Paolo Vitali & Sonja Brambati
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Il Monte Kazbek 5047m
Caucaso Centrale
M.Kazbek 5047m
2 - 13 Aprile 2009
ski-mountaineering
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Discesa dal Sadzele con il Kazbek sullo sfondo
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Pur amando geografia e storia faccio una fatica improba a realizzare e memorizzare luoghi ed avvenimenti lontani “a secco”.... l’unico modo di focalizzarli è viverli! Sarà forse questa una ragione che mi spinge continuamente a viaggi in luoghi remoti e dalla cultura completamente diversa dalla nostra, possibilmente abbinando una delle attività outdoor preferite: sci, arrampicata, mountain bike! 
Avevo immaginato questo viaggio un paio di anni fa, prima del conflitto Russo-Georgiano sul confine dell’Ossezia! Ho temuto di non poterlo organizzare fino all’ultimo, e ancora ora sono sorpreso di poterci essere andato in questa situazione! Si, perché temo che i problemi territoriali fra Russia e Georgia siano tutt’altro che superati: la Georgia non pare assolutamente rassegnata ad aver perduto la regione di Samachablo, quella che i Russi impropriamente chiamano Ossezia del Sud, ma che con l’Ossezia non ha nulla a che vedere, né geograficamente né culturalmente, visto che un’ardua catena di montagne del Caucaso le separa nettamente!
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Panorama 360° dalla cima del monte Kazbek
Tbilisi by nightArriviamo a Tbilisi via Istanbul con un volo notturno, i più economici e forse al momento gli unici possibili sulla capitale Georgiana. Siamo assonnati e neppure le sferzate di vento e pioggia appena fuori dall’aeroporto riescono a svegliarci. Gudauri non è molto lontana dalla capitale, ma non temiamo molto la meteo, confidiamo nella nostra proverbiale fortuna, che ci ha sempre assistito in ogni viaggio! 
Il pulmino su cui viaggiamo è un po’ “costretto”, ma nonostante la strada sia meglio di quanto mi aspettassi l’andatura è lentissima, con frequenti soste: per un centinaio di chilometri impieghiamo più di tre ore! Non incrociamo praticamente nessun mezzo, forse per i Georgiani viaggiare di notte è alquanto insolito ed il nostro autista sembra molto insofferente al suo posto Salita al Sadzele 3307mdi guida. 
Scaricati i bagagli in una delle poche strutture con standard europei di Gudauri rinunciamo ad un pisolino e partiamo subito con gli sci, ma vista le stanchezza del viaggio sfruttiamo le seggiovie per guadagnare il monte Kudebi 3007m. Dopo una breve discesa saliamo al monte Sadzele 3307m per una affilata cresta, la discesa è su ottimo firn, ma non molto lontano dagli impianti. La guida che è con noi vorrebbe già rientrare sciando fino a Gudauri, ma non senza fatica lo convinciamo (obblighiamo...) a ripellare una seconda volta per risalire al passo Kobi e quindi al monte Pitara 3183m. Il sole ha scaldato, e il firn ha mollato un po’, ma la pendenza è tale da permettere un’ottima sciata, con qualche cautela iniziale per testare la tenuta del pendio! [Photo-Gallery]
PolevereIl giorno successivo la meteo georgiana si rivela subito nella sua estrema variabilità: nevica e la visibilità è quasi nulla. Nella speranza in un successivo rasserenamento partiamo comunque dal passo Jvari verso il monte Khorisar 3736m. Fatichiamo tanto a trovare il complicato passaggio sulla dorsale quanto a convincere la guida locale a proseguire nella nebbia! Sono abituati a muoversi solo con il bello (e in eliski!...), non riescono a comprendere il nostro tentativo di sfruttare ogni possibilità, inoltre non usano GPS e non si fidano come noi a proseguire nella nebbia guidati esclusivamente dalle curve di livello sul display! L’atteso miglioramento però non arriva, e non possiamo continuare troppo questa gita dallo sviluppo abbastanza complicato... per oggi si rientra presto, a sfruttare l’ottima sauna in Hotel!  [Photo-Gallery]
Discesa dalla cima del LomisaProprio di fronte a Gudauri, sul versante opposto della valle, si erge una bella cresta affilata, confine naturale con la disputata regione di Samachablo. Una serie di cime su questa cresta prendono il nome di Lomisa, la più alta 2452m ma poco sciistica, mentre la 2385m nonostante la quota relativamente bassa offre una bellissima sciata grazie all’esposizione a nord. Dalla cima propongo un concatenamento con breve passaggio sul versante opposto, ma il nostro amico georgiano molto scenograficamente mi riporta sul lato ancora georgiano “the Russian look at us, very dangerous!”. Non ci resta che sfogare le nostre energie residue con una discesa dal canalino sotto la vetta e risalita, poi tornai a Gudauri abbiamo ancora il tempo di una salita con le pelli alla Q2508 a sud del Kudebi, fantastica discesa sul ripido versante ovest e birretta al bar delle piste.... cominciamo ad acclimatarci! [Photo-Gallery]
Arrivando alla Betlemi Hut spunta la mole del KazbekSiamo al clou del nostro viaggio, il Kazbek 5047m! Da Gudauri partiamo per Kazbegi, ma subito dopo il passo Jvari il primo grosso ostacolo: un vecchio camion è scivolato sul ghiaccio in una galleria e si è incastrato di traverso ostruendo completamente la galleria! Non si passa, inutile chiedere previsioni sui tempi di rimozione!.... Ci mettiamo in spalla tutto il nostro materiale e partiamo con gli sci a lato della strada, nel frattempo il nostro amico georgiano riesce a trovare un minibus che da Kazbegi ci viene incontro! In ritardo sulla tabella di marcia riusciamo a metterci in cammino da Kazbegi per il rifugio Betlemi 3685m. Quando lo raggiungiamo le nuvole si stanno aprendo e dietro compare in tutta la sua bellezza ed imponenza il Kazbek! La favola è subito spezzata però dallo squallore del rifugio Betlemi, freddo e sporco rimasuglio di una grossa stazione metereologica dell’Unione Sovietica, che si presenta tutt’altro che confortevole e non invoglia certo a rimanervi più a lungo del minimo indispensabile!  [Photo-Gallery]
Sotto la Q4517 diretti al KazbekSerata ventosa e fredda ma serena, poi di notte cala il vento e la mattina successiva è perfetta! Il programma prevedeva una salita di acclimatamento al monte Ortsveri 4258m, e il nostro amico georgiano oppone forte resistenza alla nostra irremovibile intenzione di sfruttare la bella giornata per puntare direttamente alla cima del Kazbek! La meteo è troppo bizzarra per sciupare un’occasione buona, solo Bepi ha un po’ di malessere per la quota e si ferma al rifugio, tutto il resto del gruppo sale deciso verso l’obbiettivo! La salita non presenta difficoltà particolari fino all’ampio colle a quota ca 4500m, appena a destra della Q4517
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Panorama 180° dal colle Q4500 sotto il Kazbek
Da qui comincia un lungo diagonale via via più ripido che porta all’ultimo colle fra le due cime del Kazbek. Il vento ha spazzato completamente la neve, saliamo con i ramponi e per essere più sicuri e veloci preferisco fissare qualche spezzone di corda, in breve ci ritroviamo tutti in cima con una vista perfetta che spazia su montagne sconosciute del Caucaso e sulla pianura che si estende verso la Cecenia. Grazie agli spezzoni fissati scendiamo veloci anche se il gruppo è molto numeroso, passo per ultimo e recupero tutto il materiale, per poi ridistribuirlo dove abbiamo lasciato gli sci! All’inizio la neve non è bella, con grossi sastrugi, ma non ci facciamo molto caso per la grande soddisfazione della cima, poi migliora e sciamo bene fino al Betlemi, dove si festeggia a vodka e brodo! [Photo-Gallery]
Seconda notte al Grand Hotel Betlemi, la soddisfazione per la salita mitiga il degrado della struttura! 
Sulla piazza di KazbegiSveglia ancora prima dell’alba, i più coriacei vorrebbero salire oggi la cima di acclimatamento, il monte Ortsveri, prima di intrapendere la discesa verso Kazbegi, ma la meteo è già cambiata, nuvole scure salgono dal fondovalle e la visibilità è già compromessa.... torniamo volentieri a riposare nel sacco a pelo ancora caldo, un paio d’ore di gustato sonno prima della meritata discesa a Kazbegi. La visibilità è ridotta nel primo tratto, il GPS ci salva dall’imboccare la vallata sbagliata, e un firn fantastico ci perdona ogni errore causato dallo zaino pesante! Poi in basso le nubi si diradano e godiamo al meglio l’ultima parte di discesa, compresa una visita alla Tsminda Sameba (Santa Trinità), chiesa del 1300 a 2170m simbolo di bellezza, determinazione e devozione per tutta la Georgia. Ancora il tempo per una birra per le desolate vie di Stepantsminda, come è tornata da poco a chiamarsi Kazbegi, antico crocevia commerciale e turistico in declino dopo la chiusura delle frontiere con la Russia, e poi ci avventuriamo sull’ultimo tratto di strada militare nelle Gole di Dariali fino al vietato confine: nulla di speciale da vedere, solo il fascino misterioso del luogo, e un po’ di brividi d’avventura nel passare col minibus su ponti e viadotti malmessi e parzialmente coperti da frane!
La sera siamo ospiti in una casa di Kazbegi, sembra di fare un salto nel passato di almeno cinquant’anni, ai tempi dei nostri nonni, e i nostri ospiti sono nonni gentili e cordialissimi come da nelle migliori usanze georgiane! [Photo-Gallery]
Trasporto localiMattina ancora perturbata, ritorniamo verso Kobi, prima di questo una pista scende verso destra ad attraversare il fiume Terek su un ponticello di ferro, poi la pista malmessa (che presumo rimanga chiusa buona parte dell’inverno!) risale fino al villaggio di Kanobi, poche anime e altrettante vacche sotto i ripidi pendii del monte Sut 2996m. Il tempo è pessimo, nevica e la visibilità è quasi nulla, sopra i 2500m vediamo a malapena la punta dei nostri sci..... riusciamo a continuare solo grazie alla precisione delle curve di livello caricate sul GPS, ma ogni passo è una incognita sulla pendenza che andiamo a trovare!... L’obiettivo primario potrebbe essere una cima di 3339m sulla cresta che prosegue a nord dal Sut, ma oggi sarebbe già fin troppo riuscire a raggiungere la prima delle tre quote sulla cresta, circa 3160m. Ci arrendiamo solo a 2900m, il terreno non sembra più ripido come la parte bassa, ma siamo veramente immersi in una tormenta che toglie completamente orientamento e visibilità, scendendo subito riusciamo ancora parzialmente a seguire le tracce di salita anzichè navigare puramente guidati dalla traccia registrata sul GPS!... Peccato perché la sciata è super su neve trasformata e coperta da dieci cm di fresca con pendenze a tratti notevoli... mancavano solo un 200m a guadagnarci una cima... ma per oggi può bastare! La confortevole sauna all’hotel di Gudauri è il primo segno dell’iniziato ritorno verso comodità e civiltà! [Photo-Gallery]
Sulle cime sopra GudauriPenultimo giorno a Gudauri, e ultima possibilità di salire il il Khorisar. Ripartiamo ma sembra proprio che questa montagna non s’abbia da fare...  il passo è chiuso per la nevicata notturna, saliamo allora alla cima ovest del monte Sadzele 3268m, da cui scendiamo verso nord in un canale con neve e pendenza strepitosa, prima della strada per Kobi ripelliamo e risaliamo al passo Kobi, da questo breve discesa vero Gudauri e di nuovo ripellata per salire alla Q3025m, infine discesa in bella neve trasformata fino a Gudauri.  Niente male per una gita di ripiego!  [Photo-Gallery]
Il castello di AnanuriLa meteo è ancora brutta, abbiamo sciato abbastanza.... per il Khorisar o un’altra meta “lunga” saremmo rimasti, ma ad un’altra sciata intorno a Gudauri e al Sadzele preferiamo tornare con più calma alla capitale, con una sosta al castello diAnanuri, poi all’antica capitale Mtkheta, dove tra l’altro gustiamo uno strepitoso kachapuri e vino rosato in una piccola taverna locale! [Photo-Gallery]
Al castello di TbilisiNatalie è la giovane guida che parla un ottimo italiano e ci accompagna pazientemente per la capitale per tutta la giornata, visitando quasi tutto il visitabile, compresi i cortei di protesta contro l’attuale contestato presidente ... chiudiamo con un’oretta e mezzo ai bagni sulfurei, ma riservando una stanza e sauna privata per tutto il gruppo, vista l’esperienza scioccante vissuta dai nostri quattro amici in avanscoperta all’andata nelle sale pubbliche, con ambigui tentativi di approccio da omaccioni locali!.... Ultima cena con specialità locali e trasferimento diretto all’aeroporto, dove solo un paio d’ore di sonno precedono il volo a casa..... un’ultima giornata intensa al pari del resto della vacanza.  [Photo-Gallery]
By Paolo Vitali.
Informazioni generali
Il gruppo: Paolo & Sonja con Amos Locatelli, Gianni Corti, Ruggero Vaia, Ottavio Penati, Vigilio Ganz, Giuseppe Gilmozzi, Franco Scotti, Umberto Isman; e gli amici georgiani che ci hanno accompagnato
Tsminda Sameba
Regione: Zona “calda” tra Georgia e Russia, al confine fra quella che i Russi chiamano Ossezia del Sud (Samachablo per i Georgiani) e Cecenia. 
La strada al Passo di Jvari
Periodo consigliato: Marzo/Aprile.
Accesso: In aereo alla capitale Tbilisi, quindi con tre ore circa di bus a Gudauri. Se il passo Jvari è aperto con un altra ora si raggiunge Kazbegi (ora ribattezzata Stepantsminda). Quando nevica molto il passo può rimanere chiuso per molti giorni! 
La strada da Kazbegi alle gole di Dariali
Visto: Arrivando in aereo, per gli italiani è sufficiente il passaporto con validità di 6 mesi.
Cambio: In Aprile 2009 ad un Euro corrispondevano circa 2,15 GEL (Georgian Lari).
Agenzie: Una agenzia locale può facilitarvi molto l’organizzazione della logistica, contattateci se vi serve qualche riferimento preciso.
Guide locali: Ci si può appoggiare a delle Guide locali, molto pratiche del territorio, ma poco abituate alle gite scialp dal notevole sviluppo a cui siamo soliti sulle nostre Alpi.
Sguardo verso il gruppo del Khorisar
Eliski: Fino a due anni fa era praticato a Guaduri dalle Guide locali e Svizzere con elicotteri di società svizzere. Dal conflitto con la Russia per ora non si può alzare in volo nessun elicottero, e le guide locali si devono adattare alle pelli di foca! Speriamo che nel frattempo lo scialp “stile alpino” si diffonda abbastanza da soppiantare l’eliski quando la pace tornerà tra i due paesi
Cartografia: Praticamente inesistente una topografia dettagliata pubblicata ufficialmente, molto probabilmente per motivi militari vista la vicinanza di confini delicati! Su web però è possibile trovare mappe militare russe in scala 50K dettagliate con curve di livello fino a 20 metri.
L'unico lato buono del Betlemi Hut
Alloggi: Gudauri non è un vero e proprio paese, ma una stazione sciistica con strutture per lo più decadenti o in costruzione disseminate su un vasto territorio; vi sono alcuni hotel con standard occidentali, uno solo a Kazbegi, ultimo paese prima del confine chiuso con la Russia. A Kazbegi è possibile anche pernottare presso famiglie tipo B&B. Il rifugio Betlemi è una vecchia fatiscente struttura che ospitava una stazione meteo ai tempi dell’Unione Sovietica, ora quasi completamente abbandonata, solo poche stanze vengono mantenute al minimo per poter ospitare sciatori e trekker diretti al monte Kazbek. Non aspettativi nessun comfort: la stanza dove si mangia è piccola, con un solo tavolino e una piccola stufa accesa solo la sera se vi è legna. Le stanze sono fredde con tavolati a castello, se siete fortunati vi troverete dei materassi. Pulizia zero e toilette libera all’esterno sulla neve!
Risalendo al Passo Kobi
Meteo: Ad Aprile abbiamo sofferto una meteo molto bizzarra, con variazioni continue e veloci, mai due giorni consecutivi di bello stabile; a Marzo forse è un po’ più stabile ma più freddo.
Indumenti: Fondamentalmente lo stesso equipaggiamento delle gite invernali sulle Alpi, con l’aggiunta di un piumino considerando che sul Kazbek si sale fino a 5000m, e si dorme senza riscaldamento a 3600m. 
L'ultimo pendio alla cima del Kazbek
Materiale: ARVA, pala e sonda, ramponcini e piccozza; per il Kazbek può servire uno spezzone di corda imbragatura e un paio di chiodi da ghiaccio nel caso che il vento abbia “pelato” gli ultimi 200 metri alla cima. Predisporsi sempre per autosoccorso, costruzione barella, meglio non contare troppo in aiuti esterni!
GPS: Può essere molto utile in caso di brutto tempo, su web si trovano le curve di livello a 20 metri. Noi abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx, su richiesta possiamo mandarvi il file gdb con tracce e waypoint.
In cima al Kazbek
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Panorama 360° dalla cima del Sadzele
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Panorama 360° dalla cima del Lomisa
Panorama di Tbilisi
Panorama di Tbilisi (Foto: Ruggero Vaia)
Panorama di Mtkheta
Panorama di Mtkheta  (Foto: Ruggero Vaia)

Mappa generale d’inquadramento
Altimetria e mappe ricavate da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando Garmin® GPSMAP60CSx
Mappa generale d'inquadramento
Mappa spostamenti Gudauri - Kazbek
Mappa spostamenti Gudauri - Kazbek

 Testi, disegni e immagini  Copyright  ©  2009 Paolo Vitali – www.paolo-sonja.net