Agosto
‘13:
Pedalando nelle regioni più occidentali della Mongolia mi era balenata
l'idea
di un viaggio scialp sui 4000 di quelle lande remote, le montagne
dell'Altai,
avevo pure adocchiato qualche possibile obbiettivo, ma la logistica
dell'accesso con le tende rimaneva un problema.
Gli Altai si protendono però anche in Russia e
Kazakhstan, e così finalmente troviamo un'improbabile strada che dà
accesso ad
un campo di chalet nella valle del gruppo dell'Aktru (4044m),
anche se
non troviamo report di altri sciatori in zona decidiamo di provare
questa nuova
esperienza.
Comincia cosi' l'ideazione ed il lungo lavoro di
preparazione della nuova avventura scialpinistica per il 2014, ma il
tempo
vola, e in men che non si dica ci ritroviamo il 6
aprile ’14 al piccolo scalo aeroportuale di Gorno-Altaysk,
la
piccola capitale della Repubblica dell'Altai, regione autonoma della
Russia. Ci
accolgono Valery, Tatiana e Anastasia, che ci
accompagneranno ed
aiuteranno nel nostro viaggio fino al Campo; Tatiana (Tania) parla un
po’ di
Italiano e sarà la nostra interprete.
Ci attende un tempo uggioso, che rende il
paesaggio siberiano per i quasi 400 km di strada fino a Kuray
un po'
cupo e triste. La strada però è buona, ci fermiamo per la registrazione
del
visto turistico e la colazione, più avanti per uno spuntino; di tanto
in tanto
attraversiamo qualche paesino di case di legno e stalle, ma non
realizziamo
bene come si possa vivere qui con temperature che d'inverno scendono
sotto i
meno 40°C!
A Kuray trasbordiamo dal pulmino sullo ZIL 131,
un enorme mezzo militare che sembra essere l'unico in grado di
percorrere gli
ultimi trenta chilometri che ci separano dal Campo
nella Valle
dell'Aktru, a quota 2130 m.
All'inizio è una pista nei campi, molto simile a
quelle della vicina Mongolia su cui ci eravamo abituati a pedalare, poi
entriamo nella foresta di pini, la pendenza aumenta e il fondo
peggiora,
compare la neve, e da un ponte interrotto in poi capiamo perché questo
mezzo è
indispensabile! L'autista monta quattro catene sulle enormi ruote, ma
spesso il
mezzo sprofonda nella neve per via delle temperature anomale sopra lo
zero!
Sembra un miracolo raggiungere il campo col buio dopo mille manovre;
l'applauso
per l'autista è super meritato!
Ad attenderci ci sono Vladimir e Nikolai,
lì da qualche giorno per aprire e scaldare le casette; tutti sono
cordialissimi
e con loro si instaura subito un ottimo feeling, nonostante le
difficoltà
linguistiche. Prendiamo conoscenza del posto, ognuno spacchetta
il proprio materiale e si sistema nelle rustiche ma accoglienti stanze
in legno
ben riscaldate dalle stufe a legna; cena tardiva e, finalmente, il
meritato
sonno dopo questa interminabile giornata (anche con il cambiamento di
fuso sono
comunque circa trenta ore che siamo in viaggio!).
7
Aprile,
alle otto del mattino ci ritroviamo per la colazione, un po' tardi per
una gita
primaverile, ma ci serviva proprio una bella dormita ... un veloce
consulto
sulle cartine e decidiamo per una gita di ispezione sul ghiacciaio
Aktru
Grande: obbiettivo il Lago Blu (sul percorso per la
cima principale
dell'Aktru) ed eventualmente una cima secondaria ad est di questo, in
buona
posizione per capire dove siamo e identificare le gite migliori per i
prossimi
giorni.
Quando
ci incamminiamo le nuvole si stanno
diradando, man mano che saliamo la meteo si fa sempre migliore; alle 11
siamo
già al Lago Blu, e il cielo è pure blu, cobalto. Non una nuvola e non
un alito
di vento, non resistiamo alla tentazione: si punta diretti alla cima
principale
dell'Aktru!
Mancano ancora 1200 m di dislivello con un lungo
sviluppo sul ghiacciaio, ma abbiamo con noi imbraghi, corde e tutto il
materiale necessario; le giornate sono ormai lunghe, non possiamo non
approfittare di una giornata perfetta come questa!
Siamo fortunati: i crepacci sono ben chiusi,
tutto fila liscio, alla perfezione. Non senza fatica ci ritroviamo
felici sci
ai piedi sulla cima ovest dell'Aktru (4007 m). La
cima principale è
leggermente più a est, 37 m più alta, ma implica una affilata cresta
rocciosa
ed un ripido pendio ghiacciato, la cima ovest invece è perfetta e si
può sciare
tutta! Parliamo via radio con i nostri accompagnatori
russi che ci attendono al campo, faticano a capire dove siamo, troppo
presto
per la cima dell'Aktru: d'altronde ce la proponevano in due giorni con
un campo
al Lago Blu!
Passati
i crepacci sotto la cima la discesa è
semplice e piacevole, evitiamo il tratto fatto a piedi in salita su
morena
grazie ad un ripido canale che ha mollato al punto giusto, solo
l'ultimo tratto
per arrivare al campo ci fa tribolare un poco per via della neve molle,
la
temperatura è straordinariamente alta per la stagione.
Il primo meritato happy-hour a base di speck,
slinzeghe e grana ci aspetta, poi sperimentiamo la sauna a legna in
dotazione
al campo, che grazie a secchi di acqua calda e fredda da miscelare
funge anche
da doccia comune, una vera manna che ci ritemprerà e tonificherà ad
ogni gita.
Non abbiamo collegamenti che ci consentano di
avere previsioni meteo: ci si alza la mattina e si guarda fuori dalla
finestra,
così ci corichiamo senza idea di cosa faremo domani.
8
Aprile,
il sole splende: varrebbe la pena di fare una gita su un altro
ghiacciaio, ma
forse è meglio abbassare un po' il tiro per riprendersi
dal viaggio e dalla lunga gita di ieri,
così
propongo una gita "di ripiego", un canale che avevo adocchiato
salendo con lo ZIL sulla dorsale in destra orografica della valle,
prima dei
ghiacciai. Scendiamo con gli sci qualche chilometro nella valle e poi
imbocchiamo a destra il canale; man mano che saliamo realizziamo che si
tratta
di tutt'altro che un ripiego, bensì di un canale continuo per 1200 m di
dislivello, con pendenza via via crescente. Arriviamo sulla cima a
quota 3242
m, a sud ed ovest cime mozzafiato che farebbero la felicità di molti
scialpinisti (se vi fossero strade di acceso!), a est in lontananza
comincia
l'altopiano verso la Mongolia, affascinante! L'esposizione è nord-ovest
, in
discesa la neve tiene alla perfezione, tranne gli ultimi cento metri
dove
sprofondiamo, ma non ci rovinano la stupenda giornata. Torniamo felici
al Campo,
dove la sauna ci aspetta!
Un paio di amici Russi che erano venuti a valle
del Campo per guardarci con il binocolo mentre sciavamo nel canale, non
nascondono un poco di invidia; la cima pare non avere un nome, anche
sulle
carte è quotata ma senza nome, rimarrà dunque la "Q3242".
9
Aprile,
il sole splende ancora: qualcuno vorrebbe riposare, Roger si lamenta
che “la
meteo ci è avversa” ... ma naturalmente sono tutti felici di rimontare
sugli
sci per una nuova sortita!
Oggi la meta è il Kupol (3556 m),
l’accesso è per il ripido ghiacciaio Aktru Piccolo
ben visibile dal
Campo: guardandolo frontalmente sembra più un couloir crepacciato, ma
convinco
i miei compagni a non fidarsi delle apparenze!
Partiamo imbragati e con tutto il necessario per
questo tipo di terremo, poi salendo troviamo tutti i corridoi che
servono per
sciare senza legarci, anche se qua e là si vedono molti buchi e i
crepacci sono
vicini; l’ambiente è sicuramente severo, ma è il fascino di questa
gita. Un
ultima strettoia di ghiaccio tra due crepacci ci dà accesso al
pianeggiante
ghiacciaio superiore, che percorriamo poi lungamente a sinistra (si
incontra un
vecchio bivacco abbandonato), la cima sembra vicina ma è un effetto
ottico, ma
senza premura, in questa giornata perfetta di cielo blu e senza vento
ce la
godiamo! Ancora lo sguardo spazia verso la Mongolia, e ammiriamo un po'
compiaciuti la cima dell’Aktru che già abbiamo calcato.
Un po' di cautela in discesa nelle zone
crepacciate, e in men che non si dica ci ritroviamo ancora più
gongolanti al
Campo; poi il copione si ripete: happy-hour, riposo, sauna!
Di sera in sera Tatiana e Anastasia migliorano la
loro cucina, nonostante i limitati mezzi della rudimentale cucina (non
c'è
acqua corrente, Vladimir la porta a secchi dal vicino torrente), e dopo
l’immancabile zuppa ci servono altre pietanze a base di carne di
pecora,
patate, verdure, riso, farro. Per festeggiare le bellissime gite i
nostri soci
“Trentini” sfoderano tre litri di Teroldego D.O.C. ed una grappetta che
ha il
suo perché!
10
Aprile,
la meteo ci rema ancora contro, il cielo è ancora blu! Sarebbe il
momento per
un riposo, ma non vogliamo perdere nessuna occasione ... "carpe
diem"!
Ripartiamo imbragati per un giro che abbiamo
immaginato sulla cartina sul ghiacciaio Aktru Destro, la cui
parte inferiore
è divisa in due rami da un roccione di oltre 3000m. La prima
parte è
semplice, per bei pendii a lato della morena, poi saliamo il ghiacciaio
per il
ramo nord, che sembra chiudersi in un anfiteatro di pareti e canali
molto
ripidi. Proviamo a traversare a sinistra sul
ramo meridionale del ghiacciaio , ma
una zona di crepacci e ghiaccio
scoperto ci ferma. La giornata sembra conclusa. Insisto un poco col
gruppo per
continuare sul lungo pianeggiante ghiacciaio superiore, con la speranza
di
individuare un canale percorribile, e ancora una volta la fortuna ci
sorride! A
metà vallata un canale sulla destra sembra fattibile, la neve è dura ma
con
l’esposizione sud-est pian piano sta mollando quel poco che basta per
salire
con i ramponi e fare poi una splendida sciata. Sulla cima, che
scopriremo poi
chiamarsi Radistov (3634 m), tira un'aria gelida,
direi siberiana ...
peccato perché da qui avremmo potuto velocemente concatenare il vicino Passo
Maashei e il Pic Tamma (3736m), ma è
andata di lusso anche così!
Al caldo della stufa la sera è l’ennesimo
brindisi, ormai abbiamo finito il Teroldego e la grappa, ma di birra e
Vodka ce
n’è ancora per qualche festeggiamento ...
11
Aprile,
finalmente (!) un po' di bufera siberiana.
Qualcuno deve aver fatto la danza della pioggia
ieri sera, così oggi ci possiamo rigirare al caldo delle
coperte.
Si sistemano le foto, si studiano le cartine, una
partita al "due", l'immancabile sauna, il
guardiano dell’altro Campo (poco a
valle
del nostro) ci viene a far visita: lui passa qui tutto l’inverno da
solo ...
insomma la giornata vola via senza accorgersi!
12
Aprile,
la meteo è ancora incerta, i ghiacciai sono avvolti nelle nuvole e
soffia il
vento, ma abbiamo riposato abbastanza! Fissiamo la meta di oggi sulla
cima che
sovrasta il campo, l’Uchitel (3190 m), proprio di
fronte alla Q3242, qui
speriamo di essere sufficientemente al riparo dal vento.
Black, il bel cane lupo del Campo, ci segue fin
sotto la cresta rocciosa della cima, e poi in discesa. È la gita più
semplice
della nostra trasferta, sulla cima la meteo peggiora ma abbiamo il
tempo per
una bella discesa su neve trasformata.
Siamo agli
sgoccioli della nostra trasferta,
abbiamo ancora una giornata a disposizione, per l’ultima gita potremmo
ripercorrere la prima parte dell’Aktru e poi deviare a nord-est verso
alcune
cime intorno ai 3400 m, oppure verso il Passo Maashei e il Pic Tamma;
purtroppo
il ramo settentrionale del ghiacciaio Aktru Destro
che ci interessava
visitare non è in condizioni per poter essere percorso, mentre noi ci
sentiamo
abbastanza appagati dalle gite fatte. Decidiamo quindi per una giornata
di
turismo siberiano. D’altronde, chissà se e quando ci capiterà più di
visitare
queste remote regioni, e dunque vorremmo capire qualcosa di più!
|
Il
gruppo: Paolo
Vitali & Sonja
Brambati, Fedorini Salvadori, Franco Scotti, Renato Pizzagalli, Gianni
Corti, Franz Carrara, Ruggero Vaia, Denis e Vigilio Ganz,
Bruno
Piazzi.
Regione:
I Monti Altai sono una catena della Siberia meridionale, tra
Mongolia e
Russia, si estendono in parte anche in Kazakistan
e Cina.
Periodo
consigliato:
In pieno inverno (Dicembre/Febbraio) le temperature possono raggiungere
i -40°
C, quindi meglio aspettare l'inizio della primavera. Marzo/Aprile sono
i mesi
teoricamente migliori.
Accesso: In aereo da
Mosca a Barnaul
o meglio Gorno-Altaysk, quindi furgone/pullman a Kuray. Per gli ultimi
30 km da
Kuray al Campo nella valle dell'Aktru è indispensabile usare un mezzo
militare
4x4 tipo ZIL 131.
Visto: è necessario
il
visto turistico per la Russia, rilasciato dai Consolati Generali di
Milano o
Roma tramite agenzie turistiche con una lettera d’invito. A questo si
aggiunge
una particolare assicurazione medica riconosciuta, in genere rilasciata
dalle
stesse agenzie. Occorre anche registrarsi a Gorno-Altaysk per
l'ingresso nella
Repubblica dell'Altai.
Cambio: in aprile
2014 il
cambio corrispondeva a circa 50 rubli per 1 euro.
Cartografia: sul web è
possibile
trovare mappe militari russe in scala 25K e 50K.
GPS: Sempre molto
utile. Noi abbiamo usato un GARMIN OREGON 550T, su cui abbiamo
caricato la
scansione di alcune mappe locali con il metodo delle GARMIN
Custom Maps,
le curve di livello a 25m e le mappe stradali da
OpenStreetMaps.
Alloggi: In
strutture turistiche nei dintorni di Gorno-Altaysk
o Barnaul. Nella valle dell'Aktru vi sono due campi di chalet in
legno rustici ma accoglienti: una cucina e sala mensa, le
camere, una
sauna a legna con locale per lavarsi con secchi di acqua calda/fredda
da
miscelare. Non vi è acqua corrente, le toilette sono turche a
una
cinquantina di metri dagli chalet. Il personale addetto mantiene il
tutto,
provvede al riscaldamento a legna, all'approvvigionamento dell'acqua e
a
cucinare. Per far aprire il campo Occorre appoggiarsi ad una agenzia
locale.
Indumenti:
stesso equipaggiamento delle gite invernali sulle Alpi prevedendo
temperature
basse; un piumino e qualche indumento caldo per la sera.
Materiale:
ARVA, pala e sonda, ramponi e piccozza; i ghiacciai
sono abbastanza crepacciati, occorre avere con sé materiale specifico
(corda,
imbragatura,un paio di chiodi da ghiaccio, moschettoni e cordini).
Radio: Utile
per mantenere un contatto con il campo durante le gite, se vi
appoggiate ad una
agenzia potranno fornirne loro una coppia.
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