Prologo: Kaçkar
& Palandöken
Nell'estremo
Nord-Est dell'altopiano dell'Anatolia si trovano due gruppi muntuosi ricchi
di splendide possibilità sci-alp. Nei pressi della città
di Erzurum (ove si arriva direttamente via aereo da Ankara o Istanbul)
si estendono le montagne del Palandöken. Si tratta di montagne abbastanza
regolari, di quota appena superiore ai 3000m, molto simili fra loro per
la forma collinare, ma dove le temperature molto rigide permettono spesso
mega sciate in polvere. 190 chilometri più a nord, passando per
la città di Yusufeli, il piccolo ed isolato villaggio di Yaylalar
serve invece da base per le gite nel gruppo del Kaçkar. In questo
caso si tratta di montagne dall'aspetto più alpino, con pareti e
aspri canaloni, quota massima di 3932m. Qui le gite sono spesso lunghe
sia come sviluppo che dislivello, un buon impegno fisico e psicologico
è all'ordine del giorno. L'isolamento della regione richiede attenzione
ed autosufficienza! Le precipitazioni che arrivano dal vicinissimo Mar
Nero sono molto copiose, quindi abbondanza di materia prima per tutta la
stagione!
Resoconto viaggio e gite
6/3 – Day 1: Milan-Istanbul
Istanbul
fu conosciuta fino alla prima guerra mondiale come Costantinopoli, l’antica
capitale degli imperi Bizantino ed Ottomano. Per chi come noi non l’aveva
mai visitata, il volo per Erzurum che ci obbliga ad un pomeriggio ed una
notte ad Istanbul non è certo un problema, ma piuttosto un’occasione
per almeno qualche ora di turismo alla Moschea Blu, l’Ippodromo, ed il
centro dell’antica Stambul. Cena caratteristica sotto il ponte sul Corno
D'Oro.
7/3 – Day 2: Istanbul-Erzurum
Erzurum
è la città centrale dell’Anatolia dell’Est, deve la sua importanza
storica alla posizione sulla via della seta. Posta a 1850m di quota,
Erzurum è famosa per il suo rigido inverno. Per tutto il mese di
febbraio avevamo osservato le previsioni meteo sul web, con temperature
abbastanza spaventose di meno 31°C! Quando ci arriviamo il sole splende,
disturbato solo dalla foschia, che non capiamo se sia dovuta a inversione
termica, o smog, o entrambi! Sta di fatto che la temperatura è tutt’altro
che rigida! Approfittiamo del pomeriggio per un po’ di turismo al Cifte
Minareli Madrasa, un antico centro di cultura e scuola coranica edificato
intorno al XII secolo, la Ulu Mosque e l’antica Citadel, dalla cui torre
dell’orologio si domina tutta la città, dietro di essa il Gruppo
montuoso del Palandöken, meta delle nostre prime gite. Quando cala
la sera nell’aria ci pare netto l’odore di carbone bruciato, sicuramente
ancora il combustibile principale su cui si basa tutta la città!!
Prima della cena a base di Kebab immancabile un buon hamam, tipico bagno
turco completo di frizione e massaggio. Le strade sono abbastanza fatiscenti,
e così molte costruzioni, ma nonostante ciò Erzurum è
una città vivibile, e vi si possono trovare buoni alloggi, noi siamo
stati al Kral Hotel.
8/3 - Day 3: Egerli
(3171m) + Karakaya (3087m) + Q3087m
Partenza
2180m, dislivello complessivo 1560m, sviluppo 19km Dopo
le meteo spaventose osservate su internet mai più mi sarei aspettato
di partire per una gita nel Palandöken in maglietta maniche corte
e senza guanti! L’alta pressione è notevole, e finché non
superiamo i 2700m la temperatura è veramente elevata. Quando il
vallone si impenna e ci avviciniamo alla cresta allora una brezza decisamente
più fresca ci investe. Siamo sulla nostra prima cima del Gruppo
del Palandöken, l’Egerli, 3100m secondo il nostro interprete/guida,
3171 secondo i nostri altimetri. Intorno il panorama è veramente
insolito, offuscate dalla foschia sull’altopiano, riusciamo a scorgere
innumerevoli montagne, tutte simili, senza pareti o canali incassati, come
delle enormi colline oltre i 3000m. Intravediamo anche un paio di sperduti
villaggi, a mala pena raggiunti da una sterrata, e ci viene da sorridere
a quando consideriamo “isolato” Morterone, il nostro più piccolo
comune d’Italia. Dopo la prima discesa nel vallone di salita è ancora
presto per fare ritorno, così ripelliamo per salire al colle che
separa due altre cime. Una puntata prima su quella di destra, che scopriremo
l’ultimo giorno essere il Karakaya (3169 secondo i locali, 3087 secondo
gli altimetri) e poi a sinistra, altra Q3087, da dove sembra essere la
discesa migliore. Le carte topografiche qui non esistono, per via di restrizioni
militari, ed i locali hanno una conoscenza delle montagne molto superficiale.
La discesa è praticamente primaverile, senza mai affondare, nonostante
siano ormai passate le 14! Poco distante dalla strada dove ci attende il
bus, scopriamo una fonte di acqua minerale gasata ferruginosa, due locali
stanno preparando delle polpettine (non di maiale!) e molto gentilmente
ce ne offrono più che un assaggio! Un fine gita veramente insolito
e gradevole! Prima di tornare ad Erzurum facciamo una capatina a visitare
un villaggio poco avanti, Könakli, che dalla discesa ci aveva incuriosito
per il suo minareto azzurro. La sterrata termina lì, il villaggio
è attraversato solo da una traccia di sterrato impraticabile per
gli escrementi delle bestie. Facciamo fatica a camminare intorno al villaggio
senza sprofondare nella merda, ma la gente è cordiale, ci saluta
e chiacchera, loro in turco naturalmente e noi in italiano!.... e naturalmente
solo gli uomini... le poche donne che intravediamo velate corrono a nascondersi
nelle case, pardon baracche, per lo più di fango e paglia, poche
hanno dei muri definibili tali! Non è la prima volta che ci troviamo
in villaggi del genere, in Pakistan o India ne abbiamo visti di ben più
poveri, ma ci fa molto specie questo, così vicino alla strada, in
un paese che aspira ad entrare a breve nella Comunità Europea!
9/3 - Day 4: Mescit
Hill (3050m) o Kargapazari (?!) + MH2 (2997m) + MH3 (2887m) - Partenza
al villaggio di Kosk Köyü 1938m, dislivello complessivo 1470m,
sviluppo 21km La
curiosità dei bambini al villaggio di Kosk Köyü accompagna
la nostra partenza, uno di loro calza un paio di sci con enormi scarponi
al ginocchio.... prova pure a seguirci per un breve tratto... tra qualche
anno forse si potranno trovare scialpinisti turchi! La salita si svolge
su dossi all’apparenza banali, ma alcuni pendii sono gonfi e ripidi; solo
i dieci giorni di bello e caldo anomali ci danno la sicurezza di salire
e scendere dove vogliamo! Immaginiamo però lo spasso se ci fosse
un po’ di polvere fresca!!... mai contenti questi sci-alp! Concateniamo
la cima principale del Mescit Hill (nome indicato dalla nostra guida, ma
da alcune ricerche sembrerebbe trattarsi del Kargapazari), 3150m secondo
i locali, 3050 secondo i nostri altimetri, e altre due cime minori naturalmente
senza nome! La discesa è su neve dura in alto, perché nel
frattempo il cielo si è velato e non ha mollato, mentre in basso
un piacevole firn fino agli ultimi 200m, dove invece si sprofonda proprio!
Solito spuntino al bus, seguito appena tornati ad Erzurum da hamam, kebab,
e questa sera una piacevole fumata di Narghilé tutti insieme....
anche i non fumatori si lasciano andare e provano pure questa tentazione!
10/3 - Day 5: Erzurum-Yaylalar
(1850m) 190 Km
Da
Erzurum tre ore di strada parzialmente sterrata portano a Yusufeli
(600m), perdendo quota in una vallata incassata. Un po’ di vegetazione
ai bordi del fiume rallegrano la vista rispetto all’altopiano, ma l’ambiente
è comunque brullo. A Yusufeli dovremmo cambiare mezzo per inoltrarci
nella sterrata verso Yaylalar, ma la comitiva di austriaci che dovevamo
incrociare non è ancora arrivata, scopriremo poi a causa delle slavine
sulla strada, così dopo un kebab ripartiamo a bordo del nostro pulmino.
La pista comincia a farsi brutta, e procediamo lentamente, nonostante ciò
foriamo! Nel mezzo della piccola sterrata la sostituzione si fa lunga....
e intanto si accumulano davanti e dietro mezzi in attesa di passare! Quando
ripartiamo incrociamo finalmente il furgone 4x4 degli austriaci. Loro devono
aver preso brutto tempo in Kaçkar, e la temperatura elevata creava
un elevato pericolo di valanghe.... uno di loro è anche rimasto
sepolto sotto 2m di neve (sigh!)! Sembrano un po’ bastonati!!... Speriamo
andrà meglio a noi! Il resto della pista fino a Yaylalar è
incredibilmente malmessa, e ci meravigliamo dell’efficienza del furgone!
Slavine di ogni dimensione tagliano la strada ovunque, e quando arriviamo
al villaggio non riusciamo a spiegarci per chi mai terranno aperta questa
pista d’inverno!?
Yaylalar è composta
da un pugno di baite sparpagliate nel fondovalle incassato, solo poche
sembrano abitate, un negozio-bazar, il minareto, ed una costruzione
stile bungalow per ospitare i turisti come noi... più frequenti
però in estate!
Informazioni generali
Il gruppo Ancora una volta
gruppo nutrito per questo viaggio sci-alp, siamo in nove: oltre a Paolo
& Sonja, Amos Locatelli, Gianni Corti, Maurizio Zambelli, Ruggero Vaia,
Claudio Delladio, Vigilio Ganz, Giuseppe Gilmozzi.
Ci accompagnano: Yunus
Ünal (guida/interprete) e Halis (autista).
Regione. Anatolia nordorientale,
non lontano dal confine con la Georgia. Il Kaçkar è la prima
catena montuosa di fronte al Mar Nero, qui le precipitazioni sono frequenti
e copiose per tutto l’anno, quindi la materia prima per lo sci-alp è
quasi garantita! L’aspetto è alpino, con valloni incassati e pareti,
la cima più alta è quotata 3932m. Il gruppo del Palandöken
è composto dalle montagne nei pressi della città di Erzurum.
L’orografia è completamente diversa dal Kaçkar, si tratta
infatti di una serie di “grosse colline”, tutte molto simili, con le cime
oltre i 3000m.
Periodo consigliato.
Le temperature invernali sono molto rigide, ma nel Palandöken in primavera
la neve scompare velocemente, mentre in Kaçkar è possibile
sciare molto più a lungo.
Accesso. In aereo a Erzurum
via Istanbul. Da Erzurum a Yusufeli sono circa 150 km di strada scorrevole
per lo più asfaltata. Da Yusufeli all’isolato villaggio di Yaylalar
invece solo una sterrata nell’incassato fondovalle dove scorre il fiume
Çoruh. La strada è soggetta a numerose slavine e cadute sassi,
e viene aperta quasi esclusivamente per gruppi di turisti sci-alp.
Visto. Arrivando in aereo,
per gli italiani è sufficiente la carta d’identità.
Cambio. In Marzo 2008
ad un Euro corrispondevano circa 1,89 nuove lire turche, ma la svalutazione
era continuamente elevata.
Cartografia. Praticamente
inesistente una topografia dettagliata, molto probabimente per motivi militari,
vista la vicinanza di confini delicati! Su web alcune cartine generiche:
Turchia
Odyssey,
Logistica. Una agenzia
locale puo' facilitarvi la logistica per alloggi e spostamenti: l’albergo
ad Istanbul ed Erzurum, e la pensione a Yaylalar.
Meteo. Su web con accuweather
o intellicast
per Erzurum, o meteo
turca.
Altri siti utili. I
Mondonauti, Ambasciata Roma, Vista
satellitare, Ufficio Cultura
e turismo c/o UK,
Indumenti. Fondamentalmente
lo stesso equipaggiamento delle gite invernali sulle Alpi. In inverno però
la temperatura è molto rigida, quindi regolarsi di conseguenza.
Prevedere un ricambio per indumento per poter effettuare gite ogni giorno,
e capi caldi per il dopo le gita.
Materiale. ARVA, pala
e sonda, ramponcini e picozza; inutili corda imbragatura o altro. Predisporsi
invece per autosoccorso, costruzione barella, specie nel Kaçkar,
dove è meglio non contare troppo in aiuti esterni!
GPS. Può essere
molto utile in caso di brutto tempo, specie sulle gite in traversata! Noi
abbiamo usato un GARMIN GPSMAP60CSx. Potete richiedere il database con
le tracce ed i waypoint delle gite scrivendoci.
11/3 - Day 6: Vilizor
(3187m) da Yaylalar (1900m)
Dislivello
complessivo 1350m, sviluppo 13km Dopo
una serata piovosa la mattina nevica e tira vento.... ci prendiamo tutto
il tempo per una colazione a base di prodotti naturali del villaggio, il
miele e le conserve di frutti di bosco sono veramente strepitosi! Quindi
riprendiamo la partita al due lasciata ieri sera..... con la speranza che
in tarda mattinata la meteo migliori un po’. Alle dieci scorgiamo una schiarita,
il tempo di mettere le pelli e partire e splende il sole!!.... fantastico....
Attraversiamo il villaggio,
qualche pastore esce dalle baite e ci saluta... ci meravigliamo sempre
più di come sia possibile vivere tutto l’anno così, con qualche
bestia, senza una strada, isolati in metri di neve!?
Sui primi duecento metri la
neve è bagnata e sprofondiamo continuamente, idem nel bosco successivo,
poi prendiamo una dorsale più compatta. Viste le slavine che abbiamo
incontrato sulla strada procediamo con le antenne alzate, temendo di doverci
fermare alla prima cimetta sopra il bosco. Poi man mano che saliamo le
condizioni migliorano, la dorsale continua, e sempre più felici
raggiungiamo un’anticima che era già più di quanto potessimo
immaginare per questa giornata... ma non è finita... facendo attenzione
alla cornice, una cresta ci porta dall’anticima alla cima principale, che
scopriamo poi chiamarsi Vilizor (3187m), sulla catena del Davut Da?lar?.
Siamo veramente felici! Ed ora comincia il bello.... la parte alta della
dorsale è in neve fresca della notte, poi invece che ripercorrere
la prima parte ed il bosco, dove sicuramente la neve sarebbe molle, proviamo
ad entrare nel canale centrale: è stabile.... le serpentine continuano
così fino a poco sopra il villaggio.... settimo cielo! Ci attende
il solito happy-hour, con lo speck di Vigilio, non manca neppure la birra.....
Prima che cali il sole abbiamo
anche il tempo di un’esercitazione barella.... si spera di non doverla
mai usare..... ma meglio rinfrescare le idee in questo ombelico del mondo,
dove una telefonata non può risolvere quasi tutte le situazioni
come sulle nostre alpi!
12/3 - Day 7: Bayraktutan
Tepesi (3500m) da Yaylalar (1900m)
Dislivello
complessivo 1620m, sviluppo 24km Mattina
velata, ma partiamo comunque presto in direzione del gruppo del Mezovit
Daglari. Al villaggio di Olgunlar imbocchiamo la valle a destra, lo sviluppo
è notevole, e prima di raggiungere il Cayamakcur Gecidi abbiamo
già percorso una dozzina di chilometri. La meteo migliora e riusciamo
ad azzeccare la valle giusta che conduce al Passo e quindi alla cima del
Bayraktutan Tepesi (3500m). Oltre si estende quella che i locali chiamano
“regione nera”, ovvero la regione del Mar Nero. Il mare è solo intuibile
in lontananza, oltre le fitte foreste.... anche una visita a quella regione,
con base al villaggio di Ayder potrebbe essere un’idea per gli anni futuri!
La discesa è super, la neve ha mollato quel poco che basta, e siamo
al cospetto del maestoso gruppo del Kaçkar..... fantastichiamo già
per domani!....
Yunus, un simpatico ragazzo
ventinovenne che ci accompagna come guida, ci garantisce per domani meteo
perfetta, e dopodomani neve... quindi ci corichiamo presto prevedendo la
sveglia alle 6, obbiettivo il Kaçkar (3932m).
13/3 - Day 8: Bulut
Ridge, Saranlyia Tepe (3020m), da Yaylalar (1900m)
Dislivello
complessivo 1280m, sviluppo 12km Le
previsioni locali ci azzeccano sicuramente meno delle nostre.... ore 6:
nevica!
Non vogliamo sciupare la possibilità
del Kaçkar con questa meteo, anche se non sappiamo con certezza
se sia possibile salirlo con gli sci, ed in una sola giornata! Così
si riprende la mano al due, fino alle dieci passate, quando ancora una
volta smette di nevicare e migliora un po’, abbastanza per partire sulla
dorsale a destra (sx orografica) della Bulut Daglari. Un primo costone
conduce alla lunga cresta, che senza difficoltà conduce ad una serie
di cime. Ci fermiamo alla prima evidente nevosa (3020m), che dovrebbe chiamarsi
Saranlyia Tepe, oltre una cima rocciosa più alta (il Murzut Tepe?!)
sta entrando nelle nuvole. La discesa su una dorsale direttamente nella
Bulut Daglari su una spanna di remollo divertente, poi dal villaggio di
Körahmet una stradina ci guida fuori dalla valle, con qualche metti/togli
gli sci.
14/3 - Day 9: Ülker
(3711m) da Yaylalar (1900m)
Dislivello
complessivo 1870m, sviluppo 29,2km Cielo
blu, non un alito di vento.... anche oggi ci tocca sciare!
Dalle carte approssimative
non capiamo se è possibile salire la cima principale del Kaçkar
in giornata, ma vogliamo provare ad entrare nella valle, anche se sappiamo
sarà un lungooooo viaggio!
Alle 7 partiamo da Yaylalar,
un’oretta dopo passiamo Olgunlar, e ci immettiamo nella vallata verso Dilberdüzü,
una località dove in estate viene allestito un campo intermedio
per i trekker. Quando raggiungiamo la conca di Dilberdüzü il
GPS segna già 10 km di sviluppo, ma alla cima mancano ancora 1200
metri di dislivello! Non capiamo bene dove sia la salita estiva, a sinistra
un ampio vallone sembra perdersi verso la cresta, un canale centrale ripido
è troppo carico per salire, ma un altro canale che sale poco più
a destra ci attira e lo imbocchiamo. Dopo un centinaio di metri progressivamente
si apre in un bellissimo vallone, perfetto per sciare, ed infine arriviamo
ad una piana che probabilmente in estate ospita un laghetto. La conca è
chiusa da una bastionata rocciosa con tre cime, fra di loro due colli,
ma i canali che li raggiungono sembrano pericolosi per le slavine.... fine
corsa?!... guardando bene una rampa innevata sale da sinistra a destra
alla cima centrale, sembra buona! Arriviamo in cresta senza problemi, poi
qualche roccetta e finalmente la cima! Quota barometrica 3727m, quota GPS
3719, sviluppo da Yaylalar 14,9 km! Ottavo cielo... Amos continua a cantare
ed abbracciare tutti!!... non siamo sulla cima principale, perché
quella alla nostra sinistra sembra più alta, ma non ha nessuna importanza,
meglio di così non poteva andare! Per tutta la discesa troviamo
neve primaverile, un firn perfetto, anche il lungo vallone tra Olgunlar
e Dilberdüzü scorre senza racchettare, cosa che invece ci tocca
un poco da Olgunlar a Yaylalar. Su questo ultimo tratto incontriamo anche
degli anziani locali, saliti con degli sci che definire rudimentali è
fin troppo generoso, per sistemare la linea elettrica compromessa dalle
slavine, sembrano usciti da una cartolina! Ci complimentiamo a vicenda,
qualche foto, e poi ci aspetta l’Happy Hour alla accogliente Çam
Yuva Pansiyon di Yaylalar, a base di speck trentino, anche questa volta
più che meritato! Guardando le tre mappe senza scala che possediamo
riusciamo anche a dare un nome alla cima salita: Ülker, quota indicata
3711m.
15/3 - Day 10: Yaylalar-Erzurum
190 Km
E’
tempo di cominciare a tornare, neanche farlo apposta la mattina tempesta,
vento e neve, oggi sarebbe stato proprio difficile fare una gita! Speriamo
piuttosto che non si sporchi troppo la sterrata per uscire da questo ombelico
del mondo.... godiamo l’ultima abbondante colazione bucolica, e partiamo
per Yusufeli, che raggiungiamo senza problemi particolari nonostante la
neve. Mentre viaggiamo poi da Yusufeli a Erzurum, il cielo comincia a offrire
qualche scorcio, e notiamo una spanna di neve fresca; che ci stia preparando
l’ultima sciata in polvere per domani!?..... Chiudono questa giornata
di trasferimento l’hamam, il kebab, e una fumata di Narghilé in
una antica caratteristica casa di Erzurum con tanto di musica dal vivo....
siamo proprio dei signori!
16/3 - Day 11: Anticima
nord (2700m) del Karakaya (3087m)
Partenza Teke Deresi
2090m, dislivello 880m, sviluppo 10km
Speravamo
nell’ultima giornata di sole e polvere, e invece nevica e tira vento, temperatura
decisamente inferiore a quelle dei giorni passati. In programma avevamo
una salita nel gruppo dell’Ortuz, ma non avendo realizzato che il primo
giorno avevamo salito già anche il Karakaya, la nostra guida ci
porta ad un altro villaggio da cui però la salita converge alla
stessa cima! Ce ne rendiamo conto mentre saliamo, ma la giornata è
talmente brutta che non ci perdiamo nulla. Ad una anticima quota 2700m
la visibilità cala ulteriormente ed aumenta il vento, inutile insistere
oltre..... se non altro ci serve per meglio realizzare quanto siamo stati
fortunati in questo viaggio, con meteo bella e mite nei momenti giusti,
in un ambiente che diversamente non ti concederebbe molto spazio! Pomeriggio
per due compere ed imballaggio sacconi, la sera c’è il volo Erzurum-Istanbul,
e quindi Milano... si torna alla routine!
By Paolo Vitali.
Panorama verso il gruppo principale
del Kaçkar dal Vilizo
.
Spelling
scialp Turco, by Maurizio Zambelli
Amos: Detto anche terminator,
la nostra tenera mascotte che si addormenta di botto in un nanosecondo,
ma che quando c’è da mangiare…………..come un luf!!
Bramba: La nostra unica
donna! Sonja veniva guardata con ammirazione anche dagli uomini turchi....
in salita era sempre davanti a molti maschioni!
Caffè: Ottimo
quello turco, a patto di non mescolarlo con il cucchiaino e non trangugiarlo
fino in fondo.
Dispenser: Fra noi
anche un dispensatore di felicità per esemplari femminili , questo
almeno a sua detta, manca però un riscontro!
Erzurum: Città
di 400.000 abitanti in cui abbiamo soggiornato per tre giorni e da cui
siamo partiti per tre sci-alpinistiche sulle cime del Palandöken.
Formaggio fuso: Una
graditissima sorpresa ad un happy-hour di fine gita, già abbondante
e vario di per sè! Una pentola di almeno 80 cm di diametro colma,
riportata in cucina perfettamente ripulita da “scarpetta” tanto da sembrare
nuova di zecca!
Guida Alpina: Anche
in questa vacanza una gradita conferma. Il “culo “ della guida …..è
sempre un bel culo ( Oh…non ditelo ai Turchi pero !)
Hamam: Non c’è
niente di meglio dopo una giornata al freddo, magari col vento siberiano
che ti toglie calore corporeo, entrare nell’ hamam e re-incamerare tutto
il calore perso. Qui il tempo scorre lento, e il relax è totale.
Se poi oltre al vapore ed il marmo bollente si vuole “osare” un massaggio
turco…… il risultato rigenerante è assicurato.
Istanbul: Peccato esserci
fermati solo mezza giornata. Meriterebbe più tempo per poterla
apprezzare.
Kaçkar: Territorio
stupendo per gite sci-alpinistiche. Ambienti severi e tosti. Avvicinamenti
non brevi ma che vengono ripagati dalla bellezza dell’ambiente circostante.
Lupi: La frase celebre
delle vacanze. “ Uhe! Attenzione che questi mangiano come….auuuuuuuuuuu!)
Muezzin: E’ la tua
sveglia alle sette di mattina. Puntuale come uno svizzero ti sveglia anche
nel
più piccolo alpeggio.
Narghilé: Due
serate indimenticabili nei locali di Erzurum in balia di aromi fruttati,
risate e …………spensieratezza.
Occhi: Neri e
profondi, unica parte del corpo visibile nelle donne più integraliste.
Potter Harry: Con noi
il fratello maggiore, alias Ruggero. Sempre molto didattico ed esplicativo.
Le sue teorie sul reticolo nero che si riempie di punti bianchi fino al
41%..................semplice e geniale!
Quota: Essendo la regione
attorno a Erzurum completamente priva di vegetazione, l’impressione che
sulle cime di 3100-3200 mt. la difficoltà a respirare poteva
essere tranquillamente paragonata a un 4000 alpino.
Rumore: Durante il
nostro soggiorno l’ unico rumore che di notte si sentiva era lo scorrere
dell’acqua del torrente di fondovalle.
Schumacher: Così
abbiamo soprannominato l’autista del piccolo 4x4 che ci ha portato per
42 km di sterrato ( …e che sterrato!) da Yusufeli a Yaylalar . Non ha guadagnato
la fiducia di tutti noi. El Bepi ha preferito camminare con le proprie
gambe per 12 km, per poi essere convinto a sedersi al nostro fianco.
Tintarella: Grazie
a tante giornate di sole non è mancata anzi……..più di una
volta mi sono mimetizzato e spacciato con successo come Kurdo.
Uva: Dolcissima quella
secca. Nelle valli a bassa quota abbiamo visto molte piante di vite
, ma non essendoci produzione di vino…….tutti gli acini vengono seccati.
( Peccato!!)
Vigilio: Il Fiammazzo
con un intuizione geniale, nascondere nel saccone (e non venire scoperto)
un intero speck, e che speck! I nostri happy–hour dopo le gite sono memorabili.
Yogurth: Ottimo e cremoso,
è servito in tutti i piatti, sulla carne , con il miele , a colazione.
Zaini: Sempre compatti
e leggeri ma con tutto quanto riguarda una eventuale ricerca: Pala , Sonda,
materiale per barella .
By maO
.
Panorama sul gruppo dell'Egerli
dal villaggio di Könakli
Mappa generale
d’inquadramento
Altimetria e mappe ricavate
da MapSource® MetroGuide® Europe rappresentano la traccia GPS rilevata
usando Garmin® GPSMAP60CSx
Mappa spostamenti Anatolia
nord-est