisto è sempre in aguato! Mattina del 5 Maggio: Sonja si inventa un roccambolesco volo dal balcone di casa a terra mentre imbianca un pilastro, viva per miracolo, ma con osso del collo rotto (non figurato, frattura di Jefferson alla prima cervicale!) e polso spappolato. Naturalmente tutti i nostri bei piani vanno in frantumi, salvo che a Novembre, dopo uno miracoloso e strepitoso recupero di Sonja, ce ne andiamo tre settimane a pedalare per la Cambogia ... ma per la Mongolia nulla da fare. In passato mi era già capitato di organizzare qualche spedizione alpinistica in angoli remoti del pianeta, che poi per un motivo o per l’altro sono saltati. Beh, in quei luoghi non sono mai più riuscito ad andare! Temevo che anche per la Mongolia-tris sarebbe successo lo stesso, invece a Settembre 2011 finalmente il sogno si avvera. Barbalama ed Elide, che hanno vissuto con noi già le prime due esperienze non demordono, tutti gli altri sono nuovi alla Mongolia: Mario Franz Silvana Carlo e Lorenza. Ancora una volta l’affiatamento del gruppo sarà la chiave di una esperienza fantastica, per il resto l’ambiente magico della Mongolia fa il resto. Ogni giorno una sorpresa, un ambiente nuovo e panorami diversi! La gente i pastori ed il nostro team, guida autisti e cuoco, come sempre si rivelano affabili semplici e cordiali. Che altro, credo che la Mongolia sia uno dei luoghi migliori al mondo da visitare con la mountain-bike; noi abbiamo scelto la soluzione soft di un appoggio con mezzi 4x4, viaggiare soli è un’altra opzione, molto più dura e ambiziosa che può riservare altre forti emozioni, ma serve molto più tempo e sacrifici, scegliete la vostra soluzione e partite, noi faremo il possibile per tornarci!
Paolo Vitali

Il nostro percorso giorno per giorno
Domenica 11/Lunedi’ 12/Martedì 13 Settembre 2011 - Photo Gallery 
Milano-Mosca-Ulaanbaatar
L’inizio è decisamente in salita: ALITALIA come al solito tenta di estorcerci una tassa non dovuta per imbarcare le bici sul volo congiunto AEROFLOT, poi un’ora e mezzo di ritardo ci fanno perdere la connessione a Mosca, dove ci tocca passare quasi una giornata “prigionieri” dell’AEROFLOT in una stanza d’Hotel. Finalmente sbarchiamo a Ulaanbaatar, ma il volo per Moron viene cancellato per intense nevicate! Cominciamo bene ...  

Mercoledi’ 14 Settembre
Ulaanbaatar-Moron/Hatgal/Toilgot
Finalmente Moron! Sulla strada per Hatgal la neve aumenta sempre più, faccio gli ultimi chilometri per arrivare al nostro campo al Lago Hovsgol in sella con addosso tutti gli indumenti che posso! Gli altri mi danno del matto e tornano ai sedili del Uaz, non posso dargli torto! Le ger dimostrano la loro efficienza in queste nottate per noi gelide, il termometro scende a -18° C, ma qui in inverno sono abituati ai -40°! 


Gioveedi’ 15 Settembre

Toilgot-Ulaan-Uul
Il previsto passaggio per il Jiglegiyn Davaa è impensabile in queste condizioni, ripieghiamo sulla “strada” che dai pressi di Hatgal attraversa le Horidal Saridag Mountains, e anche questa pista sconnessa, coperta da 30-40 cm di neve mette alla prova i nostri autisti e i loro potenti Uaz! Oltre il passo però la neve diminuisce drasticamente, e scesi qualche centinaio di metri possiamo finalmente inforcare le nostre bici in direzione di Ulaan Uul, dove arriviamo felicissimi e stanchi a sera inoltrata. La temperatura esterna continua ad essere molto "frizzante", ci ralleghiamo molto della calda ospitalità nell'abitazione di legno di una famiglia locale!

Venerdi’ 16 Settembre
Ulaan Uul-Tsagaannuur
Il cielo è tornato blu cobalto come ce lo ricordevamo, la temperatura con il sole torna piacevole, anche se per pedalare siamo sempre ben coperti. L’ampia vallata da Ulaan Uuul a Tsagaanuur ci riserva una indimenticabile giornata in sella, tra i contrasti cromatici dei larici contro il terreno dorato e il cielo blu! Il fondo della pista è perfetto per pedalare e i dislivelli non eccessivi, alla nostra destra fanno da sfondo i 3000m delle montagne del Haridal Saridag. Una giornata da urlo, quello che ci voleva dopo un inizio difficile per gasarci un po’! 

Sabato 17 Settembre
Tsagaan lake
Il sogno sarebbe di riuscire a visitare l’accampamento degli uomini renna, ma come temevamo questo è troppo lontano: tre giorni a piedi per andare e tre per tornare. I sentieri non sono proprio ciclabili, ma proviamo comunque ad addentrarci nella foresta. Presto ci imbattiamo in un fondo umido e ingrovigliato di arbusti, impenetrabile in bici. Comunque interessante per l’ambiente, per gli uomini renna sarà per un’altra volta, speriamo!  

Domenica 18 Settembre
Tsagaannuur- Ulaan Uul
Per tornare a Ulaan Uul percorriamo la pista che passa da Renchinlumbe, nel bel mezzo della regione dei laghi. E’ un’altra di quelle giornate da segnare negli annali! Pedaliamo su terreno perfetto immersi in un panorama da favola, tra laghi di ogni dimensione, sempre con lo sfondo delle Horidal Saridag Mountains. La calda atmosfera famigliare ci accoglie ancora a Ulaan Uul. Verrebbe voglia di pedalare altre due settimane per queste vallate! 

Lunedi’ 19 Settembre
Ulaan Uul-Boshoi-Hadat
La pensavo una tappa facile, di trasferimento … la ricorderemo come la giornata dei guadi! Tutta la parte bassa della vallata che conduce a Bayanzurh è un continua guadare il torrente che solca il fondovalle, per fortuna la temratura si è alzata, e anche i piedi bagnati sono sopportabili. Il campo dove avremmo dovuto pernottare è ormai chiuso e incostudito, così si improvvisa il primo accampamento con le tende vicino al fiume. Un tramonto infuocato chiude questa splendida giornata. 

Martedi’ 20 Settembre
Boshoi Hadat-Tsagaan-Uul
Temevo che la strada segnata come nazionale, principale direttiva verso ovest, potesse essere troppo trafficata e persino “asfaltata” in qualche tratto ... ma la Mongolia non finisce di stupirci. Prima dobbiamo fare un paso in quota, ritroviamo la neve, alla nostra destra pochi chilometri ci separano dalla taiga Russa, poi una entusiasmante discesa per arrivare alla “città” di Tsagaan Uul.

Mercoledi’ 21 Settembre
Tsagaan Uul-Harboom
Giornata di su e giù in praterie sterminate, il terreno si fa via via più brullo e le ger dei pastori sempre più rare. La pista ogni tanto segue una sgangherata linea elettrica, ogni tanto si perde nei pascoli. Ormai siamo in perfetta simbiosi con la natura e la gente.


Giovedi’ 22 Settembre
Harboom-Baruunturuun
Ora assimiliamo le distanze e l’enormità del luogo dove ci troviamo. Questo tratto potrebbe sembrare monotono, queste immense praterie, la vegetazione rada, ma la vastitò ti riempe lo sguardo e il cuore mentre pedali, vorresti non finisse mai. Ma haimè i giorni a disposizione sono finiti .. quindi ci tocca anche percorrere qualche tratto a bordo del uaz, altrimenti non arriveremo mai a destinazione. Bello sarebbe fare tutto il tragitto dal primo all’ultimo giorno in sella, ma non basterebbero le ferie di due anni! 

Venerdi’ 23 Settembre
Baruunturuun-Uvs Lake-Ulaangom
La giornata più piatta. Arrviamo in vista dell’ Uvs Lake, che sembra lì a un tiro di schioppo e invece è sempre lontano! Anche l’ambiente desertico è affascinante, e quando, come in questo caso, la pista non è sabbiosa ma con un buon fondo duro, allla fine ne vien fuori una gran pedalata; su qualche tratto si può pure fare trenino e spingere i 30 all’ora. A Ulaangom per la prima volta dormiamo in un hotel, apprezziamo la doccia calda abbondante! 

Sabato 24 Settembre
Ulaangom- O.T. Camp
A Ulaangom ricompare l’asfalto ... ma dura pochissimi chilometri, dalla strada principale deviamo presto in direzione delle montagne del gruppo Kharkhira Turgen. Una lunghissima salita conduce al passo da cui si apre un ennessimo panorama nuovo! Un altopiano desertico se estende davanti a noi, e in fondo si ergono le montagne, le cui cime più alte arrivano a 4000 metri. Le piste vanno in tutte le direzioni, e come sempre nessuna segnaletica ... sbagliamo così la direzione e ce ne rendiamo conto solo dopo 15 km quando approdiamo in una inaspettata stretta gola! Arriviamo all’accogliente O.T Camp a sera. 

Domenica 25 Settembre
O.T.Camp-Q2610
La mattina una nuova sorpresa, ci svegliamo sotto una bella nevicata, e da quanto dicono i locali il brutto durerà qualche giorno. Aspettiano che si attenui, poi improvvisiamo una pedalata nella valle appena a ovest del campo. Siamo fortunati, una vaga traccia ci permette di pedalare fino a un passo (ma che dura!), e da qui con vento e neve portata raggiungiamo una quota a 2610m. Peccato la nuvolosità che non ci permette di ammirare il gruppo del Kharkhira Turgen che si estende verso sud. La sera godiamo la stufa calda dietro la schiena l’ottima “grigliata” locale con le pietre arroventate.

Lunedi’ 26 Settembre
O.T.Camp-Ureg Nuur
Ci svegliamo sotto una nevicata copiosa! Avremmo dovuto lasciare il campo, ma vista la meteo non è il caso di andare a stare con le tendine. Barba ed io proviamo la pedalata sotto la neve fino all’ Ureg Nuur, gli altri ci raggiungono con il uaz, poi smette di nevicare e la pedalata diventa godibile. La sera il nostro cuochino (un quintalino abbondante!) continua a sorprenderci con piatti sempre diversi e superlativi.

Martedi’ 27 Settembre
O.T.Camp-Monastero
Ancora freddo e nuvoloso, la nostra sosta all’O.T. Camp si prolunga ulteriormente, ma troviamo il modo di renderla piacevole. Un’altro faticoso passo in sella e una visita ai resti di un monastero buddista distrutto ai tempi dei Russi, e sul percorso numerose pietre tombali. Per chiudere in bellezza la sera il nostro cuochino (un quintalino abbondante!) continua a sorprenderci con piatti sempre diversi e superlativi a base di carne.

Mercoledi’ 28 Settembre
O.T.Camp-Achit nuur
Finalmente splende il sole e dal lago Ureg ci spostiamo fino all’altro grande lago della regione, l’Achit; li divide un passo a 2550m. Nel tragitto passiamo da un fantomatico villaggio ai bordi di una miniera di carbone a cielo aperto, le condizioni di vita ci sembrano impossibili ora, come faranno a sopravvivere l’inverno?!
Ancora una volta il nostro campo è in un luogo favoloso, proprio sulla riva del lago, contornato da antiche roccie granitiche rosse, con branchi di cavalli che di tanto in tanto passano a verificare cosa facciamo!

Giovedi’ 29 Settembre
Achit nuur- Hovd-Achit Nuur-Develiyn Aral
Pedaliamo in un fantastico ambiente desertico con all’orizzonte le cime innevate del gruppo montuoso dello Tsambagarav, che però ahimè non riusciamo a raggiungere: il fiume ad Hovd non si può guadare, e non ci rimangono giornate per aggirarlo. Puntiamo quindi in direzione di Olgiy, e mettiamo il nostro ultimo campo con le tende in un bosco d’orato dove vivono pastori nomadi Kazaki, che la sera ci ospitano nelle loro tende per lunghe chiaccherate.

Venerdi’ 30 Settembre
Develiyn Aral-Olgiy
Ultime ore in bici, poi montiamo definitivamente sui uaz con i nostri pazienti autisti, che ci hanno aspettato per tre settimane, e raggiungiamo la sonnolenta cittadina di Olgiy. Domani siamo ansiosi di assistere al famoso festival dei cacciatori con le aquile.


Sabato 1 Ottobre
Olgiy-Eagle hunting festival-Khovd
L’Eagle Hunting Festival è una manifestazione che da una dozzina di anni raccoglie i migliori cacciatori con le aquile di origine kazaka per una due giorni di competizioni. I cacciatori si sfidano per ornamenti e cavalcata, e principalmente per i tempi di richiamo della propria aquila da una collina raccogliendo una pelle di volpe trascinata dal cavallo. La dimensione contenuta ed i turisti non in numero eccessivo lasciano ancora alla manifestazione un sapore genuino, assolutamente da non perdere, anche solo per ammirare la bellezza delle aquile.

Domenica 2 ottobre
Khovd-Ulaanbaatar
L’ultimo scherzo delle linee aeree è l’annullamento del nostro volo da Olgiy a UB, così dobbiamo scarrozzarci un trasferimento notturno su uaz fino a Khovd, dove il mattino riusciamo finalmente ad imbarcare per la capitale.


Lunedi’ 3 ottobre
Ulaanbaatar-Milano
Tre settimane pedalando in Mongolia volano! La mente già vola alla prossima occasione ...
PV

Informazioni generali
Il gruppo che ha realizzato questo viaggio era composto da Paolo Vitali, Sonja Brambati, Sergio Brambilla, Elide Scaccabarozzi, Carlo e Lorenza Spinelli, Mario Manica, Franz Carrara, Silvana Zoppetti. 

Supporto: pedalare senza un supporto, con borse, acqua, e senza conoscere quali piste imboccare è molto difficile e sicuramente bisogna prevedere almeno il doppio del tempo, facendo affidamento anche sulle famiglie di nomadi per ospitalità e qualche rifornimento. Su web potrete trovare numerose agenzie che organizzano viaggi in bici a prezzi simili, fatevi fare alcuni preventivi prima di scegliere.Periodo consigliato: Fino a inizio Giugno fa ancora molto freddo ed al nord non manca il ghiaccio. Luglio ed agosto sono sicuramente i mesi più caldi, ma anche quelli più piovosi, specie agosto. Settembre sembra essere un ottimo periodo in quanto piove poco e le temperature sono ancora miti, ma non si può escludere qualche giornata “molto fresca”! Da ottobre riprende il freddo e la maggior parte delle località turistiche chiudono.
Quota: i punti più alti raggiunti a piedi o in bici sono intorno ai 2700m, per il resto si pedala tra i 2200 ed i 1300 metri, per lo più sui 1600-1800.
Temperatura: di notte e la mattina presto verso fine settembre si può andare sotto zero. Fin mezzo giorno l’aria è sempre frizzante, poi nel pomeriggio con il sole si scalda decisamente, a secondo delle zone fino anche i 20°C. Appena tramonta il sole si passa dalla canottiera al piumino.Visto: è necessario il  visto turistico valido 30 giorni. Si può richiedere il modulo che va rispedito compilato con una foto al consolato onorario in Italia (Torino) scrivendo all’indirizzo (mongolia@consolatodimongolia.it) o al consolato di Ginevra (mongolie@bluewin.ch ).
Viaggio aereo: La compagnia di bandiera mongola MIAT ha dei voli diretti estivi da Milano a Ulaanbaatar, ma fino all’ultimo è quasi impossibile avere certezza dei giorni orari e prenotazioni. Alternativa, volare AEROFLOT via Mosca o Pechino.
Cambio:
In settembre 2011 ad un Euro corrispondevano T1800, Tugrik mongoli. Il costo della vita è molto più basso che in Italia.

Bike:
Il terreno si presta particolarmente per la mountain bike: al di fuori di Ulaanbaatar, e le due direttive principali nord-sud ed est-ovest, non esistono strade asfaltate. Le strade principali sono sterrate simili alle nostre, ma tutte le altre sono spesso solo dei tratturi: due tracce di pneumatico nella steppa, percorribili solo da robusti 4x4, cavalli o bici.

Portarle o noleggiarle: Il limite di 20 kg del bagaglio sui voli internazionali rappresenta un grosso vincolo per portare le proprie bici! Nei voli interni il limite di peso è di 15 kg, bagaglio a mano compreso, ma la tassa per il sovrappeso è bassa (T3000 per kg); non è detto però che vi imbarchino un bagaglio così ingombrante. Alcune agenzie hanno bici da noleggiare, verificate bene la qualità!
Materiale: Anche se appoggiati ad una agenzia portate qualche strumento per riparazioni di base alle biciclette.Forature: molto rare, il peggior pericolo sono i vetri delle bottiglie rotte di vodka!

Cartografia: esiste una cartografia russa al 500.000, forse reperibile su qualche sito web; sul luogo (grandi magazzini di stato) si possono trovare alcune carte turistiche al 2.000.000 molto vaghe, e la ROAD ATLAS al 1.000.000, che è sicuramente la cosa migliore.

Dormire: La sistemazione migliore è nelle ger fisse dei campi, che servono a turisti e viaggiatori. Si tratta di campi simili ai nostri campeggi, con bagni e docce comuni, e solitamente una ger più grossa che funge da ristorante. Le ger dove si dorme hanno un diametro di circa cinque metri, ed ospitano due o tre letti, una rudimentale stufetta a legna e un mobiletto, sono molto accoglienti e piacevoli. Le ger kazake sono più alte e spaziose. Può capitare di essere ospitati in ger o case locali.Tende proprie: Nelle tappe più lunghe non sempre si raggiungono questi campi, quindi bisogna avere con se tendine, sacchi a pelo, e materiale per cucinarsi.

Elettricità: 220V come da noi, e le prese sono come le nostre vecchie a due poli senza terra. Solo i campi ger più grossi e vicini alle città sono però collegati alla rete 220; per lo più usano pannelli solari, e raramente ci sono prese nelle ger a cui attaccarsi. Per ricaricare le proprie batterie può a volte tornare utile un pannellino solare.
Telefono:
al di fuori della capitale si trova ricezione solo nel raggio di qualche decina di km dalle cittadine principali.
Indumenti: normali indumenti da bici, con l’aggiunta di una felpa e pile pesante per le giornate nuvolose, una giacca leggera impermeabile, e indumenti caldi per mattina e sera. Sacco a pelo caldo per la notte, tende e materiale da cucina sono generalmente forniti dalla agenzia se ne fate uso, altrimenti attrezzatevi!Cibo: a meno che siate vegetariani, non vi è nessun problema per l’alimentazione, che è varia ma a base di carne (manzo, pecora, cavallo, yak). Qualche verdura, un po’ di pasta, cioccolato, latte, yogurt, pane ... non vi mancherà nulla!

GPS: la cartografia WORLDMAP della GARMIN riporta incredibilmente, anche se con grossa approsimazione, le direttive delle principali piste. La guida Lonely Planet riporta invece le coordinate di molte località. L’insieme delle due cose ci è tornata spesso molto utile per ritrovare la retta via! Noi abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx e EDGE 800.

Mappa generale d’inquadramento
Altimetria e mappe ricavate da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando Garmin® OREGON 550t / EDGE705
Descrizione

Mappa percorso dall'Hovsgol Lake a Olgiy
Altimetria e mappe ricavate da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando Garmin® OREGON 550t / EDGE705
Descrizione

 Testi, disegni e immagini  Copyright  ©  2011 Paolo Vitali – www.paolo-sonja.net