Paolo Vitali & Sonja Brambati
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CAUCASKI
Ski in Caucaso
March 2023

Svaneti, Georgia
Photo Gallery selection
Photo by Paolo Vitali
 
Qualche foto in piu'
Svaneti -
Guli & Zagaro PassQ3230 TiombashirQ3242  ShkharaQ3014 Gvibari Pass
 
Foto di gruppo con signorine
Sonia Brambati
Paolo Vitali
Cesare Mauri
Giovanni Calvi
Franz Carrara
CAUCASKI
Svaneti - Georgia - Marzo 2023

Verso la Q3242 nella vallata del Monte Shkhara 5193m
Conosco cosi' poco delle montagne del Caucaso, eppure le trovo cosi' affascinanti!
L'intera catena si snoda da nord-ovest a sud-est tra Mar Nero e Mar Caspio, attravero Russia, Georgia, Armenia, Nagorno-Karabakh, fino alle ultime promagini in Azerbaijan, la cresta principale rappresenta una separazione naturale tra quello che è considerato l'est europeo e l'Asia occidentale. La morfologia cambia radicalmente da una regione all'altra, picchi aguzzi, creste impossibili e pareti impressionanti, quindi bei dossi apparentemente collinari, e antichi vulcani.
Sfortunatamente i rapporti tra i paesi confinanti sono tutt'ora molto conflittuali, per non parlare dell'attuale guerra tra Russia e Ucraina, e l'eterna contesa tra Armenia e Azerbaijan per il territorio del Nagorno-Karabakh.

Il Monte Kazbek 5047m
Nel 2009 la nostra prima fortunata e folgorante esperienza in Georgia, quando sciammo il Monte Kazbek 5047m, e altre belle e sconosciute montagne nella regione del Gudauri. Quando salimmo la prima cima in Gudauri, sulla cresta di confine uno splendido pendio sul versante opposto ci invitava ad una discesa e ripellata, ma il nostro "accompagnatore locale" ci intimò di stare bassi, non esporsi, c'erano i Russi dall'altra parte, e potevano "sparare"!
In effetti la Russia aveva invaso i territori dell'Ossezia del Sud, che con l'Abcasia ora forma una sorta di repubblica indipendente, che potrebbe riunificarsi con l'Ossezia del Nord, in territorio Russo. Almeno questo è quanto mi è dato di capire da questi complessi giochi di potere ancora in atto.

Salendo il Maly Kogutaibashi 3760m, alle spalle il M.Elbrus
L'anno successivo, per "par condicio" ... visitammo la regione Cabardino-Balcaria, sul versante Russo.
Sciammo in vallate stupende alle pendici della montagna piu' alta di tutta la catena, il Monte Elbrus 5642 m, e poi sul versante opposto, nelle valli di Adyrsu e Adylsu, proprio sul confine con la Georgia nella zona del Monte Ushba 4710 m.
Al colle sotto la cima del Maly Kogutaibashi 3760m
A differenza della Georgia, dove ci muovevamo liberi e sereni, qui ogni spostamento era controllato dai militari, dai quali dovevamo con grandi difficoltà ottenere prima il visto! Anche la gente ci sembrava piu' sospettosa, un po' meno spontanea e  disposta ad accogliere i forestieri, sicuramente una consequenza del controllo militare, ma di fatto, montagne bellissime, ma dal punto di vista umano e dei rapporti sicuramente piu' deludente e molto meno piacevole.

Saltammo il 2011, o meglio, quell'inverno andammo in barca a sciare nei fiordi norvegesi di Tromso e delle Alpi di Lyngen .... e l'inverno 2012 fu la volta dell'Armenia, un paese che trovammo tanto povero economicamente quanto ricco culturalmente e umanamente, forse quello che ci ha piu' toccato il cuore!

Armenia black & whiteAppenna arrivati a Yerevan piombammo subito in un'atmosfera post-russa:  lungo  tutto il percorso strade mal tenute, molte case diroccate, quelle intere mai imbiancate ma rigorosamente lasciate coi mattoni grigi a vista, gli uomini vestono rigorosamente in nero dalle scarpe lucide al berretto, pur girando per viuzze infangate e piene di escrementi di vacche e capre che. Un anziana signora dietro il bancone del bazar ci fece il conto con il pallottoliere!
Il tempo nuvoloso con qualche scroscio di neve e pioggia rinforza la sensazione: ci sembrava di essere arrivati in un paese in bianco e nero!

L'Ishkhanasar dalla strada di accesso
Le montagne di questo "Caucaso minore" hanno un profilo molto piu' dolce di quelle del Caucaso centrale, la gita al Mt.Kisirdag per un'evidente infinita serie di bei panettoni ci porta nei pressi di una postazione militare a guardia del non lontano confine con l'Azerbaijan, paese con cui l’Armenia ha appena smesso di combattere una guerra, ma senza stipulare un trattato di pace!
Pochi giorni dopo saliamo l’Ishkhanasar per una elegante cresta e scendiamo diretti nel canalone frontale, la gita perfetta!
La strada che conduce alle pendici del’Ishkhanasar passa nelle remote regioni del sud di Vayots Dzor e Syunik, incastonate fra il Nagorno-Karabakh a est e l'enclave azera di Naxcivan a ovest; poco oltre la strada oltrepassa l'unico confine dell'Armenia con l'Iran.

Negozio a Tshaghkashen con pallottoliere
Realizziamo appieno la situazione critica dell’Armenia, un paese uscito da recentissime guerre, con un’economia arretrata e isolata geograficamente da una situazione politica molto complicata!
L’Armenia conta oggi circa tre milioni di abitanti, sarebbero stati più del doppio se non ci fosse stata la diaspora a seguito del genocidio del 1915 da parte dell'esercito turco, quando furono uccisi circa un milione e mezzo di persone!
Geograficamente l’Armenia risulta bloccata a ovest dai confini (chiusi nel 1993) con il suo nemico endemico, la Turchia; a sud ovest l’Azerbaijan, altro nemico per via della questione del Karabakh, territorio popolato da Armeni ma completamente circondato da territori Azeri; a est ancora l’Azerbaijan; a nord la Georgia, sul filo del rasoio con la Russia, paese con cui invece l’Armenia cerca di mantenere buoni rapporti per difendere i suoi territori! Infine a sud un piccolo lembo di terra confina con l’Iran, che nonostante sia un paese radicalmente islamico, è l’unico in buoni rapporti con l’Armenia, di cultura cristiana.

Dal Cosmic Ray verso l'Aragats con l'Ararat sullo sfondo
In questa situazione di isolamento geografico, è già difficile capire come possa sopravvivere un’economia ancora basata sull’esportazione di frutta, vegetali e un po’ di vino e cognac. Non possiamo che augurare che questo miracolo "armeno" sopravviva,  soprattutto con una risoluzione dei conflitti con i suoi vicini!
Per tornare sugli sci, chiudiamo l'esperienza armena con due giornate di pieno sole e completa calma di vento, che ci permettono la salita alla Cosmic Ray Station e quindi al Monte Aragats, con i suoi 4090 m la massima elevazione del paese.

Dal 2012 per sette inverni ci dirigemmo altrove, Islanda, Siberia, Pirenei, Turchia, Kyrgyzstan, Mongolia, nel 2020 pianificammo di tornare nel Caucauso Centrale della Georgia, ma fu il COVID a bloccare tutto, praticamente per tre stagioni!

Panoramica di Mestia
E siamo a Marzo 2023, quando finalmente riusciamo a riprendere il viaggio progettato in Svaneti.
Saltiamo Tblisi atterando a Kutaisi, e dormiamo la prima notte in una splendida casa di Zugdidi, riassaporiamo la super cordiale accoglienza georgiana.
Sulla strada per Mestia godiamo di una giornata di bel tempo, con vista spettacolare su tutta la catena montuosa. In un punto che non sembrava neppure tanto impervio, rispetto ad altre zone dove la strada è sovrastata da pendii ripidi di sfaciumi che rotolano a valle con la neve o la pioggia, subito dopo il nostro passaggio una grossa frana blocca la strada, impiegheranno diverse ore a liberarla. Noi siamo passati indenni e proseguiamo per Mestia, ma la cosa ci fa pensare per il viaggio di ritorno, con data del volo non modificabile, e due soli voli alla settimana!
Ci fermiamo per uno stratosferico Khachapuri, il migliore che io ricordi, in un improbabile "ristorante": una casa sospesa sui resti rimasti di un ponte crollato, con sala da pranzo a sbalzo direttamente sull'impetuoso fiume!
Nella valle di Mestia fanno bella mostra di se l'ardito Ushba (4710 m) e l'imponente Tetnuldi (4858 m), la voglia di sciare comincia a farsi sentire.
La meteo dopo la splendida giornata di trasferimento metteva cambiamento al brutto, lo sapevamo ma speravamo in cuor nostro che si sbagliassero, come spesso accade ... e invece no, questa volta ci hanno proprio beccato.
Attraversando enormi valanghe nella valle dello Shkhara 5193m
Nevischia e tira vento, e purtroppo le temperature si sono alzate, ma riusciamo comunque a sciare un bel Guli Pass (2925 m). Siamo soli, ma troviamo vecchie tracce, segno che la meta è già diventata popolare.
Durante il viaggio nel gruppo del Gudauri e al Kazbek nel 2009 non incontrammo nessun occidentale ne tantomeno scialp.
Mestia ora invece sembra sia diventata una meta popolare fra gli scialpinisti di tutta Europa, da villaggio di pastori si sta trasformando in cittadina turistica, complice sicuramente il moderno ski-restort del Tetnulti, che scarica gli sciatori direttamente a quota 3160 m, in un'aerea che si presta particolarmente a fuori pista, e grandi discese su ghiacciaio con una relativamente breve pellata in salita.
Tutto bello, e molto bene per l'economia locale, ma potendo scegliere andrei ancora dove non trovo turisti...
Partenza da Adishi
Infatti, dopo una giornata nella zona degli impianti del Tetnuldi, ci spostiamo ad un minuscolo villaggio, Adishi, dove poche famiglie vivono tutto l'anno. I bambini tutte le mattine si fanno 7 km di una stradina impensabile, quella per Mestia un'autostrada al confronto, con muri di neve e frane continue, per raggiungere la scuola al primo paese sulla "strada principale". Ci sembra incredibile e incrociamo le dita quando dobbiamo percorrerla al ritorno.
Siamo sul lato opposto dello ski-resort, soli, percorriamo buon parte del fondovalle e poi ci inventiamo una gita ad una quota (circa 3230 m), ambiente fantastico. La maggior parte delle cime non hanno nome, ma con la cartografia digitale oggigiorno è facile orientarsi ed inventarsi le proprie mete.
Q3230 nella valle di Adishi

Tempo di spostarsi al villaggio di Ushguli, decisamente piu' grande di Adishi, ma ancora con un carattere molto rurale. La strada termina all'inizio del paese, dove si entra solo a piedi, condividendo le viuzze con gli animali ed i loro resti ... Le guest-house stanno crescendo come i funghi, ancora molto basiche, ma c'è tutto quel che serve per stare bene con le famiglie locali, un tuffo nel passato di un centinaio di anni, ma con internet!
Partendo con gli sci piu' in alto rispetto a Mestia si riescono ancora a fare belle gite nonostante le temperature alte per la stagione, le possibilità sono notevoli, dal bel panettone che sovrasta il paese (2980 m), alle numerose cime sui due lati della strada per lo Zagaro Pass (2623 m), le quote sulla dorsale del Gvibari Pass (2972 m), e le piu' belle, forse, quelle nella vallata che conduce al Monte Shkhara (5193m), la montagna piu' alta della Georgia, dove saliamo la bellissima Q3242.
Proprio qui facciamo una delle ultime sciate, prima di prendere la nostra strada per Kutaisi, che per fortuna questa volta non frana!
In cima Q3242 con il M.Shkhara 5193m e Tetnuldi 4858m sullo sfondo
Il turismo sta portando un po’ di sviluppo a queste fantastiche regioni, ma l'influenza russa sembra preoccupare i locali, specialmente ora con la guerra in Ucraina molto vicina.
Il giorno che atterrammo erano in pieno svolgimento manifestazioni nella capitale contro una legge appena approvata dal governo che ammetteva personale non georiano (leggi russo) nel loro esercito, a seguito delle proteste la legge fu presto ritirata, ma l'impressione di molti è che se la Russia deciderà di invaderli, prenderà possesso in poche ore il loro paese.
Speriamo non accada mai, ed auguriamo un sereno futuro a questa fantastica gente!

Paolo Vitali 

Mappa
Mappa gite Svaneti 2023
Mappa ricavata da openmtbmap.org   

Nella vallata del Monte Shkhara 5193m

 Testi, disegni e immagini  Copyright  ©  2023 Paolo Vitali – www.paolo-sonja.net