Introduzione e sintesi della storia alpinista del Qualido
La
prima via sulla parete est del Monte Qualido (Val Qualido - Val di
Mello) risale al 1978: è la PAOLO FABBRI 43 di Paolo Masa e Jacopo
Merizzi. Quattro anni dopo la stessa cordata, con l'aggiunta del mitico
Antonio Boscacci, sale la bellissima IL PARADISO PUO' ATTENDERE. Poi
piu' di quindici anni di silenzio in Val Qualido, finché Paolo Vitali e
Sonia Brambati con Gianni Rusconi nel 1989 salgono TRANSQUALIDIANA, una
via ancora temuta per le difficili placche d'aderenza e la chiodatura
(con Spit 8mm piazzati dal basso) ridotta al minimo. Nello stesso
anno operano sulla parete anche le cordate Tarcisio Fazzini/Norberto
Riva e Paolo Covelli/Silvio Fieschi/Fabio Spatola, che aprono
rispettivamente LA SPADA NELLA ROCCIA e MELLODRAMMA. Negli anni
successivi la "cordata familiare" Vitali/Brambati, spesso con Adriano
"Franz" Carnati, si stabilisce in Qualido aprendo altre nove vie: NON
DI SOLO GRANTO ('90), ARTEMISIA ('91-93), GALACTICA ('92), MELAT ('93),
QUALIPLAISIR ('95), TOWANDA ('96), QUALIFALAISE ('97), MEDITERRANEO
('97), e COGLI L'ATTIMO: l'ultima, nel '98, con Eraldo Meraldi. Nel
1992 fanno la loro comparsa in Qualido i ragazzi della "Tribù'":
Stefano Pizzagalli e Domenico Soldarini, che salgono l’artificiale di
VERTICAL HOLIDAYS. Nello stesso anno gli spagnoli Josechu Jemenu e Juan
Luis Monge sono i primi ad accorgersi delle grandi potenzialità del
perfetto granito dell’Escudo con le loro vie EL ESCALADOR FOTONICO e
FUERA DE LA LEY, seguiti a ruota nel '93 da Vitali/Brambati con A LA
IZQUIERDA, ESPERANDO EL SOL, e AGUAS CALIENTES. Nel 1995 fa la sua
comparsa in Qualido Simone Pedeferri, che con Stefano Pizzagalli
realizza la difficile FIORI NEI CANNONI. Gli stessi con Barbara
Guattini, Domenico Soldarini e Marco Vago salgono MAGIC LINE, destinata
a diventare una delle piu' ripetute sulla grande parete. Sempre nel
'95 compaiono i fuoriclasse cechi Igor Koller, Peter Machai e Dusan
Baranak, che liberano IL PARADISO PUO’ ATTENDERE (7b), e l'anno
successivo salgono con Miro Piala i tre brevi (ma duri) tiri di FORSE
SI FORSE NO. Gli stessi saranno i primi a tentare la prima libera di
GALACTICA, ma le placche del settimo ed ottavo tiro sembrano
inscalabili senza alcuni punti d’aiuto. A proposito di fuoriclasse "esterni", nel '96 Ermanno Salvaterra e Gianni Berta aprono SINFONIA sul lato sinistro della FOGLIA. Nel
frattempo, i ragazzi della Tribù Stefano Pizzagalli, Domenico Soldarini
e Marco Vago salgono HO KAHEY, mentre Giovanni Calori, Stefano
Pizzagalli e Domenico Soldarini e aprono STARGATE. '99-2000: dopo i
Cechi, anche i local si danno alle “prime libere”: Alberto Marazzi e
Simone Pedeferri salgono una bella e dura combinazione di tiri che
battezzano BLACK SNAKE, quindi è ancora Simone Pedeferri con Marco Vago
che risolve la prima libera de LA SPADA NELLA ROCCIA (7b). Poi Luca
Olcelli libera ARTEMISIA (7b+), quindi Simone Pedeferri e il Bandito
liberano la PAOLO FABBRI 43 (7a); quindi ancora Simone Pedeferri con
Stefano Pizzagalli liberano SINFONIA (8a). Infine i Ceki Vojtech Dvorak
e Radek Leinerth salgono in libera una nuova combinazione di tiri che
battezzano TIME TO LEAVE (7b). Su MELAT sette fix resistono a Pedeferri
e Max Bosetti. Nel 2002 ancora Pedeferri, ora con Adriano Selva,
inventa la combinazione di YELLOW BUTTERFLY (8a) e l'anno successivo,
con diversi compagni, JOY DIVISION (8b). Tra il 2005 e il 2009
l'unica novità sarà CON UN PIEDE IN PARADISO, la conclusione di una
linea aperta in diversi anni da Domenico Soldarini con Stefano
Pizzagalli e Lorenzo Martinelli, liberata poi da Simone Pedeferri nel
2010 (8a+). Nel 2012 Giovanni Ongaro con Davide Spini, Laura
Pastorelli e Stéphanie Frigère sono i primi a esplorare l'estremità
settentrionale della parete (Nord-Est), piu' breve e meno verticale,
dove aprono QUOTE ROSA; seguiti nel 2017 da Simone Manzi, Andrea
Mariani e Marco Gianola con il GRAN DIEDRO DELLA MAROCCA, e nel 2022 da
Nicola Ciapponi, Fabio Salini, e Davide Spini con la VIA DEI
MORBEGNESI. Infine nel 2023 Michele Cisana, Paoolo De Nuccio, Andrea
Mastellaro, Alessio Guzzetti aprono IMPRESSIONI DI SETTEMBRE. L'ultima
via aperta sulla parete principale (Est) tra il 2014 e 2015 è KING OF
THE BONGO, a sinistra di QUALIPLAISIR e PAOLO FABBRI ’43, di Paolo
Marazzi, Matteo De Zaiacomo e Luca Schiera. All’Escudo Simone Manzi
e Andrea Mariani nel 2015 aggiungono L’ULTIMO BUCO, e nel 2019 Martino
Quintavalla e Caterina Bassi la difficile ed ingaggiosa EL
DESPERTADOR FOTONICO. Il 2022 è l'anno che vede finalmente l'inizio
dell'opera di riattrezzatura delle prime vie, ancora chiodate con Spit
8 mm messi a mano con il punteruolo: Domenico Mottarella, Davide Duca,
Chiara Gusmeroli, e Giovanni Ongaro, grazie al materiale offerto dal
Bar Monica di San Martino Valmasino riattrezzano completamente a fix
inox MAGIC LINE; Nicolò Bartoli comincia la riattrezzatura di
TRANSQUALIDIANA, e nel 2023, con Omar Cavallin, pulisce e riattrezza
ARTEMISIA. Ultimi capitoli ad oggi, in agosto Bernardo "Berni"
Rivadossi e Luca Schiera richiodano e puliscono
GALACTICA, chiodando dall’alto anche una nuova variante a L6-L7-L8
per evitare i passi in artificiale (L1 e L2 erano stati richiodati da
Paolo Marazzi & C. nel 2022, con una leggera variante a L2 di
Simone Pedeferri), Berni torna con Iris Bielli il 4 agosto e i due
realizzano finalmente la prima salita completamente in libera (8a).
Sempre in agosto Michele Cisana, Paolo De Nuccio, Andrea
Mastellaro, Alessio Guzzetti completano la via IMPRESSIONI DI
SETTEMBRE, iniziata l'estate 2022, nel settore destro della parete dove
sale anche QUOTE ROSA.
Oggi sul Qualido potrete sbizzarrirvi a
ripetere vie brevi o lunghe in libera così come in artificiale, molti
tiri e vie aspettano ancora la prima libera integrale, e sicuramente ci
sono ancora possibilità per nuove realizzazioni e combinazioni.
Insomma: vi è spazio per ogni gusto. Buon Qualido.
ATTENZIONE: Nel Settembre 2004 una
frana ha sconvolto base e secondo
tiro di QUALIPLAISIR, a tutt'oggi irripetibile!
Le
vie:
1a) KING OF THE BONGO - Paolo
Marazzi, Matteo de Zaiacomo e Luca Schiera - autunno del 2014
1) PAOLO
FABBRI 43 - Paolo Masa, Jacopo Merizzi 1978
2) QUALIPLAISIR - Sonja Brambati, Adriano
Carnati, Paolo Vitali 1995
3) COGLI
L'ATTIMO - Sonja Brambati, Eraldo
Meraldi, Paolo Vitali 1998
4) NON
DI SOLO GRANITO - Sonja Brambati, Adriano Carnati, Paolo Vitali 1990
5) TRANSQUALIDIANA -
Sonja Brambati, Giovanni Rusconi, Paolo Vitali 1989
6) TOWANDA -
Sonja Brambati, Paolo Vitali 1996
6b) YELLOW
BUTTERFLY - Adriano Selva, Simone Pedeferri 2002
7) SINFONIA - Ermanno Salvaterra,
Gianni Berta 1996
8) LA
SPADA NELLA ROCCIA - Ottavio e Tarcisio
Fazzini, Norberto Riva 1989
9) HO
KAHEY -Stefano Pizzagalli, Domenico Soldarini, Marco
Vago 1996
10) GALACTICA -
Sonja Brambati, Adriano carnati, Paolo Vitali 1992
11) FORSE
SI FORSE NO - Igor Koller, Peter Machai, Miro Piala
1996
12) MELLODRAMMA - Gianni e Paolo Covelli, Silvio Fieschi, Fabio
Spatola
1989
13) VERTICAL
HOLIDAYS - Stefano Pizzagalli,
Domenico Soldarini 1992
13b) CON UN PIEDE IN PARADISO- Domenico Soldarini, Stefano Pizzagalli e Lorenzo
Martinelli, 2005-2008
14) IL
PARADISO PUO' ATTENDERE - Antonio Boscacci, Paolo Masa, Jacopo Merizzi 1982
15) QUALIFALAISE -
Sonja Brambati, Adriano Carnati, Paolo Vitali 1997
16) MEDITERRANEO - Sonja Brambati, Adriano Carnati, Paolo Vitali 1997
17) MELAT - Sonja Brambati, Adriano Carnati, Paolo
Vitali 1993
18) ORFANELLA - primi salitori sconosciuti
19) ARTEMISIA - Sonja Brambati, Adriano Carnati, Paolo Vitali (e
Rudy Bianchi
fino
a L6), 1993
20) MAGIC
LINE - Barbara Guattini, Simone Pedeferri, Stefano
Pizzagalli,
Domenico
Soldarini, Marco Vago 1995
21) STARGATE - Giovanni Calori,
Stefano Pizzagalli, Domenico
Soldarini 1996
22) VIA DEI MORBEGNESI - Nicola Ciapponi, Fabio Salini, e Davide Spini giugno 2021-settembre 2022. 23) IMPRESSIONI DI SETTEMBRE - M. Cisana, P. De Nuccio, A. Mastellaro, A. Guzzetti, estate 2022 – 2023 24) QUOTE
ROSA - Giovanni Ongaro con Davide Spini,
Laura Pastorelli, e Stéphanie Frigère 2012 24) GRAN DIEDRO DELLA MAROCCA - Simone Manzi, Andrea Mariani, Marco Gianola 2017
Combinazioni:
BLACK
SNAKE - Alberto Marazzi, Simone Pedeferri 1999
TIME TO
LEAVE -
Vojtech Dvorak, Radek Leinerth 2000 JOY
DIVISION - Simone Pedeferri e compagni vari 2004
Chiunque avesse
ulteriori informazioni, rilevasse omissioni, o per aggiornamenti alle
relazioni
in linea nonchè per aggiungere nuove relazioni, per favore scrivete
via email. La vostra collaborazione è indispensabile per
mantenere
aggiornata questa pubblicazione! Grazie.
2004 Ognuno di noi credo possa identificare nella propria vita dei periodi,
più o meno lunghi, caratterizzati da comportamenti, abitudini,
esperienze
ed amicizie ben particolari e diverse negli anni; naturalmente questo
anche
per quanto riguarda la propria attività in montagna. Nel
mio caso, passati i primi
anni in cui mi facevo le ossa collezionando salite "classiche" nei
"templi"
del Monte Bianco e Dolomiti venne la stagione della fidanzata (che
condivideva
la mia stessa passione!) e della Val di Mello: qui scoprimmo un paradiso
di granito dove solo le vie più ovvie erano già state
salite, tantissimo rimaneva da fare. Spingendo un poco oltre il livello
della libera in aderenza ed introducendo lo spit piazzato dal basso in
posizioni di precario equilibrio nacquero un gran numero di vie
"moderne"
di difficoltà tra il 6a ed il 7a, dove però è quasi
sempre "molto pericoloso" volare! Per
chi non è mai stato in
Val di Mello è doveroso precisare che non è solamente un
paradiso per gli amanti dell'arrampicata in aderenza, ma offre anche un
ambiente stupendo e rilassante: pareti di granito, grandi distese di
prati,
acqua limpida ed una panoramica sulle più alte pareti della Val
Masino. Noi
all'epoca dividevamo con
un gruppo di amici una piccola baita molto rustica, dove trascorrevamo
praticamente tutti i fine settimana. Questa fase di inebriante scoperta
durò circa una decina d'anni, e si accavallò alla riscoperta
nella stessa ottica delle pareti del Masino-Bregaglia. Poi,
accresciute le capacità tecniche, ci si è accorti della parete
del Qualido! ed è cominciato il periodo "Qualido"...... Quando
nel 1989 mettemmo lo
sguardo sulla sua parete est non potevamo capacitarci di come l'intera
parete fosse percorsa incredibilmente soltanto da due vie: "Paolo
Fabbri
'43" e "Il Paradiso può attendere". Il
nostro battesimo fu su
"Transqualiana", che ancora oggi rimane una delle più difficili
vie di placca di tutta la zona (con solo due o tre ripetizioni complete
e molte rinunce sulle prime lunghezze), e contemporaneamente la banda
del
Tarci* si metteva su "La spada nella roccia". Da
allora per molti anni in primavera, non appena il clima si faceva più
mite, abbandonavamo sci e pelli di foca per imboccare il sentiero del
Qualido.
Prenotavamo i nostri week-end all'Hotel Qualido, una baita dismessa dai
pastori trovata per puro caso; il programma era sempre lo stesso:
arrampicare
il sabato, cercando di sfruttare al meglio la giornata, cena con carne
alla brace in compagnia di un buon vinello (come consiglia la dieta del
vero climber!) e poi domenica di nuovo in parete. Lo stile che
adottavamo
era sempre quello di salire in libera il più possibile fin dove
la roccia consentiva di fermarsi in equilibrio (difficilmente il
granito
compatto permette l'uso di cliff) a piazzare uno spit con il punteruolo
a mano, scendere la sera lasciando le fisse per il giorno o le
settimane
successive. L'apertura si protraeva per diversi fine settimana
soprattutto
perché con il punteruolo a mano non si riuscivano a salire più
di due o tre tiri "duri" al giorno, e quindi si imponeva per forza
questo
stile per così dire "himalayano". Vuoi
per i nostri retaggi di alpinisti classici, vuoi perché l'operazione
di spittatura è particolarmente faticosa, le vie che ne risultarono
furono sempre abbastanza parche di protezioni, ed esigevano quindi
un'ottima
padronanza dell'arrampicata in aderenza per essere ripetute. Con
l'avvento
negli ultimissimi anni del trapano a batteria, la situazione è un
po' migliorata, sia per gli apritori che per i ripetitori, anche se
abbiamo
sempre cercato di non eccedere nel numero di protezioni fisse. In
particolare i "piccoli"
(tra loro anche il mitico Igor Koller) mi rinfacciano di mettere sempre
gli spit un po' "alti", nel senso che quando buco in equilibrio, per
esempio,
su di una vena di quarzo, distendo completamente il braccio, con la
conseguente
difficoltà per chi è più basso di me a moschettonare
se tra la vena e lo spit non vi sono altre sporgenze rilevanti........
mea culpa, mea culpa ..... è vero: forse sempre per via del retaggio
alpinistico si è sempre cercato di mettere meno spit possibili,
e quindi uno spit alto poteva evitarne magari uno successivo! Per
la cronaca sono alto 181 cm, e quindi, considerando l'operazione di
moschettonaggio
molto più semplice che la spittatura, posso pensare che chi é
più alto di 170 cm non dovrebbe avere problemi, per gli altri .....
sceglietevi un compagno più alto per i tiri chiave, oppure munitevi
del "furbo"! La
maggior parte delle vie
sulla parete sono state aperte con il nostro stesso stile anche dalle
altre
cordate (fra queste ricordiamo soprattutto "La tribu'" di Simone
Pedeferri,
Stefano Pizzagalli, Barbara Guattini, Domenico Soldarini, Marco Vago
etc....),
cercando soprattutto la libera su roccia buona (che spesso pulivamo
anche
dall'erba per i ripetitori), cercando di limitare al massimo
l'arrampicata
artificiale, e quando bisognava farne ricorso attrezzarla nell'ottica
di
un futuro tentativo in libera. Personalmente
non riesco a comprendere la logica dell'artificiale new-wave
esasperata,
che pretende quando si "buca" la roccia, di infilarci poi
protezioni
precarie per rendere pericoloso il tiro ed incrementarne quindi la
difficoltà
artificiale complessiva! Ok all'artificiale, ma se proprio si deve
bucare,
allora tanto vale poi metterci qualcosa di buono che ci permetta di
arrampicare
in libera più sicuri! Comunque
non mancano sulla
parete due o tre vie con arrampicata prevalentemente artificiale:
"Vertical
holidays" e "Mellodramma"; mentre "La spada nella roccia" e
"Il Paradiso
può attendere" lo erano fino a pochi anni fa, quando Simone Pedeferri
e Koller & C. hanno realizzato le prime libere. Probabilmente
questa
sarà anche la tendenza futura delle ripetizioni in Qualido:
ottenere grandi soddisfazioni liberando i tiri ad oggi ancora
artificiali. Sonja
ed io credo siamo stati
i più assidui ad arrampicare su questa parete (e devo rendere a
lei un enorme grazie per la grande pazienza che ha dovuto avere nelle
lunghe
attese in sosta), talvolta insieme ai compagni di cordata Gianni
Rusconi,
Adriano Franz Carnati ed Eraldo Meraldi, e sono convinto che abbiamo
avuto
un 'opportunità unica: arrampicare su una bellissima big-wall
fuori casa, ancora tutta da scoprire, con la soddisfazione, speriamo,
di
essere riusciti a valorizzare qualcosa che fa parte del nostro
patrimonio
ambientale. Crediamo inoltre che a volte non sia necessario andare
lontano,
magari oltre oceano, per soddisfare il proprio desiderio di scoperta ed
avventura: l'erba del vicino non è sempre la più verde! Comunque
se si osserva attentamente
l'elenco degli apritori sulla parete noterete che i nomi si ripetono
abbastanza,
il lavoro dell'apritore non è poi così semplice ..... Paolo Vitali, 2004
Sonja: secondo Paolo
non ci sono più tante grandi linee logiche da salire, il più
sembrerebbe fatto (ma il condizionale è d'obbligo), ma io non gli
credo. Ogni anno, terminata l'ultima via, mi promette che la primavera
successiva cambieremo zona, ma intanto è lì, con binocolo
e macchina fotografica a portata di mano a scrutare la parete;
probabilmente
ha gia individuato una nuova linea, mai vista prima, e bisognerà
assolutamente tentarla prima che arrivi qualcuno a portarcela via! Ma
forse
è meglio così, perché conoscendo mio marito non so
mai cosa potrà riservarmi un nuovo periodo della nostra vita
.....