26 Marzo -
4 Aprile 2010
Repubblica
Kabardino
Balkariya - Russia
Sentimenti
contrastanti
Un viaggio nel
Caucaso Centrale
non è solo sci-alpinismo, è un’avventura globale! Anche se
si cerca di appoggiarsi a strutture di standard “elevato”, queste non
sono
sempre disponibili e l’imprevisto è sempre in agguato. I trasporti
e le strade, tipici dei Paesi dell’est europeo, non hanno
l'affidabilità
cui siamo abituati. È necessaria quindi una buone dose di spirito
di adattamento, nonché la capacità di apprezzare l’esperienza
in sé e le situazioni diverse e imprevedibili che si vengono a creare.
Invece per l'aspetto puramente scialpinistico non vi sono grosse
incognite:
le montagne sono belle, vaste e per tutti i gusti, la neve è abbondante
e spesso polverosa!
Qualche
sentimento contrastante
suscitano i problemi imposti dai militari con i loro visti e controlli
continui, che a noi appaiono assurdi, ma in effetti, ragionandoci
obiettivamente,
pare evidente che siamo noi ad inquadrare in un'ottica turistica luoghi
e situazioni che sono realmente coinvolti in uno stato di guerra! Due
anni
fa la Russia ha invaso il territorio georgiano del Samachablo,
rivendicandolo
come “Ossezia del Sud”; durante la settimana della nostra permanenza in
territorio russo ci sono stati ben tre attentati di kamikaze, uno dei
quali
ha causato quaranta morti nella metropolitana di Mosca ... Cosa
penseranno
di noi i militari russi vedendoci così determinati a sciare sulle
montagne di confine tra Russia e Georgia?
Un altra
criticità,
se si vogliono valutare tutti gli aspetti, è la spesa elevata di
un viaggio del genere: spesso si finisce col dormire in alloggi che da
noi non prenderemmo neppure in considerazione; con gli stessi soldi
potremmo
fare due settimane da signori a mezza pensione sulle Alpi. Eppure il
fascino
non sarebbe lo stesso e i ricordi intensi che rimangono impressi dopo
un
viaggio caucasico spingono a ritornarci!
Panorama 360°
dalla cima
del Chotchat
Un po’ di cronaca
del nostro viaggio
26/03 –
Mosca
Voliamo
sul nuovo terminal
internazionale dell'aeroporto Sheremetyevo di Mosca, molto più ampio
di quello vecchio, ma ancora poco confortevole. Dobbiamo aspettare
tutta
la notte il volo interno per Mineralnye Vody. Qualcuno del gruppo
vorrebbe
fare un blitz fino alla Piazza Rossa ... Un paio di giorni dopo
sentiamo
dell’attentato in metropolitana e ci rallegriamo di aver rinunciato
all’idea. 27/03 – Mineralnye
Vody – Tegenekli/Terskol Con
due furgoncini ci trasferiamo dall’aeroporto di Mineralnye Vody verso
la
nostra destinazione; facciamo una doverosa tappa in un “emporio” per
far
scorta di birra e vodka! Nel pomeriggio arriviamo sotto ad una balza
superata
da uno strano “montacarichi” capace di portare qualsiasi mezzo un
centinaio
di metri più in alto fino alla strada sterrata che si inoltra nella
Valle di Adyrsu. Ignari del nostro destino, aspettiamo invano fino a
tarda
sera il nulla-osta dei militari per proseguire, ma infine siamo
costretti
a riscendere al buio nella valle principale del Baksan per pernottare
in
un Hotel tra i due più prossimi villaggi di Tegenekli e Terskol!
Dovremo attendere tre giorni prima che l’agognato visto militare ci
arrivi:
tutto il nostro programma viene scombussolato... Per fortuna anche sul
lato settentrionale della Valle del Baksan la neve non manca, e così
possiamo ingannare l’attesa piacevolmente! 28/03 – Maly
Kogutaibashi 3760m, versante nord Questa
montagna offre uno stupendo versante nord, al limite della zona
controllata
dai militari ... Anzi, forse non eravamo proprio in regola, perché
la nostra guida locale al rientro si curava di evitare i militari
all’ingresso
del villaggio!... Lo sviluppo non è breve e la quota, come prima
botta di acclimatamento, non è male! Il terreno è molto vario,
con una piccola vedretta verso la cima; alcuni canali abbastanza ripidi
offrono interessanti varianti in discesa, con neve per lo più polverosa
vista l’esposizione a nord. 29/03 Anticima
del Terskolak 3680m, versante sud-ovest Ieri
a nord, oggi proviamo un versante sud, anche se la temperatura molto
più
elevata rispetto alle medie stagionali lo sconsiglierebbe! Partiamo
senza
una meta ben definita, come spesso ci capita sulle Alpi. All’imbocco
della
valle da Terskol qualcuno dice “guardate quel bel motterozzo in fondo
alla
valle a sinistra, andiamo in cima a quello!” ... peccato che il bel
panettone
altro non sia che l’Elbrus!... È incredibile come le sue proporzioni
ci ingannino sulle reali distanze. Prendiamo comunque la
direzione
del motterozzo, salvo poi deviare a destra e poi per un colle e una
bella
vedretta raggiungere l'anticima del Terskolak. La cima principale è
alpinistica e irraggiungibile con la nostra attrezzatura. Viktor, la
nostra
esperta guida locale, ci dice tuttavia di essere molto soddisfatto
della
scoperta di questo nuovo – per lui - itinerario! Discesa stupenda nella
parte alta, poi in basso paghiamo la temperatura! 30/03 Cheget
3400m, discesa dal canalone nord Primo
giorno di brutto tempo, nevica, ma per fortuna non un alito di vento:
condizioni
ideali per una gita di “riposo” dopo l’esordio dei primi due giorni.
Saliamo
in seggiovia dal villaggio di Cheget, poi con le pelli per poche
centinaia
di metri raggiungiamo la cima della montagna omonima. Da un colle poco
sotto la cima parte un lunghissimo canalone a nord, molto ripido
all'inizio,
pendenza intorno ai 40 gradi, poi via via più dolce fino ad aprirsi
nei pressi del fondovalle. Un primo cauto assaggio per verificare la
stabilità
della neve e poi giù senza più indecisioni! La neve nuova
è un pò pesante causa la temperatura, ma la pendenza è
tale che il divertimento è garantito!
Rientriamo
subito alll'hotel
perché sembra che debba arrivare il visto dei militari per la Valle
di Adyrsu e finalmente la sera ci ripresentiamo al fantomatico
montacarichi! Se
è vero che le cose più faticosamente conquistate sono quelle
che si ricordano con maggior piacere, ... questo ingresso nella Valle
di
Adyrsu lo ricorderemo a lungo! Aspettiamo fino a mezzanotte tra un
rimbalzare di notizie portate da qualche sparuto militare di tanto in
tanto.
Il camion che dovrebbe trasportarci sembra essersi rotto ... poi quello
che portava i rifornimenti è rimasto senza gasolio. Alla fine partiamo
su un vecchio ma efficientissimo camion militare per la sterrata della
Valle di Adyrsu; siamo stipati in un cassone telato con altri sei
Francesi
che condividono la nostra stessa sorte! Il viaggio è incredibile,
mai avrei pensato che qualcosa di diverso da degli sci pellati avesse
potuto
risalire una pista tale con un metro di neve pesante! È notte fonda,
anzi ormai mattino, quando raggiungiamo il Rifugio Ullutau; in pochi
minuti
due arzille signore ci preparano la cena; poche ore di sonno ci
separano
dalla prossima gita. 31/03 Trieugolnik
3830m, Valle di Adyrsu, versante sud Quando
ci alziamo alcuni gruppi, fra cui Norvegesi, Spagnoli e Giapponesi,
partono
già sotto una fitta nevicata. Dalla stazza dei loro sci prevediamo
che non andranno molto lontano: infatti un paio di ore dopo li
superiamo
e in cima al Trieugolnik non li vediamo arrivare! In discesa è di
nuovo uno spasso grazie alla neve caduta nella notte e ci rallegriamo
dei
nostri sci spatolati quanto basta ma abbastanza leggeri da permettere
lunghi
percorsi anche con tanta neve da battere! 01/04 Chotchat
3780m + Q3230, Valle di Adyrsu, vesante nord-est Cielo
blu cobalto, finalmente possiamo apprezzare appieno la Valle di Adyrsu.
Il Chotchat ci fa sudare sette camicie prima di arrendersi: un metro di
neve fresca difende l’accesso alla cima, ma alla fine con zig zag
stretti
lungo un'affilata cresta ci arriviamo sci ai piedi! Discesa cauta al
principio,
ma poi quando una piccola slavina libera il campo è via libera ...
Franz si esibisce in una discesa carver mozzafiato con tanto di
mega-tonfo!
Un gruppo che ci seguiva osserva dal piano sottostante le nostre
evoluzioni, e al ritorno al rifugio ammirano e chiedono informazioni
sui
nostri “strani” sci e attacchi che fino al giorno prima “snobbavano”!
Inebriati
dalla discesa e non ancora paghi, ripelliamo alla base del canale
iniziale
per risalire fino al colle Q3230 nella valle immediamente a sinistra
del
Chotchat!
Il ritardo
per via dei permessi
ci ha fatto perdere la prenotazione del rifugio, così la sera dobbiamo
sistemarci in un'altra costruzione allestita appositamente! C’è
solo l'essenziale: 10 letti con materassi che è meglio non smuovere,
una piccola stufa a legna, corrente elettrica fino a sera grazie a un
piccolo
generatore. Niente acqua. Però siamo tutti insieme, la compagnia
è molto simpatica e su di giri ... Le mani a carte si susseguono
bagnate da birra e vodka! 02/04 Gumachi
3823m dalla Valle di Adyrsu, discesa dal Passo Gumachi nella Valle di
Adylsu È
già tempo di ritorno, un paio di giorni ancora avremmo resistito!
Per fortuna l'itinerario per ritornare attraversa il Passo Gumachi, dal
quale facciamo non senza difficoltà una puntata alla cima omonima,
e scende per l’interminabile Valle Adylsu. L’Elbrus Camp, dove
pernottiamo,
è purtroppo ormai utilizzato quasi esclusivamente dai militari:
eccetto un piacevole happy hour a base di spiedini in un piccolo locale
non distante, la permanenza non è delle più piacevoli!
03/04 Piatygorsk Con
previsioni del tempo buone avremmo optato per un’ultima gita nella
Valle
di Shkhelda al Vouleya Peak, ma considerato che nevischia puntiamo su
Piatygorsk,
antica capitale termale, dove chiudiamo in bellezza prima del volo di
ritorno. By
Paolo Vitali.
Informazioni
generali Il
gruppo:
Paolo & Sonja con Amos Locatelli, Fabrizio Pina, Giulio Maggioni,
Franz
Carrara, Massimo Bertolini, Ruggero Vaia, Denis e Vigilio Ganz.
Regione:
zona “calda” tra
Georgia e Russia: a nord-est della strada principale che conduce a
Cheget
(zona dell’Elbrus) è possibile muoversi con più libertà,
a sud-ovest ci si avvicina al crinale principale del Caucaso (confine
con
la Georgia) ed è necessario uno speciale visto militare. Periodo
consigliato:
da febbraio ad aprile; per l’Elbrus maggio e giugno.
Accesso:
in aereo da
Mosca a Mineralnye Vody, quindi in auto alla cittadina di Cheget. Per
entrare
nella Valle di Adyrsu occorre il visto militare, la strada asfaltata
termina
presso un insolito “montacarichi” che trasporta i mezzi per un
centinaio
di metri di dislivello all’imbocco della valle, da dove occorre un buon
4x4 per raggiungere il Rifugio Ullutau.
Visto:
è necessario
il visto turistico per la Russia, rilasciato dal Consolato Generale di
Milano tramite agenzie turistiche con una lettera d’invito. A questo si
aggiunge una particolare assicurazione medica riconosciuta, in genere
rilasciata
dalle stesse agenzie. Per le valli di Adyrsu e Adylsu occorre inoltre
un
visto militare che vi può procurare solo un’agenzia Russa, la stessa
che vi fornirà la lettera di invito.
Cambio:
in aprile 2010
il cambio corrispondeva a circa 38 rubli per 1 euro. Cartografia:
sul web
è possibile trovare mappe militari russe in scala 50K dettagliate
con curve di livello fino a 20 metri. Alloggi:
nei villaggi di Cheget e Terskol vi sono diversi alberghi con standard
buono. Il Rifugio Ullutau nella Valle di Adyrsu è paragonabile ai
nostri rifugi alpini di qualche decennio fa: confortevole senza lussi,
una sola doccia spartana per tutti gli ospiti. Assolutamente da evitare
l’Elbrus Camp, un ex campo per alpinisti, ora a uso quasi esclusivo dei
militari alpini, igiene e cibo veramente scarsi!
Meteo:
a fine marzo - inizio
aprile abbiamo trovato ogni tipo di tempo, dal sole splendente alle
nevicate,
ma sempre con temperature superiori alla media stagionale. Già ad
inizio aprile nel 2010 era possibile salire l’Elbrus, cosa normalmente
fattibile dopo maggio. Indumenti:
stesso equipaggiamento
delle gite invernali sulle Alpi, con aggiunta di un piumino e qualche
indumento
caldo per la sera.
Materiale:
ARVA, pala e
sonda, ramponcini e piccozza; per alcune gite può servire uno spezzone
di corda, imbragatura e un paio di chiodi da ghiaccio; predisporsi
sempre
per autosoccorso e costruzione barella, meglio non contare troppo su
aiuti
esterni! GPS:
sempre molto utile;
noi abbiamo usato un GARMIN
OREGON 550T, su cui abbiamo caricato la scansione di alcune mappe
locali
con il nuovo metodo GARMIN
Custom Maps. Su richiesta
possiamo
mandarvi il file gdb con tracce e waypoint.
Panorama
360° dalla cima
del Malykogutaibashi
Mappa
generale
d’inquadramento
Altimetria
e mappe ricavate
da MapSource® WorldMap® rappresentano la traccia GPS rilevata usando
Garmin® OREGON 550T
Mappa
generale delle gite
Mappa
delle gite da Cheget
Mappa
delle gite nelle valli
Adylsu/Adyrsu