Pur amando
geografia e storia
faccio una fatica improba a realizzare e memorizzare luoghi ed
avvenimenti
lontani “a secco”.... l’unico modo di focalizzarli è viverli! Sarà
forse questa una ragione che mi spinge continuamente a viaggi in luoghi
remoti e dalla cultura completamente diversa dalla nostra,
possibilmente
abbinando una delle attività outdoor preferite: sci, arrampicata,
mountain bike!
Avevo immaginato
questo viaggio
un paio di anni fa, prima del conflitto Russo-Georgiano sul confine
dell’Ossezia!
Ho temuto di non poterlo organizzare fino all’ultimo, e ancora ora sono
sorpreso di poterci essere andato in questa situazione! Si, perché
temo che i problemi territoriali fra Russia e Georgia siano tutt’altro
che superati: la Georgia non pare assolutamente rassegnata ad aver
perduto
la regione di Samachablo, quella che i Russi impropriamente
chiamano
Ossezia del Sud, ma che con l’Ossezia non ha nulla a che vedere, né
geograficamente né culturalmente, visto che un’ardua catena di montagne
del Caucaso le separa nettamente!
Panorama 360°
dalla cima
del monte Kazbek
Arriviamo
a Tbilisi via Istanbul con un volo notturno, i più economici
e forse al momento gli unici possibili sulla capitale Georgiana. Siamo
assonnati e neppure le sferzate di vento e pioggia appena fuori
dall’aeroporto
riescono a svegliarci. Gudauri non è molto lontana dalla capitale,
ma non temiamo molto la meteo, confidiamo nella nostra proverbiale
fortuna,
che ci ha sempre assistito in ogni viaggio!
Il pulmino
su cui viaggiamo
è un po’ “costretto”, ma nonostante la strada sia meglio di quanto
mi aspettassi l’andatura è lentissima, con frequenti soste: per
un centinaio di chilometri impieghiamo più di tre ore! Non incrociamo
praticamente nessun mezzo, forse per i Georgiani viaggiare di notte è
alquanto insolito ed il nostro autista sembra molto insofferente al suo
posto di
guida.
Scaricati
i bagagli in una
delle poche strutture con standard europei di Gudauri
rinunciamo
ad un pisolino e partiamo subito con gli sci, ma vista le stanchezza
del
viaggio sfruttiamo le seggiovie per guadagnare il monte Kudebi 3007m.
Dopo una breve discesa saliamo al monte Sadzele 3307m per una
affilata
cresta, la discesa è su ottimo firn, ma non molto lontano dagli
impianti. La guida che è con noi vorrebbe già rientrare sciando
fino a Gudauri, ma non senza fatica lo convinciamo (obblighiamo...) a
ripellare
una seconda volta per risalire al passo Kobi e quindi al monte Pitara
3183m. Il sole ha scaldato, e il firn ha mollato un po’, ma la
pendenza
è tale da permettere un’ottima sciata, con qualche cautela iniziale
per testare la tenuta del pendio! [Photo-Gallery] Il
giorno successivo la meteo georgiana si rivela subito nella sua estrema
variabilità: nevica e la visibilità è quasi nulla.
Nella speranza in un successivo rasserenamento partiamo comunque dal
passo
Jvari
verso il monte
Khorisar 3736m. Fatichiamo tanto a trovare il
complicato
passaggio sulla dorsale quanto a convincere la guida locale a
proseguire
nella nebbia! Sono abituati a muoversi solo con il bello (e in
eliski!...),
non riescono a comprendere il nostro tentativo di sfruttare ogni
possibilità,
inoltre non usano GPS e non si fidano come noi a proseguire nella
nebbia
guidati esclusivamente dalle curve di livello sul display! L’atteso
miglioramento
però non arriva, e non possiamo continuare troppo questa gita dallo
sviluppo abbastanza complicato... per oggi si rientra presto, a
sfruttare
l’ottima sauna in Hotel! [Photo-Gallery] Proprio
di fronte a Gudauri, sul versante opposto della valle, si erge una
bella
cresta affilata, confine naturale con la disputata regione di
Samachablo.
Una serie di cime su questa cresta prendono il nome di Lomisa,
la
più alta 2452m ma poco sciistica, mentre la 2385m nonostante
la quota relativamente bassa offre una bellissima sciata grazie
all’esposizione
a nord. Dalla cima propongo un concatenamento con breve passaggio sul
versante
opposto, ma il nostro amico georgiano molto scenograficamente mi
riporta
sul lato ancora georgiano “the Russian look at us, very dangerous!”.
Non
ci resta che sfogare le nostre energie residue con una discesa dal
canalino
sotto la vetta e risalita, poi tornai a Gudauri abbiamo ancora il tempo
di una salita con le pelli alla Q2508 a sud del Kudebi,
fantastica
discesa sul ripido versante ovest e birretta al bar delle piste....
cominciamo
ad acclimatarci! [Photo-Gallery] Siamo
al clou del nostro viaggio, il Kazbek 5047m! Da Gudauri
partiamo
per Kazbegi, ma subito dopo il passo Jvari il primo grosso
ostacolo:
un vecchio camion è scivolato sul ghiaccio in una galleria e si
è incastrato di traverso ostruendo completamente la galleria! Non
si passa, inutile chiedere previsioni sui tempi di rimozione!.... Ci
mettiamo
in spalla tutto il nostro materiale e partiamo con gli sci a lato della
strada, nel frattempo il nostro amico georgiano riesce a trovare un
minibus
che da Kazbegi ci viene incontro! In ritardo sulla tabella di marcia
riusciamo
a metterci in cammino da Kazbegi per il rifugio Betlemi 3685m.
Quando
lo raggiungiamo le nuvole si stanno aprendo e dietro compare in tutta
la
sua bellezza ed imponenza il Kazbek! La favola è subito spezzata
però dallo squallore del rifugio Betlemi, freddo e sporco rimasuglio
di una grossa stazione metereologica dell’Unione Sovietica, che si
presenta
tutt’altro che confortevole e non invoglia certo a rimanervi più
a lungo del minimo indispensabile! [Photo-Gallery] Serata
ventosa e fredda ma serena, poi di notte cala il vento e la mattina
successiva
è perfetta! Il programma prevedeva una salita di acclimatamento
al monte Ortsveri 4258m, e il nostro amico georgiano oppone
forte
resistenza alla nostra irremovibile intenzione di sfruttare la bella
giornata
per puntare direttamente alla cima del Kazbek! La meteo è troppo
bizzarra per sciupare un’occasione buona, solo Bepi ha un po’ di
malessere
per la quota e si ferma al rifugio, tutto il resto del gruppo sale
deciso
verso l’obbiettivo! La salita non presenta difficoltà particolari
fino all’ampio colle a quota ca 4500m, appena a destra della Q4517.
Panorama
180° dal colle
Q4500 sotto il Kazbek
Da qui
comincia un lungo diagonale
via via più ripido che porta all’ultimo colle fra le due cime del
Kazbek. Il vento ha spazzato completamente la neve, saliamo con i
ramponi
e per essere più sicuri e veloci preferisco fissare qualche spezzone
di corda, in breve ci ritroviamo tutti in cima con una vista perfetta
che
spazia su montagne sconosciute del Caucaso e sulla pianura che si
estende
verso la Cecenia. Grazie agli spezzoni fissati scendiamo veloci anche
se
il gruppo è molto numeroso, passo per ultimo e recupero tutto il
materiale, per poi ridistribuirlo dove abbiamo lasciato gli sci!
All’inizio
la neve non è bella, con grossi sastrugi, ma non ci facciamo molto
caso per la grande soddisfazione della cima, poi migliora e sciamo bene
fino al Betlemi, dove si festeggia a vodka e brodo! [Photo-Gallery]
Seconda
notte al Grand Hotel
Betlemi, la soddisfazione per la salita mitiga il degrado della
struttura!
Sveglia
ancora prima dell’alba, i più coriacei vorrebbero salire oggi la
cima di acclimatamento, il monte Ortsveri, prima di intrapendere la
discesa
verso Kazbegi, ma la meteo è già cambiata, nuvole scure salgono
dal fondovalle e la visibilità è già compromessa....
torniamo volentieri a riposare nel sacco a pelo ancora caldo, un paio
d’ore
di gustato sonno prima della meritata discesa a Kazbegi. La visibilità
è ridotta nel primo tratto, il GPS ci salva dall’imboccare la vallata
sbagliata, e un firn fantastico ci perdona ogni errore causato dallo
zaino
pesante! Poi in basso le nubi si diradano e godiamo al meglio l’ultima
parte di discesa, compresa una visita alla Tsminda Sameba
(Santa
Trinità), chiesa del 1300 a 2170m simbolo di bellezza, determinazione
e devozione per tutta la Georgia. Ancora il tempo per una birra per le
desolate vie di Stepantsminda, come è tornata da poco a chiamarsi
Kazbegi, antico crocevia commerciale e turistico in declino dopo la
chiusura
delle frontiere con la Russia, e poi ci avventuriamo sull’ultimo tratto
di strada militare nelle Gole di Dariali fino al vietato
confine:
nulla di speciale da vedere, solo il fascino misterioso del luogo, e un
po’ di brividi d’avventura nel passare col minibus su ponti e viadotti
malmessi e parzialmente coperti da frane!
La sera
siamo ospiti in una
casa di Kazbegi, sembra di fare un salto nel passato di almeno
cinquant’anni,
ai tempi dei nostri nonni, e i nostri ospiti sono nonni gentili e
cordialissimi
come da nelle migliori usanze georgiane! [Photo-Gallery] Mattina
ancora perturbata, ritorniamo verso Kobi, prima di questo una pista
scende
verso destra ad attraversare il fiume Terek su un ponticello di
ferro, poi la pista malmessa (che presumo rimanga chiusa buona parte
dell’inverno!)
risale fino al villaggio di Kanobi, poche anime e altrettante
vacche
sotto i ripidi pendii del monte Sut 2996m. Il tempo è pessimo,
nevica e la visibilità è quasi nulla, sopra i 2500m vediamo
a malapena la punta dei nostri sci..... riusciamo a continuare solo
grazie
alla precisione delle curve di livello caricate sul GPS, ma ogni passo
è una incognita sulla pendenza che andiamo a trovare!... L’obiettivo
primario potrebbe essere una cima di 3339m sulla cresta che prosegue a
nord dal Sut, ma oggi sarebbe già fin troppo riuscire a raggiungere
la prima delle tre quote sulla cresta, circa 3160m. Ci arrendiamo solo
a 2900m, il terreno non sembra più ripido come la parte bassa, ma
siamo veramente immersi in una tormenta che toglie completamente
orientamento
e visibilità, scendendo subito riusciamo ancora parzialmente a seguire
le tracce di salita anzichè navigare puramente guidati dalla traccia
registrata sul GPS!... Peccato perché la sciata è super su
neve trasformata e coperta da dieci cm di fresca con pendenze a tratti
notevoli... mancavano solo un 200m a guadagnarci una cima... ma per
oggi
può bastare! La confortevole sauna all’hotel di Gudauri è
il primo segno dell’iniziato ritorno verso comodità e civiltà!
[Photo-Gallery] Penultimo
giorno a Gudauri, e ultima possibilità di salire il il Khorisar.
Ripartiamo ma sembra proprio che questa montagna non s’abbia da
fare...
il passo è chiuso per la nevicata notturna, saliamo allora alla
cima ovest del monte Sadzele 3268m, da cui scendiamo verso nord in un
canale
con neve e pendenza strepitosa, prima della strada per Kobi ripelliamo
e risaliamo al passo Kobi, da questo breve discesa vero Gudauri e di
nuovo
ripellata per salire alla Q3025m, infine discesa in bella neve
trasformata
fino a Gudauri. Niente male per una gita di ripiego! [Photo-Gallery] La
meteo è ancora brutta, abbiamo sciato abbastanza.... per il Khorisar
o un’altra meta “lunga” saremmo rimasti, ma ad un’altra sciata intorno
a Gudauri e al Sadzele preferiamo tornare con più calma alla capitale,
con una sosta al castello diAnanuri, poi all’antica capitale Mtkheta,
dove tra l’altro gustiamo uno strepitoso kachapuri e vino rosato in una
piccola taverna locale! [Photo-Gallery] Natalie
è la giovane guida che parla un ottimo italiano e ci accompagna
pazientemente per la capitale per tutta la giornata, visitando quasi
tutto
il visitabile, compresi i cortei di protesta contro l’attuale
contestato
presidente ... chiudiamo con un’oretta e mezzo ai bagni sulfurei, ma
riservando
una stanza e sauna privata per tutto il gruppo, vista l’esperienza
scioccante
vissuta dai nostri quattro amici in avanscoperta all’andata nelle sale
pubbliche, con ambigui tentativi di approccio da omaccioni locali!....
Ultima cena con specialità locali e trasferimento diretto
all’aeroporto,
dove solo un paio d’ore di sonno precedono il volo a casa.....
un’ultima
giornata intensa al pari del resto della vacanza. [Photo-Gallery] By
Paolo Vitali.
Informazioni
generali
Il
gruppo: Paolo
& Sonja
con Amos
Locatelli, Gianni
Corti, Ruggero
Vaia, Ottavio
Penati, Vigilio
Ganz, Giuseppe
Gilmozzi, Franco
Scotti, Umberto
Isman; e gli amici
georgiani che ci hanno accompagnato.
Regione:
Zona “calda”
tra Georgia e Russia, al confine fra quella che i Russi chiamano
Ossezia
del Sud (Samachablo per i Georgiani) e Cecenia.
Periodo
consigliato:
Marzo/Aprile.
Accesso:
In aereo alla
capitale Tbilisi, quindi con tre ore circa di bus a Gudauri. Se il
passo
Jvari è aperto con un altra ora si raggiunge Kazbegi (ora ribattezzata
Stepantsminda). Quando nevica molto il passo può rimanere chiuso
per molti giorni!
Visto:
Arrivando in
aereo, per gli italiani è sufficiente il passaporto con validità
di 6 mesi.
Cambio:
In Aprile 2009
ad un Euro corrispondevano circa 2,15 GEL (Georgian Lari).
Agenzie:
Una agenzia
locale può facilitarvi molto l’organizzazione della logistica,
contattateci
se vi serve qualche riferimento preciso.
Guide
locali: Ci si
può appoggiare a delle Guide locali, molto pratiche del territorio,
ma poco abituate alle gite scialp dal notevole sviluppo a cui siamo
soliti
sulle nostre Alpi.
Eliski:
Fino a due
anni fa era praticato a Guaduri dalle Guide locali e Svizzere con
elicotteri
di società svizzere. Dal conflitto con la Russia per ora non si
può alzare in volo nessun elicottero, e le guide locali si devono
adattare alle pelli di foca! Speriamo che nel frattempo lo scialp
“stile
alpino” si diffonda abbastanza da soppiantare l’eliski quando la pace
tornerà
tra i due paesi
Cartografia:
Praticamente
inesistente una topografia dettagliata pubblicata ufficialmente, molto
probabilmente per motivi militari vista la vicinanza di confini
delicati!
Su web però è possibile trovare mappe militare russe in scala
50K dettagliate con curve di livello fino a 20 metri.
Alloggi:
Gudauri non
è un vero e proprio paese, ma una stazione sciistica con strutture
per lo più decadenti o in costruzione disseminate su un vasto
territorio;
vi sono alcuni hotel con standard occidentali, uno solo a Kazbegi,
ultimo
paese prima del confine chiuso con la Russia. A Kazbegi è possibile
anche pernottare presso famiglie tipo B&B. Il rifugio Betlemi è
una vecchia fatiscente struttura che ospitava una stazione meteo ai
tempi
dell’Unione Sovietica, ora quasi completamente abbandonata, solo poche
stanze vengono mantenute al minimo per poter ospitare sciatori e
trekker
diretti al monte Kazbek. Non aspettativi nessun comfort: la stanza dove
si mangia è piccola, con un solo tavolino e una piccola stufa accesa
solo la sera se vi è legna. Le stanze sono fredde con tavolati a
castello, se siete fortunati vi troverete dei materassi. Pulizia zero e
toilette libera all’esterno sulla neve!
Meteo:
Ad Aprile abbiamo
sofferto una meteo molto bizzarra, con variazioni continue e veloci,
mai
due giorni consecutivi di bello stabile; a Marzo forse è un po’
più stabile ma più freddo.
Indumenti:
Fondamentalmente
lo stesso equipaggiamento delle gite invernali sulle Alpi, con
l’aggiunta
di un piumino considerando che sul Kazbek si sale fino a 5000m, e si
dorme
senza riscaldamento a 3600m.
Materiale:
ARVA, pala
e sonda, ramponcini e piccozza; per il Kazbek può servire uno spezzone
di corda imbragatura e un paio di chiodi da ghiaccio nel caso che il
vento
abbia “pelato” gli ultimi 200 metri alla cima. Predisporsi sempre per
autosoccorso,
costruzione barella, meglio non contare troppo in aiuti esterni!
GPS:
Può essere
molto utile in caso di brutto tempo, su web si trovano le curve di
livello
a 20 metri. Noi abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx, su richiesta
possiamo
mandarvi il file gdb con tracce e waypoint.
Panorama
360° dalla cima
del Sadzele
Panorama
360° dalla cima
del Lomisa
Panorama
di Tbilisi (Foto:
Ruggero Vaia)
Panorama
di Mtkheta
(Foto: Ruggero Vaia)
Mappa generale
d’inquadramento
Altimetria
e mappe ricavate
da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando
Garmin® GPSMAP60CSx
Mappa
spostamenti Gudauri
- Kazbek