Era
un bel giorno d’estate.
La lunga e dura camminata
per portarmi alla base della grande parete mi piacque. La grande parete
era come ricoperta da immaginari graffiti e ampie strisce scure salivano
verso il cielo. Se questa parete mi avesse dato la possibilità di
salirla e di farmi arrivare in alto sarei potuto entrare nel nuovo mondo
degli abissi e del vuoto dell’Alta Valtellina. Sentivo solo il rumore del
fiume giù in basso e mi sentivo così lontano dal mondo. Fu
sufficiente una lieve folata d’aria fresca per ritrovarmi che faceva già
sera. Ero stato per molto tempo a guardare, osservare, capire e studiare
una possibile linea di salita. Ero così entrato e non mi rendevo
conto nel cuore di quella parete. Ebbe così inizio per così
dire la storia dell’arrampicata moderna in Alta Valtellina. Ho arrampicato
molto su altre montagne per rendermi conto che le mie montagne erano quelle
da cui avrei potuto avere e dare di più. Fin da bambino ho imparato
ad amare la mia terra, le mie origini e ricordo sempre piacevolmente la
mia infanzia legata ai lavori contadini e del bosco. Spesso camminavo più
in alto che potevo per poter guardare lontano, altre volte arrampicavo
sugli alberi, su piccole pareti, e guardavo sempre l’orizzonte. I sentieri
non avevano segnali, ma ogni sasso, albero, radice era legato ad un ricordo,
ad un nome tramandato da generazioni ed erano sempre praticabili e tutti
si impegnavano a sistemarli ogni qualvolta ce ne fosse stata la necessità.
E’ per queste cose radicate dentro me, che mi sono ritrovato poi ad esternarle
verso l’ambiente più verticale. Le pareti arrampicabili in Alta
Valtellina non sono infinite, anzi direi forse limitate data la non certo
buona qualità della roccia. Un’attenta ricerca nel tempo, ha permesso
invece di poter tracciare delle vie di arrampicata molto interessanti,
sicure e divertenti. Una delle motivazioni più forti è stato
il fatto di poter creare degli itinerari innovativi in zona, dando così
agli appassionati del mondo verticale la possibilità di avere in
casa ciò che si poteva avere solamente sobbarcandosi tante ore di
viaggio. Questo fatto ha dato un nuovo impulso arrampicatorio in Alta Valtellina
e ora molto timidamente sono arrivati anche da fuori i primi ripetitori.
I terreni di gioco si stanno esaurendo ma ciò non toglie al fatto
che il futuro riserverà ancora nuove sorprese. La passione per le
montagne porta a tanti ricordi: attimi vissuti, emozioni, delusioni e fatiche
non fanno che arricchire lo spirito. Il tempo passato sui monti non sarà
mai sprecato se queste cose non invecchieranno con gli anni. Continuerò
la mia ricerca sempre con entusiasmo, e nelle fredde giornate d’inverno
mi soffermerò a ciò che è stato. Nelle sere dei bei
giorni d’estate guarderò i colori dei tramonti e il muoversi delle
nubi e viaggerò con loro, su nuove montagne, lontano oltre l’invisibile.
Eraldo
Meraldi