Cominciammo
nel Marzo 2004 con i monti Rila e Pirin in Bulgaria, poi fu la volta
dei Monti Tatra, prima dal versante Slovacco e poi da quello Polacco,
per poi continuare con la Turchia, l’Aladağlar e i vulcani Erciyes e
Hasan e l’anno successivo il massiccio del Kaçkar e Palandöken; poi
passammo al Caucaso Centrale, il Monte Kazbek e la zona di Gudauri dal
versante Georgiano e infine nella Repubblica Russa di
Kabardino-Balkaria per le valli di Adyrsu e Adylsu ... non credo vi sia
un razionale, ma i nostri viaggi scialp stanno sempre più prendendo una
piega verso Est, come una calamita che a fine inverno ci attira in
quella direzione!
Atterriamo
a Yerevan in piena notte, l’unico volo utile per raggiungere l’Armenia.
Non ci fermiamo nella capitale, che visiteremo al ritorno, e
raggiungiamo subito in bus Tsakhkadzor, una cittadina che fu fiorente
ai tempi dell’Unione Sovietica in quanto centro olimpico invernale.
Piombiamo subito nell’atmosfera post-russa: lungo
tutto il
percorso strade mal tenute, molte case diroccate, quelle intere mai
imbiancate ma rigorosamente lasciate coi mattoni grigi a vista, gli
uomini per la strada vestono in nero dalle scarpe al berretto. Il tempo
nuvoloso con qualche scroscio di neve e pioggia rinforza la sensazione:
ci sembra di essere arrivati in un paese in bianco e nero!
Dopo un paio d’ore di riposo facciamo la prima gita sul versante
opposto agli impianti di sci, con un vento patagonico, che ci fa
soffrire questa modesta quota 2746!
Il giorno successivo stesso copione nella zona del Passo Karkapan,
dobbiamo desistere dall’idea di salire il Monte Azhdahak 3598m per il
vento impossibile al passo, ripieghiamo alla Q2897 e quindi ritorniamo
al villaggio di Tshaghkashen. E’ domenica, non si
lavora.
Sulla piccola piazza del villaggio (parola grossa) ci
accolgono
uomini vestiti della festa con le scarpe nere a
punta
perfettamente lustrate, nonostante si aggirino per viuzze infangate e
piene di escrementi di vacche e capre, il nostro andamento goffo con
scarponi da sci e vestiti colorati come arlecchini solleva un po’ di
sorrisi e chiacchere. Nell’unico bazar del paese acquistiamo un po’ di
pane e caramelle (la birra è finita!), l’anziana signora dietro il
bancone ci fa il conto con il pallottoliere!
Nonostante la stagione avanzata il Passo Selim è chiuso per la neve,
dobbiamo quindi cambiare al volo il nostro programma: anticipiamo la
giornata di turismo e con un lungo giro raggiungiamo il monastero di
Khor Virap e alcune grotte, la sera siamo già alla stazione sciistica e
termale di Jermuk.
La
gita al
Mt.Kisirdag per un'evidente infinita serie di bei panettoni ci porta
nei pressi di una postazione militare a guardia del non lontano confine
con l'Azerbaijan, paese con cui l’Armenia ha appena smesso di
combattere una guerra, ma senza stipulare un trattato di pace!
Situazioni che sembrano appartenere ad un altro mondo!
La strada che conduce alle pendici del’Ishkhanasar passa nelle remote
regioni del sud di Vayots Dzor e Syunik, incastonate fra il
Nagorno-Karabakh a est e l'enclave azera di Naxcivan a ovest; poco
oltre la strada oltrepassa l'unico confine dell'Armenia con l'Iran.
Saliamo l’Ishkhanasar per una elegante cresta e scendiamo diretti nel
canalone frontale, una gita veramente perfetta!
Dalla cima mettiamo un piede in Nagorno-Karabakh, una regione contesa
fra Armenia e Azerbaijan, che ha deciso la sua indipendenza con un
referendum popolare, ma che nessuna comunità internazionale ancora
riconosce!
Su questa vetta realizziamo appieno la situazione critica dell’Armenia,
un paese uscito da recentissime guerre, con un’economia arretrata e
isolata geograficamente da una situazione politica molto complicata!
L’Armenia conta oggi circa tre milioni di abitanti, ma si stimano più
del doppio di persone per la diaspora a seguito del genocidio del 1915,
quando furono uccisi circa un milione e mezzo di persone! Geograficamente
l’Armenia risulta bloccata a ovest dai confini (chiusi nel 1993) con il
suo nemico endemico, la Turchia; a sud ovest l’Azerbaijan, altro nemico
per via della questione del Karabakh, territorio popolato da Armeni ma
completamente circondato da territori Azeri; a est ancora l’Azerbaijan;
a nord la Georgia, recentemente in guerra con la Russia, paese con cui
invece l’Armenia cerca di mantenere buoni rapporti per difendere i suoi
territori! Infine a sud un piccolo lembo di terra confina con l’Iran,
che nonostante sia un paese radicalmente islamico, è l’unico in buoni
rapporti con l’Armenia, di cultura cristiana.
Forse
proprio questo profondo attaccamento alle radici cristiane apostoliche,
che fa dell’Armenia il primo paese ufficialmente cristiano, e
indipendente dalla chiesa romana, è il collante che dà a questa
popolazione una così forte identità nazionale che gli permette di
resistere e continuare a lottare per la propria indipendenza. In questa
situazione di isolamento geografico, è già difficile capire come possa
sopravvivere un’economia ancora basata sull’esportazione di frutta,
vegetali e un po’ di vino e cognac verso la Russia, e invece pare che
negli ultimi dieci anni l’Armenia sia uno dei pochi paesi al mondo con
crescita a due cifre! Non possiamo che augurare che questo miracolo
Armeno continui, soprattutto con una risoluzione dei
conflitti
con i suoi vicini!
Ora che abbiamo la situazione armena un po’ più chiara nelle nostre
menti torniamo verso la capitale, e ci accoglie un favoloso tramonto
che illumina splendidamente il Monte Ararat, simbolo ufficiale
dell’Armenia, ma dal 1921 completamente in territorio turco!
Due giornate di pieno sole e completa calma di vento ci attendono per
la salita alla Cosmic Ray Station e quindi al Monte Aragats, con i suoi
4090 m la massima elevazione dell’Armenia; ci riesce difficile
immaginare la salita su questo interminabile altopiano con poca
visibilità o con il vento dei primi giorni, e invece ancora una volta
la fortuna ci assiste.
Da un punto di vista puramente sciistico queste cime non sono forse il
massimo, lunghe distanze e pendenze mai elevate, ma il senso di spazio
che ti circonda è qualcosa che riempie gli occhi, e ti lascia
un’immagine indelebile scolpita nella memoria! Grazie Armenia e armeni
per questo bellissimo viaggio ... sicuramente non l’ultimo verso est!
by
Paolo Vitali.
Panorama
verso
le cime Sud ed Ovest dell'Aragts appena partiti dal Cosmic Ray - Photo
R.Vaia
Un po’ di cronaca
del nostro viaggio
30/03 –
Milano-Mosca-Yerevan Il volo
notturno via Mosca è praticamente l'unico modo di
raggiungere questo remoto angolo del mondo!
31/03 – Yerevan-Tsakhkadzor
- Q2746
Arriviamo
la mattina presto (ore 05:20) all’aeroporto di Zvartnots. Andrey ci
aspetta con il nostro bus e ci spostiamo subito al paese di
Tsakhkadzor. Riposiamo un paio d'ore nell'elegante albergo di questa
località sciistica, ex centro olimpico ai tempi Russi, quindi in tarda
mattinata ci dirigiamo verso nord-ovest, sul versante opposto rispetto
agli impianti di risalita. Nella zona del villaggio Takyarlu
pelliamo e saliamo con
gran difficoltà a causa del fortissimo vento la Q2746.
La discesa non è male, ma inquadriamo quali possono essere le
difficoltà in questa regione se il vento dovesse persistere!
1/04 – Karkapan
Pass - Q2897
Con un
mitico Uaz raggiungiamo il villaggio di Tshaghkashen,
ma oltre non c'è Uaz che tenga ... ci tocca scarrozzarci tutto il lungo
accesso verso il Passo Karkapan! Poco male perchè oggi il vento è
veramente patagonico, impossibile proseguire oltre il passo verso il
nostro obbiettivo, il Monte Azhdahak
3598m. Ripieghiamo sulla Q2897
e da questa torniamo al villaggio, dove facciamo merenda attorniati da
incuriositi locals, rigorosamente vestiti di nero, con scarpe laccate
pur in mezzo a stradine impaltate. Nell'unico negozietto del villaggio
ammiriamo l'anziana padrona fare i conti con un vetusto pallottoliere!
2/04 Passo
Selim - Jermuk
Il
programma di massima per oggi prevedeva la salita di un paio di cime
dal Passo Selim, ma la strada è chiusa per la troppa neve ventata.
Considerato il vento a raffiche fortissime decidiamo di anticipare la
giornata turistica al monastero di Khor Virap e alcune grotte. La sera
raggiungiamo una altra stazione sciistica e termale a Jermuk
(pron. gèrmuk). La
cittadina è carina e il centro termale merita una visita post
sciistica!
3/04 Mt.Kisirdag
Q2927
Mattino
ancora ventoso e perturbato. Attendiamo pazientemente fino a tarda
mattinata il promesso miglioramento, che effettivamente arriva. C'è
anccora tutto il tempo per una bella salita al Mt.Kisirdag, un'evidente
infinita serie di bei panettoni proprio all'ingresso del villaggio.
Poco sotto la cima vediamo in lontananza una postazione di militari a
guardia del non lontano confine con l'Azerbaijan, per noi cose
"dell'altro mondo"!
4/04 Mt.Ishkhanasar
3550m
La
lunga strada da Jermuk verso l'Ishkhanasar conduce nelle remote regioni
del sud Vayots Dzor e Syunik, incastonate fra il Nogorno Karabakh a est
e l'enclave azera di Naxcivan a ovest; poco oltre la strada oltrepassa
l'unico confine dell'Armenia con l'Iran.
Questa cima, originariamente non in programma, ci ha regalato una
salita ed una sciata incredibilmente belle! Dalla cima due passi oltre
... ora abbiamo messo piede anche in Karabakh!... :-) La discesa è
superlativa, direttamente nel canale centrale che lungamente abbiamo
osservato in salita! E la giornata non è ancora finita: sulla strada di
ritorno a Yerevan visitiamo il bellissimo monastero di Noravank, e
prima di Yerevan un favoloso tramonto illumina splendidamente il vicino
più famoso Ararat!
5/04 Cosmic
Ray-Q3424m
La
strada da Yerevan passa Byurakan e termina al villaggio di Antarut.
Sotto un sole caldo e cielo blu cobalto ci incamminiamo
sull'interminabile strada innevata che conduce all'osservatorio Cosmic
Ray, sulle rive del Kari Lich. Quasi sedici chilometri scorrono senza
pesare troppo sotto le nostre pelli, e vien da pensare come sarebbe
stato in caso di brutto tempo, con scarsa visibilità, o magari con il
vento dei primi giorni ... siamo proprio fortunati. Prima del Cosmic
Ray abbiamo il tempo per una deviazione sulla Q3424, e una bella
discesina diretta sulla casetta meteo che ci ospiterà questa notte.
L'alloggio è molto spartano, due letti imbarcati e gli altri per terra
... la latrina è d'altri tempi ... ma un improvvisato tavolo da
ping-pong ci fa dimenticare ogni difficoltà! La sera si pasteggia
all'Armena, a brindisi di vodka, e sull'armonica di Ezio chiudiamo
cantando Bandiera Rossa per la felicità dei nostri ospiti.
La
salita alla cima sud dell'Aragats (3897m) è priva di ogni difficoltà,
almeno in una giornata con la meteo perfetta come oggi! Scendiamo sul
versante opposto per salire anche la cima ovest (4080m). Questa ha
l'ultimo tratto un po' più ripido, l'ultimo pendio innevato a sinistra
ha qualche placca, che preferisco evitare di caricare in 11!... quindi
gli ultimi metri sono a piedi sulla facile ampia cresta sud. Ci sarebbe
ancora tempo e voglia per traversare al colle tra cime est e cima nord,
per una salita alla più alta cima nord (4095m), ma questa si presenta
priva di neve per il vento dei giorni scorsi, quindi desistiamo e
sciamo al Cosmic Ray. Dopo un'abbondante merenda mettiamo ai voti se
rimanere ancora una notte: la mancanza di altre cime da salire il
mattino successivo e un letto comodo a Yereven vincono. La discesa dino
ad Antarut si rivela tutt'altro che monotona su neve trasformata che
tiene perfettamente ... e una bella grigliata Armena ci attende la
sera! Altra giornata vissuta intensamente.
Una
giornata di relax e turismo ci sta alla perfezione al termine di una
tournèe scialp ... a zonzo per i mercati della capitale osserviamo
anche il cielo che viavia si annuvola e nel pomeriggio sulle montagne è
già prevista neve! Quanto siamo stati fortunati ... meglio di così non
poteva andare, ma è già finita ... già tempo di cominciare a pensare
alla prossima. By
Paolo Vitali.
Informazioni
generali
Il
gruppo
ormai collaudato e super-affiatato era composto da: Paolo &
Sonja
con Ruggero Vaia, Rino Salvadori, Denis e Vigilio Ganz, Franco
Scotti, Bruno Cacciatore, Ezio Varesco, Umberto Isman, Bruno
Piazzi.
Regione:
Il Piccolo Caucaso, o Caucaso Minore, le montagne dell'Armenia si
ergono fino ai 4090m del Mt.Aragats dall'altopiano mediamente ad una
quota di 1500m. Sono quasi tutti vulcani, quindi più o meno salibili
con gli sci da ogni parte, ma bisogna fare molto attenzione agli
sviluppi. Cercare l'aproccio più breve è indispensabile, e comunque una
buona dose di falsopiano va messa in conto. Uno scialp quindi
differente per lo più da quello che abitualmente pratichiamo sulle
Alpi; chi ama i grandi spazi troverà il suo pane!
Periodo
consigliato: fine Marzo inizio Aprile dovrebbe essere il
periodo
migliore per sciare. Prima è troppo freddo e dopo mediamente piovoso.
Accesso:
in aereo via Mosca alla capitale Yerevan. Il territorio Armeno è
abbastanza piccolo, da Yerevan si raggiungono brevemente
tutte le
località con un bus o taxi. Su alcune strade è necessario un mezzo 4x4.
Visto:
è necessario
il visto turistico, che si può fare all'arrivo all'aeroporto
di
Yerevan, costo circa 7 US$. Verificate eventuali cambiamenti dopo il
2012.
Cambio:
in Aprile 2012
il cambio era circa 511 ADM (dram) per 1 euro.
Cartografia:
su web
è possibile trovare mappe militari russe in scala 20K dettagliate
con curve di livello fino a 20 metri. Alloggi:
nella capitale e solo nelle città maggiori è possibile trovare alberghi
di livello medio e alto, altrimenti Hotel e B&B più
modesti.
Per la salita al Mt.Aragats è possibile alloggiare nella casa della
famiglia addetta alle rilevazioni meteo alla stazione Cosmic Ray nei
pressi del Lago Kara Lich.
Meteo:
a inizio Aprile abbiamo sofferto due/tre giorni di vento fortissimo,
abbastanza normale in queste zone, poi bel tempo stabile per i restanti
5 giorni, con neve quasi completamente trasformata. Un paio di
settimane prima di noi, a fine Marzo altri, altri amici hanno trovato
polvere e molto freddo. Indumenti:
equipaggiamento
alpino invernale "a cipolla", un piumino e qualche
indumento
caldo per la sera.
Materiale:
ARVA, pala e
sonda, ramponcini, non servono piccozza corda e altre attrezzature da
ghiacciaio. Predisporsi
sempre
per autosoccorso e costruzione barella, meglio non contare troppo su
aiuti
esterni! GPS:
con bel tempo le salite sono semplici e molto logiche, ma dovesse
subentrare nuvolosità o nebbia improvvisa non vorrei essere
nei
panni di uno scialpinista senza GPS. Noi abbiamo usato un GARMIN
OREGON 550T, su cui abbiamo caricato la WorldMap di
GARMIN e
le curve di livello al 20K dalle mappe Russe.
Panorama
360° dalla cima
sud del Mt.Aragts
Panorama
180° dalla cima sud del Mt.Aragts, si vedono le cime ovest - nord ed est
Panorama
360° dalla cima sud del Mt.Ishkhanasar
Mappa
generale
d’inquadramento
Altimetria
e mappe ricavate
da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando
Garmin® OREGON 550T